Allarme benzina, attenzione alla doppia tassa: quanto costa adesso

Le associazioni di categoria sperano che i fondi stanziati nella Manovra aiutino un settore – quello dei trasporti – che vive una crisi senza precedenti

Pubblicato: 30 Gennaio 2022 18:16

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Redazione

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Non solo luce e gas. Gli aumenti vertiginosi dei costi dell’energia riguardano anche il gasolio utilizzato per gli autotrasporti. Sono i dati a mostrarlo e lo scenario è alquanto preoccupante. In un anno (ossia dallo scorso gennaio 2021), il prezzo di un litro di carburante è salito da circa 1,35 euro di dodici mesi fa agli attuali 1,65 euro, facendo registrare un aumento del +22,3 per cento. E un pieno, per un mezzo pesante di oltre 11 tonnellate, sfiora i 150 euro.

Non si tratta quindi del solito problema delle accise che mantengono altro il costo dei combustibili: la questione va aldilà degli oneri di sistema, che il nostro Paese si porta dietro ormai fin dagli inizi dell’Italia repubblicana. Il punto vero sono le nuove tasse, perchè sono quella voce su cui le scelte della politica hanno più possibilità di incidere. A sottolinearlo è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre (Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato), che ha misurato anche gli effetti sulle imprese del rincaro che sta mettendo in ginocchio i cittadini italiani.

Prezzo del carburante alle stelle: un problema che azzoppa il settore degli autotrasporti

I calcoli sono presto fatti: un tir percorre, ogni anno, una media di centomila chilometri. Stimando il consumo al chilometro in 3,5 litri, il risultato è che nell’ultimo anno gli autotrasportatori hanno dovuto fare i conti con un incremento di spesa di 8.600 euro per ogni automezzo. Una cifra che fa impressione, se si tiene a mente che le aziende che si occupano di autotrasporti in Italia sono oltre 98mila. A guadagnarci è l’erario dello Stato, che quest’anno ha incassato un maggiore gettito di 1 miliardo di euro.

Ciò che colpisce davvero, evidenzia l’analisi della Cgia, è il meccanismo che garantisce allo Stato incassi di questa portata. Infatti si legge che “a fronte dell’aumento dei prezzi del greggio registrato a partire dall’inizio del 2021, per lo Stato, che applica sulla base imponibile dei carburanti l’Iva al 22 per cento, il gettito è aumentato. Se poi teniamo conto che questa base imponibile contiene anche le accise, questo è un tipico esempio di doppia tassazione”.

Le merci in Italia si muovono soprattutto su gomma, con costi elevati

Insomma, una vera e propria “tassa sulla tassa” su un settore fondamentale per lo spostamento di merci all’interno dei confini nazionali. Circa il 70 per cento dei prodotti viaggia su gomma e l’89 per cento del traffico merci su strada è ad appannaggio del trasporto nazionale, per essere precisi. Le tratte che più hanno risentito di questo balzo dei prezzi del gasolio sono la Genova-Bari (+156 euro), la Reggio Calabria-Roma (120 euro), la Bologna-Napoli e la Milano-Roma (+100 euro) e la Venezia-Torino (69 euro).

La Cgia di Mestre chiede così al governo di sfruttare il “tesoretto” da 1 miliardo di euro inserito nella legge di Bilancio 2022 approvata dal premier Mario Draghi. La sua finalità dovrebbe essere appunto quella di aiutare il settore aumentando il credito d’imposta sui carburanti. Anche perché, ricorda l’associazione nella conclusione del documento, le accise incidono in maniera “impressionante”: il 41 per cento sulla benzina verde, il 37,5 per cento sul gasolio e il 18 per cento sul Gpl.