Nei giorni scorsi, il comitato scientifico esterno incaricato di valutare la fattibilità del Ponte sullo Stretto di Messina aveva espresso un giudizio favorevole sull’opera. Tuttavia, nella sua relazione di 51 pagine, aveva evidenziato 68 “mancanze” o criticità nel progetto definitivo di Eurolink. Questo ha generato una nuova polemica sull’infrastruttura proposta dal ministro Matteo Salvini, dopo l’indagine della procura di Roma incentrata sulle firme giunte in 24 ore e sui documenti mancanti.
Ma oltre a questo problema c’è anche quello della Commissione Via Vas, nominata dal ministero dell’Ambiente nel 2020 e che dovrà dare uno dei pareri più attesi all’opera di collegamento tra Sicilia e Calabria, che però scadrà in pieno esame del progetto. E dal momento che i motori sul Ponte sono accesi a tutto gas, il suo rinnovo rischia di creare più di uno stop nell’intenso e veloce cronoprogramma burocratico puntato come un razzo sull’apertura del cantiere durante l’estate e forse prima delle elezioni europee.
La questione Commissione Via Vas che può bloccare il progetto
Nel calendario del progetto del Ponte Sullo Stretto è segnato in rosso il 24 maggio, data di quando la Commissione terminerà il suo mandato. Nei corridoi, non si parla di un rinnovo, considerando che il primo marzo il ministero dell’Ambiente ha pubblicato sul suo sito la manifestazione di interesse per il rinnovo dei 70 membri.
La questione diventa più complessa a causa della tempistica stabilita dalla legislazione specifica sviluppata attorno al recupero del progetto del 2011: per la valutazione dell’impatto ambientale, si procederà con una nuova istanza con scadenza entro 90 giorni, poiché parte del progetto era già stata esaminata nel 2011 prima che il Ponte venisse cancellato dal governo Monti. Tuttavia, secondo il calendario, i nuovi membri si troveranno con pochi giorni a disposizione per riesaminare da capo documenti e carte, nonostante siano stati già validati in passato, rendendo comunque l’impresa titanica.
E questo sarà un altro nodo che bisognerà sciogliere: la Commissione sarà chiamata solamente a valutare le parti del progetto che non sono ancora state esaminate, tralasciando quelle già sottoposte a valutazione, o dovrà ricontrollare tutto? Le ultime pagine del Parere sulla relazione del progettista elaborata dal Comitato scientifico del Ponte sullo Stretto di Messina, presieduto da Alberto Prestininzi, docente presso La Sapienza di Roma, aprono la questione su ciò che effettivamente sarà soggetto alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Nel documento si fa riferimento alla “prescrizione di legge secondo cui la rinnovazione della procedura di VIA debba essere circoscritta ai contenuti progettuali interessati dalle prescrizioni da sviluppare nel progetto esecutivo e illustrati nella relazione progettuale e ai contenuti progettuali che sono stati valutati o sono stati oggetto di valutazioni negative nel procedimento attivato sul progetto definitivo, i cui effetti sono fatti salvi”.
Tuttavia, il contraente generale (la società Eurolink con capofila Webuild) “ritiene comunque che lo SIA (Schema di Impatto Ambientale) debba superare tale limitazione (…) per consentire una valutazione anche delle parti già valutate ambientalmente compatibili nell’ambito della precedente valutazione espletata sul Progetto Definitivo”. Ciò includerebbe le parti del progetto del 2011 e del 2012. Se questa interpretazione venisse adottata, con una valutazione sull’intero progetto anziché solo sulle parti non ancora esaminate, il rischio di ritardi nei tempi sarebbe concreto.
Il costo del progetto
L’attuale governo ha quindi riadottato il progetto del 2011 e l’anno scorso ha confermato l’appalto a Eurolink, vincitore dell’appalto nel 2005. Nel corso dell’ultimo anno, il consorzio di imprese ha aggiornato il progetto definitivo.
I costi previsti dalla società Stretto di Messina sono aumentati rispetto alla versione del 2011, in parte a causa dell’inflazione e in parte perché le normative attuali richiedono maggiori accorgimenti sui materiali utilizzati. Fino all’anno scorso si stimava una spesa di circa 12 miliardi di euro, ma secondo le ultime stime, ancora provvisorie, i costi dei cantieri ammontano a 13,5 miliardi di euro, ai quali va aggiunto un miliardo di euro per le cosiddette opere accessorie. Oltre al ponte, infatti, saranno realizzati 40 chilometri di raccordi stradali e ferroviari, di cui l’80 per cento in galleria. A Messina verrà costruita una nuova linea metropolitana con tre fermate sotterranee.
I problemi della Grande Opera
Nella relazione, il comitato scientifico ha individuato quattro criticità fondamentali, ponendo particolare enfasi sulla necessità di condurre una verifica più approfondita della robustezza strutturale del Ponte. È stato richiesto l’esame mediante analisi non lineari dell’impalcato, esposto ai venti turbolenti. Queste quattro criticità, come riportato da Repubblica, comprendono:
- La necessità di maggiori verifiche sugli effetti del vento, con un urgente aggiornamento della valutazione effettuata nel piano definitivo del 2011.
- Il mandato di effettuare controlli approfonditi sulla sismicità e il rischio sismico, tenendo conto degli eventi sismici significativi verificatisi di recente in tutto il mondo.
- L’importanza di aggiornare le analisi strutturali per valutare la funzionalità del Ponte anche in scenari estremi.
- La necessità di utilizzare materiali innovativi e di chiarire l’origine dell’acciaio necessario per rispettare le nuove normative sull’elasticità.
Di conseguenza, il deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Angelo Bonelli, ha criticato il ministro Matteo Salvini, che da mesi si batte in prima persona per la costruzione del progetto, per non aver condotto prove sismiche né verifiche approfondite sul vento. Il Consorzio Eurolink ha risposto sostenendo che tali prove non sono state effettuate per evitare ritardi e perdite di tempo.
Le prove sismiche del progetto
Bonelli ha fatto riferimento alla pagina 47 della Relazione tecnico-scientifica del comitato incaricato di valutare il progetto, affermando: “Volete costruire quest’opera nella zona più sismica d’Italia senza fare queste prove? Lei è spregiudicato”. Piero Ciucci, amministratore delegato della Società Stretto di Messina, ha replicato affermando che il Comitato Scientifico ha espresso parere unanime sul progetto, spiegando che il potenziale sismogenetico dell’area dello Stretto “non è in grado di produrre terremoti di magnitudo più elevata di quello di progetto considerato per il Ponte (7,1 scala Richter)”.
Riguardo alle prove del vento, Ciucci ha spiegato che per il progetto esecutivo sono state eseguite “prove in galleria del vento su 11 modelli di Ponte”. Il progettista ha coinvolto cinque diversi laboratori tra i più importanti e specializzati al mondo, situati in Canada, Regno Unito, Danimarca e Germania. Inoltre, nell’ambito dell’independent Check, il Project manager consultant di Stretto di Messina ha condotto “prove in 3 gallerie del vento” a Milano e in Canada, proprio per garantire la certezza dei risultati. Le verifiche analitiche e sperimentali “dimostrano la stabilità del Ponte fino a velocità delle raffiche di vento di oltre 275 km/h”.