Sale lo stipendio di 4 milioni di lavoratori nel 2023: quanto crescerà

Il taglio del cuneo fiscale inserito dal governo nella Manovra abbasserà le tasse sulla busta paga: retribuzioni in aumento per queste fasce di reddito

“Abbassare le tasse sul lavoro per alzare i salari degli italiani”. Questa, tra le altre, la frase che Giorgia Meloni e il gruppo di candidati di Fratelli d’Italia ha inserito nel programma elettorale con cui il partito ha vinto le elezioni politiche dello scorso 25 settembre. Uno slogan che rappresenta l’impegno più importante portato avanti dal centrodestra nel nostro Paese per quanto riguarda il tema del lavoro e delle retribuzioni.

Di certo la presidente del Consiglio non poteva disattendere la promessa che le ha permesso di insediarsi a Palazzo Chigi. Nonostante le risorse a sua disposizione fossero assai poche a causa dell’emergenza energetica che sta mettendo in ginocchio famiglie e imprese, la premier non ha rinunciato a mettere mano agli stipendi all’interno della legge di Bilancio che proprio in queste ore sta per essere approvata in Parlamento.

Taglio del cuneo fiscale, cosa ha deciso il governo e quanto vale

Che il governo fosse a corto di tempo (la Manovra verrà approvata a soli due mesi dall’insediamento) e di soldi (21 dei 35 miliardi di euro della Finanziaria sono destinati a contrastare il caro bollette) è cosa risaputa. Come è chiaro a tutti che Giorgia Meloni non avrebbe rinunciato ad alcune misure bandiera volute fortemente dalla coalizione che la sostiene. In particolare, il taglio del cuneo fiscale rappresenta la norma più importante presente all’interno del maxiemendamento presentato alle Camere dall’esecutivo.

È stato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – assieme ai tecnici del suo dicastero – a scrivere il testo della misura che andrà a diminuire la differenza che a oggi esiste tra la retribuzione lorda e quella netta di un lavoratore. Nello specifico, sono due gli interventi principali approvati dal Consiglio dei ministri:

  • la conferma anche per il 2023 del taglio di due punti percentuali per le retribuzioni fino a 35mila euro lordi annui, già decisa dal governo di Mario Draghi per il solo 2022;
  • l’aggiunta di un ulteriore taglio di un punto percentuale (per un totale di tre) per tutti coloro che dichiarano fino a 25mila euro lordi annui.

In totale, queste due voci di spesa graveranno sulle casse dello Stato per circa 4 miliardi e mezzo di euro solamente per i prossimi dodici mesi. La premier ha dichiarato più volte che verranno fatti nuovi tentativi per ampliare ancora di più la platea dei beneficiari (al momento composta da 15,4 milioni di lavoratori dipendenti), ma il problema rimane quello di trovare le risorse.

Stipendi più alti da gennaio 2023: chi guadagnerà di più

Eppure, già con questa prima sforbiciata, sarà notevole l’impatto sulle buste paga dei contribuenti. Facendo una suddivisione per fasce di reddito, lo schema per gli aumenti netti di stipendio dovrebbe essere il seguente:

  • chi guadagna tra i 10 e i 15mila euro lordi annui vedrà crescere la propria retribuzione dai 18 ai 27 euro netti ogni mese;
  • chi dichiara tra i 16 e i 25mila euro lordi annui vedrà aumentare lo stipendio dai 30 ai 38 euro netti ogni mese;
  • chi incassa tra i 26 e i 35mila euro lordi annui (quindi coloro che avranno un taglio del cuneo del 2%) vedrà salire il valore della busta paga dai 26 ai 32 euro netti ogni mese.

Il tutto mentre proprio in questi giorni l’Istat ha diffuso i risultati dell’indagine denominata “Reddito e condizioni di vita“. L’istituto di statistica ha voluto evidenziare l’importanza della misura sulle retribuzioni: come si legge nel documento, in Italia dal 2019 il cuneo fiscale continua a superare il 45% del costo del lavoro.