La crisi che attraversa Stellantis, gigante automobilistico nato dalla fusione tra FCA e PSA, è segnata da contrasti evidenti tra le spese per i top manager e le difficoltà aziendali, con impatti significativi anche sui lavoratori e sugli azionisti. Proprio per questo negli ultimi mesi, il gruppo ha affrontato critiche severe per la disparità tra i compensi dei dirigenti e la situazione economica dell’azienda, creando un’atmosfera di crescente malcontento tra dipendenti e investitori.
Solleva infatti molti interrogativi il fatto che un’azienda paghi 36,5 milioni il proprio AD mentre riduce la produzione tagliando il personale e mettendo gli operai in cassa integrazione. Ma cosa sta succedendo?
Stellantis e la crisi
La direzione aziendale ha illustrato oggi al comitato esecutivo di Fim-Uilm-Fismic-Uglm-Aqcf l’attuale situazione di mercato. Il bilancio di Stellantis per il 2023 mostra una realtà divergente rispetto a quella attuale con il colosso automobilistico in crisi e 15 mila operai ridimensionati. A ciò si aggiunge il fatto che la holding è stata citata in giudizio da alcuni azionisti statunitensi con l’accusa di aver gonfiato le sue azioni nel 2024. Gli investitori ritengono infatti che il colosso delle automobili avrebbe fornito false valutazioni sulle scorte, sulla capacità di fissare i prezzi, sui nuovi prodotti e sul margine operativo.
Per quanto concerne il possibile taglio fino a 2450 posti lavoro nello stabilimento di Warren (Detroit) è intervenuto su tale questione ShawnFain, il capo del sindacato UAW. Ha spiegato che il problema non riguarda i lavoratori del settore auto ma il Ceo Carlos Tavares.
Quest’ultimo è finito sotto i riflettori qualche mese fa perché ha ottenuto uno stipendio record di 36,5 milioni di euro nel 2023 grazie a una combinazione di guadagni e di bonus. Si tratta di un compenso del 55% più alto rispetto a quello dell’anno antecedente e tale importo risulta ancora più significativo se lo si paragona a un operaio di Stellantis che guadagna invece circa 1845 euro al mese. Ed è proprio tale notevole differenza di trattamento che ha suscitato e continua a suscitare forti polemiche soprattutto, come detto, da parte dei sindacati.
Quanto guadagnano Tavares ed Elkann
Non solo Tavares ha guadagnato una cifra significativa lo scorso anno. Anche John Elkann ha percepito una più modesta cifra di 4,8 milioni di euro che insieme a quella di Tavares arriva a 41,2 milioni di euro su 43 milioni destinati all’intero consiglio di amministrazione dell’azienda. I compensi degli altri membri sono stati invece più leggeri. Robert Peugeot (il vice presidente) ha percepito infatti 216.927 euro mentre Andrea Agnelli ne ha guadagnati 62.644.
Ma se Stellantis è in crisi come è possibile che i due principali dirigenti abbiano percepito tale cifre? Lo stabilimento di Mirafiori, infatti, ha più di 3.000 lavoratori coinvolti in contratti di solidarietà fino a dicembre e non è finita. A essi si aggiungono anche i 10mila dipendenti delle sedi di Modena, di Atessa, di Pomigliano, di Menfi e di Cassino che sono interessati dalla cassa integrazione normale, da quella a guadagni ordinaria e dalle ferie prolungate.
In più sono circa 15mila i dipendenti che quest’anno hanno visto una riduzione temporanea o permanente del lavoro. Tale scenario di difficoltà economica però non ha impedito ai due top manager di guadagnare lauti compensi lo scorso anno.
Prorogata la cigo
Inoltre, è arrivata la notizia che prolunga di una settimana a settembre la cassa integrazione nello stabilimento Stellantis Europe di Atessa (Chieti). Prima della chiusura per ferie, i sindacati Fim, Cisl, Fiom avevano lanciato l’allarme sul rischio delle incertezze nel settore automotive in Val di Sangro, considerato che erano state annunciate altre due settimane di cigo dal 2 al 15 settembre, che ora appunto si allunga di una settimana.
Dopo le ferie, la produzione del furgone Ducato era ripresa ieri, ma con la sospensione del terzo turno notturno, fino a nuove comunicazioni, legato al calo produttivo. Oggi, vista la situazione contabile, l’azienda ha deciso di fare ricorso, precauzionalmente e in modo preventivo, ad una ulteriore settimana di Cigo dal 16 al 22 settembre per un numero massimo, fino al totale dei dipendenti del Plant.
Intanto, negli Usa il sindacato americano Uaw guidato da Shawn Fain minaccia lo sciopero nazionale contro il colosso delle auto. L’accusa per Tavares è di non rispettare gli impegni presi nel 2023.
L’attacco di Sbarra e Urso
Intanto, arrivano durissime dal Meeting di Rimini le parole del segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra. “Io penso che sia venuto il tempo che Stellantis presenti un serio progetto industriale e indichi chiaramente quali investimenti, quali nuovi modelli, quali garanzie sotto il profilo produttivo e occupazionale” ha detto. “Mi permetto di dire, e so di suscitare qualche irritazione, se Tavares pensasse ad una strategia industriale di Stellantis in Italia, in Europa e nel mondo, pensasse un po’ di meno alle sue retribuzioni e ai suoi compensi farebbe cosa veramente gradita alle persone”.
Gli fa eco il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: “Nel mio intervento ai 125 anni della Fiat ho ricordato che la nostra Costituzione, all’articolo 1, prevede che la Repubblica italiana è fondata sul lavoro. Ho aggiunto che il profitto è legittimo, ma non ad ogni costo. Ci aspettiamo che Stellantis si assuma la responsabilità sociale di rilanciare l’automotive in Italia“.
Con ex Fiat, continua, “siamo sempre pronti a un lavoro comune ove ci fosse l’intenzione di accrescere la produzione in Italia”. “Stellantis – osserva – ha presentato un piano in Italia che prevede di raggiungere il milione di veicoli, come avevamo concordato con Tavares nel primo incontro, oltre un anno fa. Ma nel frattempo riceviamo segnali negativi sul fronte della produzione e del ricorso alla cassa integrazione e non abbiamo ancora risposte sul destino della gigafactory a Termoli per la quale sono state impegnate risorse del Pnrr. Peraltro – sottolinea Urso – segnali negativi arrivano persino dagli Stati Uniti. Siamo però sempre pronti a un lavoro comune ove ci fosse l’intenzione di accrescere la produzione in Italia”.
Infine, sul progetto di Stellantis di assemblare in Polonia i modelli Leapmotor, “il prossimo piano incentivi sarà espressamente limitato ad auto con componenti europee, quindi italiane: mi auguro che Stellantis, come altre case produttrici, premi la componentistica nazionale, straordinaria forza del Made in Italy”.