Immigrazione, Rapporto Sai 2024: in Italia il 90% degli stranieri accolti ha meno di 40 anni

Sai ha presentato il suo Rapporto annuale sull'immigrazione in Italia evidenziando una crescita di adesioni ai propri progetti finanziati dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo.

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

La rete Sai, Sistema di accoglienza e integrazione, ha presentato il suo nuovo Rapporto annuale XXII edizione relativo all’immigrazione in Italia nel 2023. Dai dati emerge che la rete Sai ha accolto nei suoi progetti il 2,4 per cento in più di persone rispetto all’anno precedente, con la maggior parte dei piani che hanno interessato l’accoglienza ordinaria (76,9 per cento). Interessante notare inoltre che il 90 per cento delle persone accolte dalla rete Sai nel 2023 abbia meno di 40 anni. Questi dati hanno spinto il segretario generale Anci, Veronica Nicotra, a chiedere al Viminale delle “nuove regole dal 2025”.

Il Rapporto Sai sull’immigrazione in Italia

Nel Rapporto sull’immigrazione della Sai, che si ricorda è la rete di enti locali che si occupa della realizzazione di progetti di accoglienza integrata utilizzando le risorse al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, emerge in modo chiaro quale sia lo scenario di questo fenomeno in Italia.

Più nel dettaglio, nel 2023 la rete Sai ha accolto nei propri progetti un totale di 54.512 persone, cioè il 2,4 per cento in più rispetto all’anno precedente. Di queste persone ben il 76,9 per cento (41.923 persone) hanno beneficiato di percorsi di accoglienza ordinaria, mentre il 21,2 per cento (11.550 persone) sono rientrate nei progetti per minori stranieri non accompagnati. Il restante 2 per cento (1.039 persone) ha usufruito dei progetti per persone con esigenze di carattere sanitario e disagio mentale.

Chi sono e da dove arrivano i migranti in Italia

Entrando più nello specifico del fenomeno migratorio italiano, emerge dal Rapporto Sai che ben il 90 per cento delle persone accolte nel 2023 abbia meno di 40 anni. La maggioranza degli arrivati ha un’età compresa tra i 26 ai 40 anni, percentuale del 31 per cento, seguita dalla fascia 18 – 25 anni che è pari al 30,3 per cento. I minorenni accolti nel 2023 in Italia sono stati 16.209, pari al 29,7 per cento dei beneficiari dei progetti.

Variegati sono poi i Paesi di provenienza, circa 100 e in prevalenza facenti parte di Africa e Asia. La crescita maggiore si è registrata nei confronti di Ucraina, Egitto, Afghanistan e Tunisia, che si affiancano ai già elevati numeri di migranti provenienti da Nigeria, Bangladesh, Pakistan, Costa d’Avorio, Gambia e Somalia.

Rapporto Sai, aumentano le donne

In coerenza con le normative che orientano maggiormente il sistema verso la presa in carico delle famiglie e delle vulnerabilità, il Rapporto Sai evidenzia un aumento nel numero di ospiti di genere femminile, pari a circa il 25 per cento del totale, delle persone affette da disabilità (crescita del 58 per cento) e disagio mentale (più 28 per cento). Crescono anche i minori stranieri non accompagnati che sono stati presi in carico dalla rete Sai: si tratta di circa 12mila bambini e ragazzi accolti nei 5977 posti a loro dedicati (più 43 per cento nell’arco dell’ultimo biennio).

I permessi di soggiorno concessi

Nel Rapporto Sai sull’immigrazione in Italia vengono evidenziati anche i dati relativi ai permessi di soggiorno che sono stati concessi nell’anno 2023. Il parametro più indicativo è senza dubbio quello relativo alla decrescita permessi di soggiorno di protezione internazionale, passati dal 37 per cento del 2021 al 26 per cento del 2023. Aumentano, invece, i titolari di permessi di soggiorno per protezione speciale: il 15 per cento del totale nel 2023, ovvero un dato quasi doppio rispetto a due anni fa.

Nuove regole entro il 2025

Per Veronica Nicotra, segretario generale Anci, i dati emersi dal Rapporto Sai rendono “necessari degli adeguamenti che consentano di superare alcuni affaticamenti burocratico-organizzativi”. “Anci ha avanzato proposte puntuali che mirano innanzitutto a dare continuità temporale ai progetti superando il limite della triennalità, ci auguriamo di poter trovare una intesa con il ministero affinché diventino operative per il 2025”.