In risposta alle devastanti alluvioni che hanno colpito Valencia, la Spagna ha approvato un pacchetto di aiuti pari a circa 11 miliardi di dollari per affrontare i danni. Durante la conferenza stampa di ieri 5 novembre, il premier Pedro Sanchez ha confermato che il pacchetto comprende prestiti e sovvenzioni destinati alle vittime della catastrofe, ma le autorità locali giudicano la cifra insufficiente.
Solo il giorno prima, il presidente della provincia, Carlos Mazón, aveva richiesto un contributo di almeno 34 miliardi per coprire le spese di ricostruzione e supporto economico.
Il Consorcio de Compensacion de Seguros: risarcimenti lampo per danni catastrofici
Otto giorni dopo l’alluvione che ha devastato Valencia, la Spagna mette in moto il suo apparato assicurativo statale. Da oggi 6 novembre, il Consorcio de Compensacion de Seguros (Ccs) darà il via ai risarcimenti per le case, le attività commerciali e le oltre centomila auto danneggiate.
Un meccanismo di rimborso immediato, che consente ai cittadini di Valencia di iniziare a riassestarsi, mentre le richieste si fanno già online e le perizie sono garantite in pochi giorni. Questo approccio, che prevede la copertura obbligatoria contro i rischi straordinari, offre una sicurezza tangibile e una rapidità d’azione che in molti invidiano.
Governo e Ccs: fondi milionari per ridare fiato alle imprese
Il modello spagnolo non si ferma ai risarcimenti assicurativi. Il governo ha stanziato 840 milioni per sostenere le piccole imprese colpite e i lavoratori autonomi, con contributi diretti che oscillano tra 10 e 150 mila euro. A queste somme si aggiungono risarcimenti per i danni alle case, arredi, e anche per le invalidità.
Con la disponibilità di cinque miliardi di prestiti garantiti per la ricostruzione di case e fabbricati, la Spagna dimostra una risposta pragmatica: sostenere subito chi è stato colpito, senza passare per iter infiniti. Intanto, lo Stato si farà carico del 100% delle spese di emergenza sostenute dai comuni, mentre coprirà solo la metà dei costi per le riparazioni delle infrastrutture pubbliche.
Il bilancio tragico delle alluvioni e l’impatto economico
La tempesta, descritta dall’Agenzia Meteorologica Nazionale come la più grave dal 1987, ha causato la morte di almeno 211 persone, secondo i dati aggiornati dei servizi di emergenza locali. Le alluvioni, che hanno colpito la regione in modo devastante, hanno inflitto danni a numerosi settori economici, dall’agricoltura all’industria, fino ai servizi.
La Camera di Commercio di Valencia ha stimato che circa 4.500 imprese hanno subito danni, con circa 1.800 fortemente colpite. Tra i settori più colpiti figura l’industria dell’automobile, vitale per l’economia della provincia. Sebbene il principale stabilimento Ford a Valencia non abbia riportato danni diretti, le attività sono state interrotte per due giorni la scorsa settimana.
Uno sforzo straordinario di risorse umane e tecniche
Il premier Pedro Sanchez ha dichiarato Valencia zona disastrata, un atto che consente un afflusso aggiuntivo di risorse e finanziamenti. Il dispiegamento di forze è stato massiccio: circa 15.000 soldati e poliziotti sono stati inviati in loco, accompagnati da 287 brigate forestali, un centinaio di funzionari doganali, 44 medici legali e 600 veicoli specializzati per le operazioni di pompaggio, pulizia e assistenza.
Sanchez ha sottolineato che il lavoro di ripristino è a buon punto, con il 98% delle abitazioni nuovamente fornite di elettricità e oltre 40 miglia di strade e ferrovie ripristinate.
Il costo delle calamità naturali e l’urgenza di una risposta strutturata
Negli ultimi anni, i fenomeni climatici estremi stanno costando alla Spagna sempre di più. Le alluvioni come quelle che hanno colpito Valencia non sono eventi isolati ma si inseriscono in un trend di cambiamento climatico che rende le catastrofi naturali più frequenti e devastanti. Secondo un rapporto della fondazione Aon Spagna, tra il 2016 e il 2021 i danni causati da disastri naturali, alluvioni incluse, hanno comportato costi annuali compresi tra 940 milioni e 2,5 miliardi di dollari. È una spesa enorme, una spesa che nessuna economia può permettersi di sottovalutare, perché non riguarda solo le infrastrutture ma tocca anche l’economia, la vita quotidiana delle persone e la resilienza dei settori produttivi più vulnerabili.
In risposta a crisi come quella di Valencia, lo Stato ha messo in moto un intervento di emergenza, ma è sempre più evidente che non si tratta solo di tappare i buchi dopo il disastro. Serve una visione più ampia e, forse, un cambio di paradigma: proteggere il territorio e le sue risorse con misure strutturali, che guardino al lungo termine e che prevedano investimenti strategici per rendere le città e i settori produttivi più resistenti di fronte ai fenomeni estremi.