Mole Urbana, il nuovo marchio italiano assume 100 operai

Il nuovo marchio di auto elettriche italiano Mole Urbana assume a Torino 100 operai per la sua nuova fabbrica per produrre microcar e veicoli commerciali da città

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

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L’azienda italiana produttrice di auto elettriche Mole Urbana è pronta a partire e cerca 100 operai per assemblare le vetture nel nuovo stabilimento di Orbassano, vicino a Torino. Il progetto del designer Umberto Palermo è nato tra le Marche e la città simbolo della produzione automobilistica italiana.

L’obiettivo è quello di assemblare a regime 1.500 veicoli all’anno, per una produzione di nicchia ma molto varia, con 12 modelli che vanno dalle microcar per le città ai furgoni per le consegne.

Mole Urbana cerca 100 operai per assemblare auto a Torino

Davanti all’ex Blutec di Orbassano, comune alle porte di Torino, è stato esposto un cartello che recita: “Si assume personale operaio per assemblaggio vetture”. Un annuncio a cui hanno già risposto 180 persone, che è stato esposto all’esterno di quella che sarà la nuova fabbrica di Mole Urbana.

Qui si produrranno i 12 modelli del marchio italiano di auto elettriche. Vetture di nicchia, come ammesso dallo stesso ideatore del progetto, il designer Umberto Palermo, che però vogliono rappresentare un esempio di come sia possibile costruire auto in Italia in maniera sostenibile. L’azienda cerca sia personale giovane da formare, sia operai più esperti che lavorino a fianco degli ingegneri. Palermo stesso ha dichiarato a Skytg24:

La cosa importante è dare un segnale fermo e preciso che c’è ancora la possibilità di fabbricare automobili, benché di nicchia. Ci sono i nostri capi ingegneri e i nostri capi acquisti che stanno insegnando alle nuove leve come si devono montare le automobili, perché ogni singolo bullone è figlio di grande sacrificio e quindi va montato in una certa maniera.

Che auto produrrà Mole Urbana e quanto costeranno

Le auto assemblate a Orbassano saranno 12 diversi modelli, che variano molto nella tipologia e nell’utilizzo. Avranno in comune la motorizzazione elettrica e il design, unico e nettamente diverso rispetto a quello delle automobili tradizionali.

Tra i modelli proposti, i più simili ad altre opzioni già sul mercato sono le microcar. La Running, la Romantica e la Pitbull sono le più simili tra loro, mentre si distinguono la Torpedo, a tre posti invece dei canonici due, e la Sport GT, che punta in maniera poco comune per questo tipo di vetture alle performance.

Mole Urbana
ANSA
Alcuni dei modelli di Mole Urbana

Non solo microcar però: Mole Urbana produrrà anche due modelli passeggeri più grandi. La Corriera e la Quattro Posti puntano a dare più spazio alla mobilità urbana, a cui comunque rimangono dedicate con un’autonomia di 160 chilometri. Ci sono poi i tre modelli commerciali, le Lavoro 1, 2 e 3, capaci di portare carichi anche fino a 450 chili. Infine, nettamente distinta dal resto, la Fuoriserie, con un design più aggressivo e mai visto in una microcar.

Tolta proprio la Fuoriserie, che è disponibile solo su richiesta, i prezzi non superano mai i 18.500 euro per le microcar, e partono invece da 11.000, senza considerare nessun incentivo. Il costo aumenta per i modelli più grandi, ma senza mai arrivare, per le configurazioni di partenza, a toccare i 20.000 euro.

Il progetto di Mole Urbana, dalle Marche al Piemonte

Mole Urbana nasce nel 2020. Ideato da Umberto Palermo, ha stabilito la propria sede tra Fabriano, nelle Marche e appunto Orbassano. Negli ultimi 5 anni ha raccolto diversi finanziamenti privati oltre al supporto di Cassa depositi e prestiti e dell’Unione europea, tramite il NextGenerationEU.

Le prime consegne alle concessionarie cominceranno il 7 novembre, lo stesso giorno in cui sarà inaugurato ufficialmente lo stabilimento piemontese. Le vetture saranno totalmente made in Italy, tranne per le batterie e per alcuni dettagli. L’obiettivo dichiarato è di produrre 400 esemplari entro la fine del 2025 e arrivare a 1.200 nel 2026.