Benzina, troppe irregolarità ai distributori: come può cambiare il decreto

Le Fiamme Gialle denunciano le troppe irregolarità, il Governo sarebbe pronto a modificare il decreto: presto un altro tavolo con i gestori

L’avvio del 2023 non è di certo stato dei miglio per il governo guidato da Giorgia Meloni che, a inizio anno, ha dovuto fare i conti con le tensioni derivanti dal drastico aumento del costo dei carburanti. Dopo lo stop allo sconto sul taglio delle accise, venuto meno il 31 dicembre 2022, i prezzi di benzina e diesel sono infatti aumentati in maniera vertiginosa, portando l’esecutivo a varare un decreto che potesse combattere il sovrapprezzo del carburante e non solo. Una manovra per fare chiarezza che però ha trovato nei benzinai l’ostacolo più grande, con l’intero comparto che ha deciso di scioperare dopo lo “scaricabarile” che il governo stava mettendo in atto.

Con un mese di 2023 alle spalle, l’esecutivo è ora pronto a mettere mano al decreto, per cercare di venire incontro alle richieste di cittadini e lavoratori del settore che però, come rilevato dalla Guardia di Finanza, è tutt’altro che in linea con le direttive del Governo.

Le irregolarità ai distributori, allarme della Gdf

Già in passato vi avevamo parlato delle numerose irregolarità registrata delle Fiamme Gialle ai distributori di benzina, trend che nel 2023 non si è invertito. In un recente report alla Commissione Attività produttive della Camera, infatti, il colonnello Alberto Nastasia, capo Ufficio tutela uscite e mercati del Comando generale della Guardia di Finanza, ha sottolineato che ancora tante sono le note negative da segnalare.

“Nel solo mese di gennaio sono stati eseguiti 2.518 interventi, contestando 989 violazioni alla disciplina prezzi, di cui 341 per mancata esposizione e/o difformità dei prezzi praticati rispetto a quelli indicati e 648 per omessa comunicazione al ministero” ha spiegato. Nel corso dell’audizione, Nastasia ha evidenziato che nel 2022 “l’accisa evasa” sui carburanti “è stata quantificata in oltre 450 milioni di euro”.

Numeri che fanno scattare il campanello d’allarme che già il Codacons aveva fatto suonare chiaramente. “Le violazioni sul fronte dell’esposizione dei prezzi al pubblico, le irregolarità e l’omessa comunicazione dei listini al ministero proseguono indisturbate” ha fatto sapere l’organizzazione che continua a denunciare “i comportamenti scorretti a danno dei consumatori”.

Come può cambiare il decreto

Cosa aspettarsi quindi dal decreto benzina che nei prossimi giorni passerà nelle mani del Parlamento? Mercoledì 8 febbraio 2023 riprenderà il tavolo permanente tra governo e gestori, ma è dal 1° febbraio che scadrà il termine per presentare le proposte di modifica al decreto. Secondo quanto emerge, comunque, nelle prossime settimane potrebbero arrivare importanti novità.

Tra le prime modifiche che il Governo sarebbe pronto ad apportare c’è quella relativa all’eliminazione dell’obbligo di esposizione dei prezzi, che potrebbe quindi trovare spazio tra gli emendamenti. Probabile anche che si intervenga sulle sanzioni ai benzinai, punto che ha provocato negli scorsi giorni l’ira dei lavoratori che hanno indetto lo sciopero di 48 ore (poi revocato in essere) del 25 e 26 gennaio. È stato lo stesso Urso a proporre la modifica al tavolo con i benzinai, indicando un minimo di 200 euro e un massimo di 800.

Sull’obbligo di comunicazione dei prezzi, comunque, potrebbe esserci un passo intermedio tra il giornaliero e il settimanale (invece dell’abolizione totale) così come la chiusura dopo 4 (e non 3) omissioni di comunicazione nell’arco di due mesi (qui vi abbiamo parlato della bocciatura dell’Antitrust all’esposizione del prezzo).