I migliori ospedali italiani: la nuova classifica di Agenas

Ecco la fotografia degli ospedali italiani scattata da Agenas nel suo Pne, il Piano nazionale esiti di Agenas. Quali sono gli ospedali migliori

Foto di Luca Incoronato

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Nel 2021, si è registrata una lieve ripresa delle ospedalizzazioni – 500 mila ricoveri in più rispetto al 2020 – ma i volumi rimangono comunque al di sotto dei livelli prepandemici: 1 milione e 200 mila ricoveri in meno rispetto al 2019, che si sommano a 1 milione e 700 mila ricoveri non effettuati nel 2020.

Questa la prima fotografia scattata dal cosiddetto Pne, il Piano nazionale esiti di Agenas, l’Agenzia sanitaria delle Regioni che, che contiene i dati delle attività del 2021 all’interno degli ospedali italiani.

Nel documento presentato, si legge che il numero di ricoveri urgenti è stato inferiore al valore atteso sulla base dei trend prepandemici: -10% per l’infarto miocardico acuto, pari a circa 11.300 ricoveri in meno, e -6% per la frattura di femore, circa 5.800 ricoveri in meno. La tempestività di accesso ai trattamenti urgenti rimane al di sotto degli standard assistenziali in oltre la metà delle strutture italiane, sottolinea Agenas.

Angioplastica e frattura al femore

Ad esempio, la mortalità a 30 giorni dal ricovero per frattura del femore è rimasta stabile rispetto al 2020 (6,4% contro 6,6%), ma è comunque più elevata rispetto al periodo precedente al Covid, dove la percentuale nel 2019 si attestava attorno al 5,1%.

La proporzione di anziani con frattura del femore operati entro 48 ore è stata in media del 48,6%, anche se Agenas pone l’accento su una grande variabilità sia tra regioni che intraregionale.

Infarti

La proporzione di pazienti sottoposti ad angioplastica coronarica entro 90 minuti dal ricovero, invece, è stata in media del 50,6%. La soglia prevista per decreto è del 60%.

Per quanto riguarda gli infarti, la mortalità a 30 giorni da un episodio si è leggermente ridotta nel 2021 rispetto al 2020 (7,7% rispetto al precedente 8,4%), con riavvicinamento al trend pre-Covid, che aveva un valore atteso pari a 7,3%.

Per quanto riguarda i ricoveri programmati, nel 2021 c’è stato un parziale recupero sul 2020, ma resta ancora evidente la differenza rispetto ai livelli precedenti, pari a -16% rispetto al 2019.

Per gli interventi di bypass aorto-coronarico, si è registrata una riduzione di 1.900 ricoveri rispetto all’atteso. Nel biennio 2020-2021, lo scostamento complessivo rispetto al trend è stimabile in circa 5 mila ricoveri.

Qui si registra una grande variabilità intraregionale, superiore a quella interregionale.

Area muscolo-scheletrica

Passando poi all’area muscolo-scheletrica, c’è stata senza dubbio una significativa ripresa delle attività programmate rispetto al 2020, soprattutto in ambito privato puntualizza Agenas, con un aumento di 18 mila interventi di protesi d’anca e 14 mila interventi di protesi di ginocchio.

Ma anche qui resta un gap rispetto ai livelli prepandemici: nel biennio 2020-2021, la perdita complessiva rispetto al trend è stimabile in circa 27mila interventi di protesi d’anca e 39mila interventi di protesi di ginocchio.

Per le attività chirurgiche “a ciclo breve” (come la colecistectomia laparoscopica), rimane particolarmente penalizzata la modalità di ricovero in day surgery, che era cresciuta parecchio nel periodo 2015-2019 e poi si era ridotta drasticamente, del 31%, nel 2021.

Parto

Riguardo poi al parto, Agenas evidenzia che “permane una marcata inappropriatezza in ambito materno-infantile, ad esempio nel ricorso al taglio cesareo“.

Nel 2021, solo il 14,1% delle maternità con meno di 1.000 parti l’anno e il 69,7% di quelle con volumi superiori a 1.000 hanno fatto registrare proporzioni in linea con quanto fissato per decreto. Basso anche il numero di parti vaginali dopo un precedente cesareo, con valore medio a livello nazionale pari a 6,7%.

Oncologia

Infine, l’assistenza in ambito oncologico, che nel 2021 ha fatto registrare importanti segnali di ripresa. Ad esempio, le ospedalizzazioni per tumore maligno della mammella, che nel 2020 si erano ridotte dell’11%, con circa 6 mila interventi in meno rispetto all’atteso, sono tornate ai livelli pre-pandemia.

Il 74% degli interventi è stato effettuato in unità operative che hanno rispettato la soglia prevista, in aumento rispetto al 67% del 2020. Se si considera il volume per operatore, la quota di interventi effettuati da operatori esperti è pari al 70%.

I migliori ospedali per il cuore

Il Piano nazionale esiti-Pne di Agenas però è particolarmente rilevante anche perché consente di vedere quali sono i migliori ospedali in Italia a seconda delle diverse specialità.

Per quanto riguarda ad esempio l’area cardiovascolare, l’analisi ha considerato le strutture che garantiscono gli standard assistenziali nella maggior percentuale di casi, prendendo come parametro l’intervento di angioplastica coronaria garantita entro i 90 minuti. Ecco gli ospedali che occupano i primi 10 posti per interventi al cuore:

  1. Ospedale del Mare di Napoli (84,2%)
  2. Policlinico Tor Vergata di Roma (84%)
  3. Ospedale Spaziani di Frosinone (82,8%)
  4. Ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca (82,1%)
  5. Ospedale Maria Vittoria di Torino (77,8%)
  6. Ospedale S. Antonio Abate di Erice (77,3%)
  7. Ospedale Centrale di Bolzano (76,3)
  8. Ospedale Mater Domini di Catanzaro (75,4%)
  9. Ospedale Maria Santissima Addolorata di Eboli (75%)
  10. Ospedale Infermi di Rimini (74,8%).

Prendendo invece come riferimento la mortalità per bypass a 30 giorni dall’intervento, cioè il numero di decessi a distanza di un mese da un infarto, l’Umberto I di Ancona è l’unico a non aver registrato nessun decesso. Vediamo i primi 10 con minor mortalità:

  1. Umberto I di Ancona, (0%)
  2. Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine (0,5%)
  3. Casa di cura Montevergine di Mercogliano (0,67%)
  4. Ospedale Del Cuore Pasquinucci di Pisa (1,19%)
  5. Heperia hospital di Modena (1,32%)
  6. Ospedale San Giovanni Di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno (1,43%)
  7. Policlinico Gemelli (1,63%)
  8. Ospedale Ss. Annunziata di Chieti (1,96%)
  9. Ospedale di Treviso (2,34%)
  10. Ospedale di Vicenza (2,38%).

I migliori ospedali per i tumori

Per l’area oncologica lo studio Agenas prende in considerazione il volume di interventi negli ospedali relativi a due tipi di tumore: alla mammella e alla prostata.

Migliori ospedali per tumore al seno

Ecco i 10 migliori ospedali italiani per la cura del tumore al seno, per numero di interventi:

  1. Istituto europeo di oncologia di Milano (2716)
  2. Policlinico Gemelli di Roma (1208)
  3. Ospedale Humanitas di Rozzano (1031)
  4. Istituto nazionale dei tumori di Milano (887)
  5. Azienda ospedaliera Careggi di Firenze (846)
  6. Ospedale Bellaria di Bologna (796)
  7. Ospedale Sant’Anna di Torino (768)
  8. Humanitas di Misterbianco in provincia di Catania (739)
  9. Istituto oncologico veneto di Padova (722)
  10. Azienda ospedaliera di Pisa (715)

Migliori ospedali per tumore alla prostata

Relativamente ai tumori alla prostata, ecco gli ospedali che hanno effettuato più operazioni:

  1. Azienda ospedaliera Careggi di Firenze (621)
  2. Istituto europeo di oncologia di Milano (505)
  3. Casa di cura Pederzoli di Peschiera del Garda (367)
  4. Ospedale san Raffaele di Milano (354)
  5. Ospedale Sant’Orsola di Bologna (321)
  6. Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti (305)
  7. Azienda ospedaliera San Luigi di Orbassano (271)
  8. Ospedale Humanitas di Rozzano (255)
  9. Istituto regina Elena di Roma (249)
  10. Ospedale Sacro cuore don Calabria di Negrar (248).