Al via una settimana di sciopero generale: attenzione alle date per regione

I sindacati Cgil e Uil hanno indetto 5 giorni di stop per protestare contro la Manovra da 35 miliardi varata dal governo Meloni

Pubblicato: 12 Dicembre 2022 10:15

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Italia ferma, per una settimana intera. Cinque giorni di stop per protestare contro la Manovra da 35 miliardi varata dal governo Meloni, che non piace quasi a nessuno, dalla Corte di Conti a Confindustria, ma soprattutto ai sindacati. Cgil e Uil hanno indetto 5 giorni di manifestazioni e blocchi per dire no.

Cosa non va nella Manovra Meloni

“Una legge di Bilancio contro il lavoro, sbagliata e da cambiare” attacco le sigle sindacali. Il governo di Giorgia Meloni, spiegano, proprio mentre l’inflazione sta mangiando il potere d’acquisto di retribuzioni e pensioni, “premia gli evasori e, con la flat tax fino a 85mila euro per il lavoro autonomo, rende ancora più ingiusto il sistema fiscale, sempre più scaricato sul lavoro dipendente, che a parità di reddito paga il triplo”.

Le accuse riguardano l’impianto generale, ma soprattutto il tema fisco, lavoro e pensioni. L’Esecutivo “trasforma le tasse sugli extraprofitti frutto della speculazione sul caro energia in ‘contributo di solidarietà straordinario’ e cambia platea e metodo di calcolo, riducendo gli 11 mld, attesi dalla tassazione di Draghi, a 2,6 mld. Aumenta la precarietà di giovani, donne, nel Mezzogiorno, allargando l’utilizzo dei voucher, che considerano il lavoro merce, senza diritti e senza tutele”.

Cambia anche il meccanismo di adeguamento delle pensioni all’inflazione, “rendendo ancora più penalizzante e discriminante Opzione donna. Peggiora la situazione attuale con Quota 103 che prevede i due requisiti: 62 anni di età e 41 di contributi”.

E ancora, secondo i sindacati la Manovra è sbagliata perché taglia le risorse a sanità e scuola, che pagano pesantemente il prezzo dell’inflazione, colpevolizza e colpisce i più poveri, andando verso l’abolizione del Reddito di cittadinanza, e non stanzia adeguate risorse per i rinnovi contrattuali pubblici e per il trasporto pubblico.

In arrivo “pandemia salariale”

“La bozza della Legge di bilancio 2023 è sbagliata e produrrà effetti devastanti sui lavoratori e sui pensionati, giornalmente alle prese con il carovita e costretti ad affrontare, dopo un biennio di emergenza sanitaria, una vera e propria pandemia salariale”.

In un momento drammatico per il nostro Paese e per l’Europa, “forse uno dei più bui della storia recente, il Governo sdogana una Manovra che colpirà, paradossalmente, le persone più povere, aumentando le disuguaglianze e l’ingiustizia sociale, mortificherà il lavoro stabile e pubblico, aprendo le porte a una maggiore precarietà e alle privatizzazioni e che, lungi dal contrastare l’iniquità fiscale, finirà con il premiare gli evasori” affermano Cgil e Uil.

Cosa chiedono i sindacati: come dovrebbe essere la Manovra 2023

I sindacati chiedono di aumentare i salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35mila euro per recuperare almeno una mensilità, e introducendo un meccanismo automatico di indicizzazione delle detrazioni all’inflazione, il cosiddetto recupero del drenaggio fiscale.

Chiedono di conferire tutele a tutte le forme di lavoro, assegnando ai CCNL un valore generale, sancendo così anche un salario minimo e diritti normativi universali; di eliminare le forme di lavoro precario per un unico contratto di inserimento al lavoro con contenuto formativo, ma anche una riforma fiscale che rispetti il principio della progressività, la tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà.

E ancora, dicono, serve la rivalutazione delle pensioni, la cancellazione della Legge Fornero e l’introduzione dell’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere”, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita con 41 anni di contributi.

Infine, più risorse per il diritto all’istruzione e per la sanità che ha affrontato e sta affrontando gli effetti drammatici della pandemia,

“Sono necessarie riforme vere, ispirate dai criteri di solidarietà e giustizia sociale, fondate sulla qualità e la stabilità del lavoro, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e su nuove politiche industriali ed energetiche capaci di prospettare un futuro per il Paese, sulla trasformazione digitale e la riconversione verde, su uno stato sociale più forte e qualificato” tuona la Cgil.

Sciopero generale dal 12 al 16 dicembre: i settori coinvolti

Per tutti questi motivi gli scioperi generali in Italia dureranno da lunedì 12 a venerdì 16 dicembre compresi, con modalità diverse da regione a regione. Tante le iniziative ovunque.

Per quanto riguarda i settori coinvolti dal blocco, a rischio la scuola, con lo sciopero generale regionale dei lavoratori degli istituti statali e paritari, della formazione professionale, dell’università, degli enti di ricerca e dell’Afam (l’Alta formazione artistica e musicale, che comprende conservatori, scuole di danza e accademie delle belle arti).

Come già accaduto venerdì 2 dicembre, di nuovo a rischio anche i trasporti. Per ora si sa solo che la segreteria regionale del sindacato Filt-Cgil ha proclamato uno sciopero dalle 9 alle 17 del personale delle Ferrovie dello Stato nel Lazio e in Campania per venerdì 16 dicembre, anche se resta escluso il trasporto passeggeri a lunga percorrenza (Intercity, Alta Velocità).

Ricordiamo che questa è già una settimana difficile per via dello sciopero dei benzinai in autostrada.

Sciopero generale: le date per regione

Ma vediamo nel dettaglio le date degli scioperi generali per regione:

  • lunedì 12 dicembre: Calabria
  • martedì 13 dicembre: Sicilia e Umbria. A Perugia, in Piazza Italia, interverrà alle ore 11 Maurizio Landini, segretario generale della Cgil
  • mercoledì 14 dicembre: Puglia, Trentino, Valle D’Aosta, Veneto. A Bari la manifestazione regionale si terrà in piazza Federico II di Svevia alle 11.30, con la presenza di Landini
  • giovedì 15 dicembre: Abruzzo, Marche e Piemonte
  • venerdì 16 dicembre: Alto Adige, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Sardegna e Toscana

Gran finale a Roma venerdì 16 dicembre, con uno sciopero generale regionale per tutta la giornata lavorativa. In piazza dalle ore 10, in piazza della Madonna di Loreto. Interverranno al comizio il segretario generale della Cgil Maurizio Landini e il segretario generale della Uil del Lazio Alberto Civica.