Il dopo Draghi è iniziato: Borsa ko, addio bonus 200 euro e riforma pensioni

Il dopo Draghi, in un certo senso, è già iniziato: col crollo della Borsa di Milano, con lo Spread in rialzo, e con lo stop alla serie di misure che il governo aveva in agenda per le prossime settimane.

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Redazione

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Mario Draghi, all’indomani della folle giornata di mercoledì in Senato, va alla Camera per un nuovo passaggio della crisi di governo. “Draghi andrà alla Camera solo per dimettersi. Game over”, hanno riferito fonti di governo all’Adnkronos, confermando che all’inizio della discussione generale – alle 9 a Montecitorio – Draghi annuncerà le proprie dimissioni per poi salire al Quirinale e riferire al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

E il dopo Draghi, in un certo senso, è già iniziato: col crollo della Borsa di Milano, con lo Spread che ha iniziato a risalire, e con lo stop alla serie di misure che il governo aveva in agenda per le prossime settimane, cui va aggiunto i rischio di vedere sfumare la prossima tranche da 24 miliardi di aiuti del PNRR. Senza contare la riunione Bce che dovrebbe, o avrebbe dovuto, creare una sorta di scudo rispetto alle prevedibili tempeste sui mercati. La mossa di Conte, Salvini e Berlusconi fa stare più tranquilli taxisti e balneari, meno il resto del Paese.

Borsa ko

La Borsa ha chiuso in calo dell’1,6% al termine di una giornata molto volatile, in cui il Ftse Mib ha oscillato tra un rialzo dello 0,7% – confortato in mattinata dalla disponibilità del premier a proseguire l’esperienza di governo con una maggioranza ricompattata – e un calo del 2,3%, partito dopo la richiesta della Lega di un nuovo governo senza i 5Stelle e alimentato dalla paura di una crisi politica in una fase di grande complessità per via della crisi energetica, della guerra e dell’inflazione. Il rischio sempre più concreto di una fine anticipata della legislatura ha fatto poi crollare in serata i future su Piazza Affari (-4,1%).

Spread in salita

Alta tensione per lo spread tra Btp e Bund con la crisi del Governo Draghi. Il differenziale si mostra particolarmente nervoso e sale a 232 punti base, con un aumento di 19 punti rispetto alla chiusura di ieri. Nervosismo anche per rendimento del decennale italiano che sfiora il 3,6% (3,58%), con un aumento di 21 punti. In rialzo, ma con una intensità inferiore, anche i tassi dei Paesi ‘periferici’ con quello greco al 3,5% (+6 punti) e quello spagnolo al 2,54% (+7 punti).

Come la Grecia

La crisi italiana ha appiattito i rendimento dei titoli di Stato italiani su quelli della Grecia, con i bond di Atene con scadenza a due anni che vengono ormai giudicati meno rischiosi di 13 punti base dei Btp di analoga durata, e quelli a 10 anni separati da solo 7 punti, il minimo da inizio 2022. “Un crollo del governo, in questo momento, non farebbe certo dormire sonni tranquilli agli investitori”, dice all’Ansa Paul O’Connor, di Janus Henderson: “un ulteriore allargamento degli spread obbligazionari italiani sembrerebbe molto probabile, in un contesto di prolungata paralisi politica e in un momento in cui l’economia italiana si trova ad affrontare molteplici venti contrari”.

Cosa succede ora

La fine anticipata della legislatura, come ovvio, manderebbe in soffitta tutti i provvedimenti ora in Parlamento: dal ddl concorrenza alla riforma fiscale. E c’è la questione del PNRR, visti i progetti di riforma richiesti per ottenere una nuova tranche di anticipo del Pnrr.

Bollette e benzina

La sterilizzazione di 30 centesimi delle accise dei carburanti – dalla benzina al gasolio – è stata prorogata al 21 agosto, salvando gli esodi clou dell’estate. Poi il prezzo, se non ci sono ulteriori interventi, tornerebbe ‘pieno’.

Durano solo fino a settembre e quindi dovranno essere rinnovati per l’ultimo trimestre dell’anno gli interventi sulle bollette di gas e luce, che hanno bloccato gli oneri di sistema. Nonostante la crisi questi provvedimenti potrebbero essere adottati.

Manovra e pensioni

Il nuovo quadro di previsioni (la Nadef) va approvato entro il 27 settembre, e sarà comunque l’attuale governo a predisporre le previsioni ‘a legislazione vigente’. Le ipotesi di lavoro su taglio del cuneo o per la flessibilità in uscita delle pensioni sono ora in salita: scade infatti Quota 102, oltre che l’Ape Sociale e Opzione Donna. L’attuale governo aveva ipotizzato di prorogare questi due ultimi meccanismi e stava studiando un nuovo regime per consentire una maggiore flessibilità in uscita.

Bonus 200 euro e cuneo fiscale

Il sostegno dei redditi, per salvaguardarli dall’erosione dell’inflazione che ha raggiunto l’8%, passa attraverso molti strumenti che il governo ha ipotizzato di varare per la fine di luglio. Ma chiaro che anche se verrà varato il decreto difficile che vengano affrontati, ma anche che possa essere replicato per un secondo mese il bonus di 200 euro, previsto per dipendenti, pensionati e autonomi. Ancora più complicata l’ipotesi di una riduzione dell’Iva sugli aumenti dei beni di consumo più necessari.

Decadono anche la delega fiscale – per la riforma del sistema tributario che superato il nodo del catasto è ora in commissione al Senato – e il ddl concorrenza ora all’esame in commissione alla Camera, dove non è ancora stato sciolto il nodo dell’articolo 10 sui taxi.