Il made in Italy conquista ancora una volta i consumatori stranieri: all’estero c’è un prodotto, in particolare, che tra tutti sta spopolando quest’anno, con un giro d’affari da record. Stiamo parlando del panettone che, nell’ultimo decennio, ha oltrepassato i confini italiani e si è guadagnato un posto di tutto rispetto nel mercato globale.
Tutti pazzi per il panettone italiano all’estero: quanto vale il giro d’affari
La Confederazione Pasticceri Italiani (Conpait) stima che quest’anno la produzione e vendita di panettoni italiani sarà pari a circa 650 milioni di euro, con un aumento di interesse nei confronti dei prodotti artigianali rispetto a quelli industriali (+10%).
La posta in gioco, come è facile intuire, è molto alta, per questo i produttori italiani stanno lottando per vedersi riconosciuta la proprietà della tradizione. A differenza dei pomodori di San Marzano o della mortadella di Bologna, il panettone di Milano non è una specialità regionale protetta dal sistema di etichettatura dell’Unione Europea. E a partire da questa esigenza, Luigi Biasetto, celebre pasticcere italiano originario di Padova, si è fatto portavoce di una richiesta avanzata e sostenuta anche dai suoi colleghi, impegnati da anni in questo settore: il loro obiettivo è quello di far dichiarare il panettone parte del “patrimonio culturale immateriale” del mondo dall’UNESCO, come lo era la pizza napoletana nel 2017.
Il vero Panettone italiano: cosa dice la legge che tutela il made in Italy
Forse non tutti lo sanno, ma anche a tutela contro i “falsi d’autore”, nel 2005 il governo italiano ha approvato una legge che stabilisce quando e se un panettone può essere considerato tipicamente italiano. Per produrre panettoni con l’etichetta “made in Italy” per il quale è stato stanziato anche un fondo, infatti, devono essere usati specifici ingredienti ed è necessaria la “fermentazione naturale”. Il legislatore, però, non fa distinzioni tra lieviti, tra farine biologiche e sbiancate, tra frutta candita con zucchero e con glucosio. Accortezze che sono diventate sempre più importanti per fornai e clienti.
Spesso di queste differenze però se ne tiene conto durante i concorsi più prestigiosi come quella “Re Panettone” che ha premiato i migliori panettoni d’Italia. C’è da dire, tuttavia, che il fatto che non ci sia una normativa unitaria – anche a livello europeo e internazionale – a volte genera confusione e apre la strada a riconoscimenti, premi e concorsi improvvisati che non fanno altro che danneggiare i produttori più attenti.
Il panettone si conferma il simbolo del Natale
Secondo i dati Coldiretti, riportati dall’indagine Coldiretti/Ixè “Il Natale sulle tavole degli italiani”, il panettone si conferma quest’anno uno dei prodotti più acquistati per le feste: è, quindi, il simbolo del Natale per eccellenza, scelto dal 78% delle famiglie italiane (batte il pandoro che invece è stato comprato dal 74% degli italiani).
Un acquisto che non conosce crisi e che – nonostante gli aumenti – a dicembre è stato uno dei protagonisti indiscussi delle tavole nostrane.
I prezzi del panettone, in particolare, variano in media dai 30 ai 40 euro se artigianali, ma possono costare anche di più se sono quelli degli chef più famosi. I costi sono diversi anche se si tiene conto della regione d’origine: da una rilevazione della Coldiretti regionale, è di 38 euro al chilo il prezzo medio del panettone artigianale in Lombardia, 43 euro al chilo a Mantova. A seguire troviamo Varese con 41,5 euro al chilo di media, mentre Brescia, Pavia, Sondrio, Lecco si attestano sui 40 euro al chilo. A Milano e Como la media è di 38,5 euro, ma nel capoluogo lombardo si può arrivare anche ai 47 euro per portarsi a casa un chilo di dolce tradizionale.
Prezzi più bassi a Monza, dove la media è di 37,5 euro al chilo, mentre a Lodi ci si ferma a 35 euro. La mappa lombarda dei prezzi del panettone artigianale si completa con Cremona (32,5 euro in media) e Bergamo (27 euro al chilo in media), tra le città dove il dolce tipico costa – in media – meno rispetto alla concorrenza.