Dopo mesi di trattative, Elon Musk ha ufficialmente comprato Twitter per 44 miliardi di dollari. E come prima mossa ha silurato i massimi dirigenti della società, per poi postare “L’uccellino è libero” riferendosi al logo della piattaforma social.
Si conclude così una delle operazioni economiche e mediatiche più controverse, dopo che Twitter aveva portato Musk in tribunale per aver ritrattato l’offerta iniziale, salvo ripensarci quando ha fiutato che la causa non si metteva bene per lui.
Musk, acquisizione dopo mesi di controversie
Musk aveva tempo fino a oggi, venerdì 28 ottobre, per completare la sua acquisizione ed evitare la battaglia giudiziaria con l’azienda. La scadenza era stata fissata in tribunale per risolvere definitivamente l’acquisizione dopo mesi di controversie. Musk aveva inizialmente accettato di acquistare Twitter in aprile. Successivamente, a luglio, ha dichiarato che l’accordo non era valido a causa delle presunte dichiarazioni errate dell’azienda sugli account falsi.
Twitter ha fatto causa per far rispettare l’accordo di acquisto ed è stata fissata una causa per risolvere la controversia. All’inizio di ottobre, tuttavia, Musk ha rinnovato la sua offerta di acquisto. Negli ultimi giorni è emerso che Musk ha accettato il suo nuovo ruolo di proprietario di Twitter e mercoledì, dopo che sul suo profilo ha iniziato a riferirsi a se stesso come “Chief Twit”, si è presentato nella sede della società a San Francisco.
Musk, un affare da 44 miliardi
Il patron di Tesla, che possedeva già il 9,2% della società, ha comprato Twitter pagando 44 miliardi di dollari, la cifra offerta inizialmente ad aprile del 2022.
Per l’acquisizione, Morgan Stanley, Bank of America e Barclays gli concederanno un prestito di 13 miliardi di dollari, altri investitori che vanno da Larry Ellison di Oracle al fondo sovrano del Qatar, ne metteranno 7, gli altri 24 miliardi Musk li metterà di tasca sua.
Twitter, chi sono i top manager silurati
Musk ha voluto rassicurare i dipendenti dopo che nei giorni scorsi aveva prospettato la possibilità di licenziare il 75% degli addetti della società.
Tuttavia, subito dopo l’acquisizione, l’uomo più ricco del mondo ha immediatamente licenziato il ceo Parag Agrawal, il direttore finanziario Ned Segal, il responsabile degli affari legali Vijaya Gadde e il consigliere generale Sean Edgett. Almeno uno di loro è stato scortato fuori dal quartier generale di San Francisco.
Twitter, una società da 7.500 persone
Twitter impiega oltre 7.500 persone, conta più di 200 milioni di utenti attivi giornalieri e l’anno scorso ha registrato un fatturato di 5,08 miliardi di dollari, ma negli ultimi anni ha avuto difficoltà a crescere e trovare nuove fonti di reddito.
Musk ha annunciato di voler fare cambiamenti radicali per invertire questa rotta. Ha spiegato di aver voluto acquistare Twitter spinto dall’amore e dalla voglia di “aiutare l’umanità”.
“Acquisto Twitter perché è importante per il futuro della civilizzazione avere una piazza comune digitale dove un’ampia gamma di idee può essere discussa in modo salutare senza ricorrere alla violenza”, ha detto il proprietario di Tesla e SpaceX, spiegando la sua preoccupazione per il fatto che i social media hanno il potere di “generare più odio e dividere la nostra società” in camere d’eco estremiste.
Nella lettera, intitolata “Cari inserzionisti di Twitter”, Musk ha affermato che “Twitter non può ovviamente diventare un paesaggio infernale dove si può dire qualsiasi cosa senza conseguenze”, ma vuole che sia “caldo e accogliente per tutti”.
L’intenzione di Musk è quella di rivoluzionare la piattaforma, usandola anche come “acceleratore per creare X, l’app di tutto“. E togliere le censure, con la possibilità di un ritorno di Donald Trump, dopo che era stato bandito per aver istigato l’assalto al Congresso americano.
Musk, perché è entrato nella sede di Twitter con un lavandino
Ieri Musk è entrato nella sede di Twitter a San Francisco con un lavandino in mano e ha scritto “Let that sink in!”, che si può tradurre più o meno con “Fatevene una ragione!”, alludendo con un gioco di parole al probabile acquisto del social network da finalizzare a breve.