Il piano per ridurre i consumi di gas in Italia è sostenibile e può garantire un rilevante risparmio di risorse. A dirlo è direttamente il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in un’intervista a Radio Capital. “Se la collettività si comporta in maniera sobria nei consumi energetici a livello volontario, si risparmia una quantità di gas che può arrivare quasi un terzo di quella che prendevamo prima dalla Russia ogni anno”.
Il governo ha messo a punto un piano per abitazioni private “che non è draconiano, ma sostenibile“ assicura. E ora “stiamo lavorando con le aziende e con Confindustria per fare un piano per i consumi industriali’‘, spiega Cingolani.
Piccole azioni portate avanti da una collettività danno risparmi che molti nemmeno conoscono, prosegue. “Stiamo parlando di un’operazione innanzitutto di consapevolezza”, ha detto, escludendo la possibilità di sanzioni. “Stiamo parlando di fare risparmi ragionevoli”, che andranno spiegati. Per questo bisognerà fare una campagna mediatica potente, che arrivi a tutti, famiglie, giovani, anziani.
La Russia attacca l’Italia: “Suicidio economico”
Intanto, arriva come un missile un’accusa diretta al nostro Paese. La Russia prospetta il “suicidio economico” dell’Italia per le sanzioni che anche Roma ha adottato nei confronti di Mosca.
Un attacco che il ministro Cingolani definisce rivelatore della “mentalità totalitaria” di Putin. “Loro pensano che gli Stati prendano ordine da altri Stati. Noi siamo una grande democrazia, in un trust di democrazie europee. Stiamo lavorando per garantire l’indipendenza energetica”.
Il nuovo affondo di Mosca è arrivato attraverso un post sui social della portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova: “Roma è spinta al suicidio economico per la frenesia sanzionatoria euro-atlantica”, ha scritto. Il risultato sarà che le imprese italiane saranno “distrutte dai ‘fratelli’ d’Oltreoceano”, poiché le aziende americane oggi “pagano l’elettricità 7 volte meno di quelle italiane”.
Italia burattina in mano a Usa e Ue?
“Le sanzioni sono diventate uno strumento di concorrenza sleale” contro i produttori italiani, aggiunge Zakharova, secondo la quale “quando le imprese italiane crolleranno, saranno comprate a buon mercato dagli yankee“.
Ma Cingolani non ci sta. Questa è “la logica di un rappresentante di uno Stato totalitario che pensa che si possa imporre ad uno Stato qualcosa. Si figuri se l’Italia può seguire gli ordini di qualcuno” dice a “Il cavallo e la torre” su Rai3 replicando alle accuse di Mosca. “Stiamo lavorando affinché i sacrifici per gli italiani siano minimi”.
Ma Mosca insiste: il piano italiano per la riduzione della dipendenza dalle fonti energetiche russe “è imposto a Roma da Bruxelles, che a sua volta agisce su ordini di Washington, ma alla fine saranno gli italiani che dovranno soffrire”.
Parole che hanno fatto insorgere anche la Commissione europea, il cui portavoce spiega che in mezzo a una crisi energetica di questa portata non intende assolutamente perdere tempo a commentare “le dichiarazioni folli delle personalità russe”.
Bruxelles sottolinea che “c’è un’eccellente cooperazione fra l’Ue e gli Stati membri sul tema energetico”, e “i Paesi lavorano insieme per rispondere alle sfide create dalle azioni russe”.
Putin: “Sanzioni minaccia al mondo intero”
Poche ore più tardi, Putin ha rincarato la dose, accusando l’Occidente ancora una volta: “Le sanzioni imposte dai Paesi occidentali alla Russia costituiscono una minaccia al mondo intero“, ha detto il presidente russo, nel suo discorso all’Eastern Economico Forum a Vladivistok.
“La pandemia è stata rimpiazzata da nuove sfide globali che pongono una sfida al mondo intero. Il presidente russo Vladimir Putin ha accusato i Paesi occidentali di condurre politiche che “minano le fondamenta del sistema economico globale” nel quadro caratterizzato dalle sanzioni adottate nei confronti di Mosca. Prima di lui, qualche giorno fa, era stato il portavoce del Cremlino Peskov a usare l’espressione “tempesta globale in arrivo”.
Il capo del Cremlino sostiene che “l’inflazione in Russia è in calo, mentre è in aumento nei Paesi occidentali”. Mosca starebbe insomma resistendo bene “alle aggressioni economica, finanziaria e tecnologica” dell’Occidente, mentre i Paesi occidentali starebbero soffrendo di più.
Poi, ha detto che “è impossibile isolare la Russia”. Mosca non ha perso e non sta perdendo nulla a causa di quella che definisce “operazione speciale” – cioè l’invasione dell’Ucraina – ma ha anzi rafforzato la propria sovranità”. Il leader russo si è detto certo che “l’economia globale attraversa un periodo difficile, ma la logica della cooperazione vincerà sicuramente”.
Eppure, i dati economici fotografano una situazione completamente diversa: la Russia sta lentamente implodendo, proprio grazie alle sanzioni, che dunque si stanno dimostrando efficaci.
La nuova sfida di Putin, lo stop al grano
Putin si fregia di aver rafforzato la sovranità russa: “Questo è un risultato evidente” dice. “Non abbiamo perso nulla e non perderemo nulla”. E lancia una nuova sfida all’Occidente.
Dopo il gas, lo “zar” vuole tagliare il grano. Ha annunciato infatti l’intenzione di discutere con il leader turco Recep Tayyip Erdogan la possibilità di limitare l’esportazione di grano e cibo dall’Ucraina all’Europa, “poiché non viene inviato ai Paesi più poveri che ne hanno bisogno”.
“Abbiamo fatto di tutto per garantire che il grano ucraino venisse esportato – ha detto Putin -. Lo abbiamo fatto insieme alla Turchia. Se escludiamo la Turchia come Paese intermediario, quasi tutto il grano esportato dall’Ucraina non viene inviato ai Paesi in via di sviluppo più poveri, ma ai Paesi dell’Ue”.
Putin ha sottolineato che “solo 2 navi su 87” sono state caricate nell’ambito del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite. “E sono state esportate 60mila tonnellate di cibo su 2 milioni di tonnellate. Come molti Paesi europei negli ultimi decenni e secoli, hanno agito come colonialisti, e continuano ad agire oggi. Ancora una volta, i Paesi in via di sviluppo sono stati ingannati e li continuano a ingannare”.
E ancora: “Ovviamente, con questo approccio la portata dei problemi alimentari nel mondo non potrà che crescere, purtroppo. Il che può portare a una catastrofe umanitaria senza precedenti. Forse dovremmo pensare di limitare l’esportazione di grano e cibo commerciale lungo questa rotta”. Cosa di cui discuterà, dice, con Erdogan. Propaganda potente, di cui è difficile ora prevedere la portata.