Negli ultimi mesi i prezzi dei trasporti logistici marittimi, soprattutto quelli tra Asia ed Europa, sono aumentati a un ritmo che ricorda quello dell’inizio della crisi del commercio globale del 2022. Anche se la situazione sembra ancora molto migliore rispetto ad allora, una serie di fattori stanno rendendo sempre più difficile trasportare merci per il mondo in maniera sicura e veloce.
Una parte significativa di questo aumento dei prezzi è dovuta agli attacchi degli Houthi alle navi cargo dirette verso il Mar Rosso. Un rischio che si sta acutizzando nuovamente dopo che i ribelli yemeniti hanno fatto esplodere un drone nel centro di Tel Aviv, uccidendo una persona, e Israele ha risposto distruggendo un porto sulla costa dello Yemen, considerato una base della fazione sostenuta dall’Iran.
L’aumento dei prezzi dei trasporti merci marittimi
Il costo dei trasporti marittimi delle merci sta aumentando da alcuni mesi e ha raggiunto livelli simili all’inizio della crisi del commercio globale del 2022. Il report Italian maritime economy segnala che, sulla rotta Shanghai Genova, il costo di un viaggio per un container è aumentato del 306% da inizio anno. Anche se la rotta tra Asia ed Europa è quella più sotto stress, questa tendenza è visibile anche a livello globale.
Un Teu, l’unità di misura che equivale al volume di un container da trasporto merci, sfiora in media i 6mila dollari aumentando del 286% rispetto a gennaio. Le ragioni partono ovviamente dalla tensione in Medio Oriente, riaccesasi in questi giorni dopo l’attentato nel centro di Tel Aviv rivendicato dagli Houthi e la risposta israeliana, con la distruzione di un porto yemenita.
L’allungamento della rotta per l’Europa attorno a Capo di Buona Speranza ha comportato una riduzione delle disponibilità delle navi, impegnate nel viaggio di 12 giorni più lungo di quello attraverso Suez. Molte delle nuove imbarcazioni più grandi sono state dirette quindi verso l’Europa per colmare questo vuoto, ma questo ha messo in crisi le rotte verso l’America. A tutto questo si unisce anche la transizione energetica, che impone nuovi standard di emissioni e costi maggiori.
L’effetto sui prezzi dei prodotti in Italia
Il prezzo dei trasporti logistici marittimi è aumentato però anche a causa di un anticipo del picco stagionale. Le aziende europee ordinano le merci di cui avranno bisogno per il periodo natalizio di solito tra luglio e agosto, ma quest’anno, per paura delle tensioni in medio oriente, questo picco è stato anticipato tra maggio e giugno, almeno parzialmente. Questo ha allungato quindi il periodo di alto traffico marittimo, sollecitando ulteriormente il sistema del commercio mondiale.
Ne consegue che questi aumenti potrebbero non colpire i mercati europei, e quindi quello italiano, prima dell’inizio dell’inverno, quando le aziende dovranno rientrare delle spese che si sono sobbarcate aumentando i prezzi. Il rischio è quindi quello di un picco dei prezzi al consumo, pur limitato, durante le feste natalizie, quando le merci arrivate in magazzino in questo periodo dovranno essere vendute.
La buona notizia è che la maggior parte delle ragioni per cui i prezzi stanno salendo sono contingenti e non sistemiche. Per quanto possa essere difficile trovare una soluzione alla questione che sta destabilizzando il medio oriente, quella in corso è comunque una fase calda del conflitto che molte potenze mondiali hanno ogni interesse a raffreddare.