Negli ultimi tempi molte banche stanno bloccando i conti di diversi soggetti poiché considerati “a rischio”, con tutte le difficoltà che ciò comporta nella gestione delle finanze quotidiane.
Per quale motivo? E cosa si può fare? Proviamo a fare il punto.
Perché le banche bloccano i conti dei clienti
La fiducia è uno degli elementi fondamentali del sistema bancario, ma negli ultimi tempi si è verificato un fenomeno che potrebbe mettere in difficoltà diversi risparmiatori, ovvero: il blocco dei conti corrente da parte delle banche, poiché intestati a soggetti considerati “a rischio”.
Non esiste una definizione di “soggetti considerati a rischio”, poiché il modo in cui questi vengono identificati può variare da banca a banca e dipendere dalle politiche interne dell’istituto finanziario. Per esempio, possono rientrare in questa categoria gli individui con una cattiva storia creditizia, i clienti senza una storia finanziaria consolidata, cioè che non sono in grado di fornire informazioni sufficienti sulla propria situazione economica, oppure quelli che operano in settori considerati ad alto rischio, come il gioco d’azzardo e il mercato immobiliare, o che effettuano transizioni sospette.
Inoltre, le normative e le leggi vigenti possono influenzare il modo in cui le banche valutano e gestiscono il rischio associato ai propri clienti, nonostante le disposizioni introdotte dalla legge 104/2023 abbiano come obiettivo principale quello di fornire un quadro unico e chiaro per tutti.
Questa legge, infatti, è stata introdotta per proteggere i risparmiatori e garantire la continuità dei servizi bancari anche per coloro che potrebbero essere considerati a rischio da parte delle istituzioni finanziarie. Tuttavia, nonostante le regole chiare e precise fornite, molte banche sembrano ignorare tali normative e procedere con chiusure di conti ingiustificate.
Il problema principale sembra essere legato all’interpretazione delle norme da parte delle banche, che tendono ad adottare una politica estremamente cauta nel gestire i propri rischi, talvolta a discapito dei propri clienti. Questo atteggiamento può avere conseguenze gravi per coloro che si trovano improvvisamente senza accesso ai propri fondi, con tutte le difficoltà che ciò comporta nella gestione delle proprie finanze quotidiane.
Quando vengono bloccati i conti correnti?
In linea di massima i conti correnti possono essere bloccati dalle banche in diversi scenari, tra cui i casi sospetti di frode o attività illecite, insolvenza del cliente, o semplicemente a discrezione dell’istituto finanziario, che potrebbe considerare il cliente a rischio finanziario per via di condizioni che vengono definite tali dalla policy aziendale.
Tuttavia, proprio alla luce di quanto successo nell’ultimo periodo, le fiduciarie, agendo nell’interesse dei propri clienti, si sono viste costrette a ricorrere alla magistratura per far valere i diritti dei risparmiatori e garantire che le banche rispettino le disposizioni della legge 104/2023, anche se questo approccio potrebbe non essere sufficiente a risolvere il problema alla radice.
Quando la banca sblocca il conto corrente?
La banca dovrebbe sbloccare il conto corrente una volta risolte le ragioni che hanno portato al blocco, come la risoluzione di un problema di insolvenza o la verifica della regolarità delle operazioni finanziarie del cliente.
Ma attenzione, “dovrebbe” sbloccare il conto corrente non appena chiarita la questione, ma in realtà la tempistica e la correttezza del processo di sblocco dipendono da diversi fattori, tra cui la natura della problematica emersa, le politiche interne della banca e il rispetto delle leggi e dei regolamenti.
Cosa fare in caso di conto corrente bloccato
Se il blocco del conto corrente è stato effettuato in modo arbitrario o ingiustificato, la banca ha l’obbligo di risolvere la situazione tempestivamente e correttamente. Tuttavia, se il blocco è stato motivato da ragioni valide, come sospetti di frode o insolvenza del cliente, potrebbero essere necessari tempi più lunghi per risolvere la questione in conformità con la legge.
In caso di ritardi ingiustificati o comportamenti scorretti da parte della banca, i clienti hanno il diritto di rivolgersi alle autorità competenti o di intraprendere azioni legali per tutelare i propri interessi e far valere i propri diritti.