Troppi interventi per salvare turisti imprudenti: arriva la stretta. Dal 2026 le operazioni di soccorso della Guardia di finanza dovranno essere pagate da chi si trova in situazioni di emergenza a causa di comportamenti negligenti o da chi richiede l’impiego di mezzi e personale delle Fiamme gialle senza che sia giustificato.
Le nuove regole sono previste nel disegno di legge di Bilancio in discussione al Senato, per razionalizzare le spese dei numerosi salvataggi richiesti da escursionisti che affrontano la montagna con attrezzature inadeguate o ignorando divieti e allerte delle autorità. Lo stesso varrà, con le dovute differenze, anche per i soccorsi in mare.
La stretta sui soccorsi della Guardia di finanza
Secondo quanto emerge dall’ultimo report della Guardia di finanza, nel 2024 si sono registrati in totale 2.517 interventi del Soccorso alpino del Corpo, con 2.857 persone portate in salvo e 228 salme recuperate.
I numeri dei primi cinque mesi del 2025 parlano di 1.241 operazioni del S.A.G.F., che hanno permesso di mettere in sicurezza 1.284 persone e il recupero di 44 salme.
L’introduzione dei soccorsi a pagamento della Gdf è stato pensato proprio per scoraggiare l’utilizzo irresponsabile del servizio di salvataggio in quota a carico dello Stato e come deterrente per gli escursionisti imprudenti, che nelle cronache degli ultimi anni si trasformano ciclicamente in turisti in difficoltà o dispersi in montagna.
Al momento la stretta dovrebbe riguardare soltanto la Guardia di finanza, mentre non sono incluse le operazioni degli altri corpi, che rimarrebbero dunque senza costi per chi ne usufruisce.
Operazioni di salvataggio a pagamento: i casi
La novità è prevista nei commi 11 e 12 dell’articolo il 129 dell’ultima versione della Manovra 2026, dedicato alle “Norme di revisione e di razionalizzazione della spesa”, tra tutti gli interventi in ordine sparso che dovrebbero portare ad alcuni risparmi nelle case dello Stato.
Nella norma si stabilisce il pagamento di un corrispettivo al ministero dell’Economia per le operazioni di ricerca, soccorso e salvataggio della Guardia di finanza, se l’evento sia imputabile alla persona soccorsa, che dovesse provocare degli incidenti in mare, in acque interne o in montagna per dolo o colpa grave e anche se la richiesta è “immotivata o ingiustificata“.
Rimangono validi gli obblighi di salvataggio e assistenza previsti dal Codice della navigazione e in ogni caso gli interventi non saranno addebitati se giustificati dalla situazione di effettiva emergenza e pericolo.
Sarà il Mef a stabilire il tariffario delle operazioni della Gdf tramite il calcolo dei costi su base oraria o forfettaria in relazione alle diverse voci, dall’utilizzo del personale e dei mezzi, al carburante e alle attrezzature impiegate.
Si consideri che un intervento di ricerca in condizioni impervie può arrivare a costare anche fino a oltre 5mila euro l’ora, nel caso di necessità di ricorso a diverse squadre di soccorritori con elicotteri, droni e unità cinofile.