Spread dell’Italia ancora in calo, perché investire nel debito pubblico conviene

Apre ancora in calo lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi, ma i rendimenti rimangono alti grazie ai tassi di interesse: come investire nel debito pubblico a dicembre

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

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Continua il calo dello spread tra Btp italiani e Bund tedeschi. I titoli benchmark a 10 anni dei due Paesi hanno ormai solo lo 0,71% di differenziale di rendimento, grazie alle politiche di bilancio austere che il governo Meloni ha scelto di applicare negli ultimi anni.

I rendimenti rimangono però relativamente alti, grazie ai tassi di interesse ancora lontani dai livelli pre-pandemia.

I mercati vedono gli investimenti nel debito pubblico italiano come sempre più sicuri. A dicembre si terranno quattro diverse aste tra Btp e Bot, che permetteranno a privati e grandi banche di investimento di acquistare titoli di Stato italiani.

Lo spread continua a calare

Anche la giornata del 3 dicembre si è aperta con un calo dello spread tra Btp italiani a 10 anni e Bund tedeschi. Il differenziale di rendimento in apertura era di 71 punti base, in calo dello 0,91% rispetto alla chiusura del 2 dicembre. I titoli di Stato dei due Paesi restituiscono ormai interessi molto simili:

  • rendimento dei Buoni del Tesoro pluriennali italiani, 3,45%;
  • rendimento dei Bund tedeschi, 2,74%.

Il calo dello spread tra Btp e Bund è ormai costante da tre anni. Dopo i picchi raggiunti nel 2022, due fattori hanno contribuito a far avvicinare i rendimenti dei titoli di Stato dei due Paesi:

  • le politiche di bilancio accorte del Governo italiano;
  • le difficoltà dell’economia tedesca.

Mentre i rendimenti dei titoli di Stato italiani continuavano a calare, aiutati dalla limitata spesa pubblica del governo Meloni culminata nel rientro anticipato del rapporto deficit/Pil sotto il 3% nel 2025, la Germania incontrava un’instabilità politica e difficoltà economiche con pochi precedenti recenti.

Perché i rendimenti rimangono alti

Nonostante lo spread sia ai livelli più bassi da un decennio, il rendimento dei Btp rimane ancora molto alto.

Se si considera il periodo prima del 2022, negli anni precedenti soltanto una volta, per un breve picco nel 2018 al momento della nomina del primo governo Conte, i rendimenti dei titoli di Stato italiani sono stati paragonabili a quelli odierni.

Il motivo per cui i rendimenti sono così alti sono i tassi di interesse. La Bce ha deciso di smettere di abbassare il costo del denaro, mantenendolo attorno al 2%, visti i livelli di inflazione dell’Eurozona e la crescita economica più forte del previsto in Ue.

Di conseguenza, la base da cui ogni prestito (inclusi quelli allo Stato italiano) parte è più alta rispetto a prima della pandemia da Covid-19, quando i tassi di interesse erano fissi a zero.

Le aste dei Btp di dicembre

Se si vuole approfittare della sicurezza dei titoli di Stato italiani e dei rendimenti ancora relativamente alti, a dicembre ci saranno quattro diverse aste, tra Btp e Bot:

  • mercoledì 10 dicembre, asta per i Bot (Buoni ordinari del Tesoro);
  • giovedì 11 dicembre, asta per i Btp (Buoni del Tesoro pluriennali a medio-lungo termine);
  • lunedì 29 dicembre, asta dei Bot e dei Btp short;
  • martedì 30 dicembre, seconda asta dei Btp.

Si tratterà di alcune delle prime aste di Bot e Btp dopo la valutazione positiva dell’agenzia di rating Moody’s, che ha promosso l’Italia il 21 novembre, alzando il giudizio sul debito pubblico a Baa2 per la prima volta in 23 anni.

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