Taxi fuori dal DDL Concorrenza, ancora una volta hanno vinto i tassisti

Il piano sarebbe quello di portare in aula alla Camera lunedì il DDL Concorrenza senza quindi l’art.10, quello sui tassisti, che verrebbe soppresso in commissione.

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Paolo Viganò

Giornalista di attualità politico-economica

Classe 1974, giornalista professionista dal 2003, si occupa prevalentemente di politica, geopolitica e attualità economica, con diverse divagazioni in ambito sportivo e musicale.

Pubblicato: 22 Luglio 2022 11:18

Le agitazioni, i blocchi e gli scioperi delle ultime settimane hanno avuto, per l’ennesima volta, l’effetto desiderato: i tassisti possono esultare, L’articolo 10 relativo ad auto bianche ed Ncc verrà stralciato dal DDL Concorrenza. L’idea di promuovere la concorrenza “anche in sede di conferimento delle licenze” e l’indicazione di dover adeguare l’offerta dei loro servizi “mediante l’uso di applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti”, ovvero app come Uber e Lyft, esce dunque dall’agenda del Decreto.

Vince il centrodestra

Inieme ai tassisti festeggia l’intero centrodestra che sui taxi, come in precedenza sui balneari, ha condotto una vera e propria battaglia che alla fine ha fatto indispettire pure Draghi.

L’iter parlamentare

Nonostante la caduta del Governo Draghi il Parlamento vorrebbe concludere l’iter del disegno di legge sulla concorrenza, una delle riforme legate al PNRR. È quanto hanno riportato fonti parlamentari ad Ansa che hanno riferito che è in corso un confronto tra i gruppi della oramai ex maggioranza in queste ore. L’ipoteso più accreditata, su cui ci sarebbe già una intesa di massima, sarebbe appunto quella di stralciare gli elementi ancora divisivi, in particolare le misure sui taxi.

Il piano sarebbe quello di portare in aula alla Camera lunedì il DDL Concorrenza senza quindi l’art.10, quello sui tassisti, che verrebbe soppresso in commissione.

Le reazioni

“Giusto porsi oggi, con Draghi messo alla porta da M5S, FI e Lega, la questione di dar seguito all’agenda Draghi. Bene, la liberalizzazione del settore dei Taxi con una apertura del mercato alla tecnologia, alle app, agli NCC, a nuove licenze, è agenda Draghi, come ribadito nell’intervento del Presidente del Consiglio dimesso. No dunque a ogni ipotesi di stralcio da parte di +Europa dell’articolo 10 del provvedimento sulla concorrenza che libera il paese dal ricatto di gruppi organizzati concentrati sulle proprie rendite a danno dell’offerta ai cittadini. Ricordiamo che sono percorribili forme di compensazione per chi ha pagato le proprie licenze”, ha però fatto sapere Valerio Federico, componente della segreteria di Più Europa.

Nettamente contraria anche Assoutenti. “Ancora una volta lo Stato Italiano sembra voler cedere alle violenze e alle pressioni della lobby corporativa dei tassisti, dimostrando una debolezza verso le auto bianche che non ha eguali nel mondo – ha affermato il presidente Furio Truzzi – Da anni si attendono in Italia misure in grado di riformare il comparto del trasporto pubblico non di linea, aumentare la concorrenza e adeguare il servizio alle opportunità offerte dalla moderna tecnologia”.

“La cosa assurda è che il Governo da un lato stralcia le norme sui taxi che avrebbero favorito gli utenti, dall’altro lascia all’interno del Ddl concorrenza le disposizioni che faranno aumentare i costi dell’Rc auto attraverso l’obbligo per le compagnie assicurative straniere di aderire al risarcimento diretto – ha aggiunto Truzzi – Un corto circuito di cui faranno le spese i consumatori, ingiustamente danneggiati da un Ddl che sembra favorire unicamente lobby e corporazioni”.