Milano paradiso dei ricchi, flat tax e mercato immobiliare attirano i grandi patrimoni

Milano è sempre di più un "paradiso fiscale": la città della Madonnina è al sesto posto nel mondo per i trasferimenti di residenza dei super-ricchi

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 11 Dicembre 2024 13:15

Milano si impone come nuova meta per i grandi patrimoni, attirando capitali stranieri grazie alla flat tax e a un mercato immobiliare attraente per chi ha fondi da investire. Nel 2023 si è registrata una vera e propria impennata di nuovi residenti stranieri nella città lombarda, in particolare da Paesi noti come paradisi fiscali.

Cipro, Panama, Antigua, Bahamas e Barbados hanno visto un insolito flusso migratorio “al contrario”, con decine di facoltosi individui che hanno scelto di spostare la propria residenza fiscale in Italia.

Il trend coinvolge un po’ tutto lo Stivale, ma Milano ne è la punta di diamante. Anche nazioni come Francia e Regno Unito, in Europa, contribuiscono al fenomeno ma con numero assai ridotti rispetto all’Italia.

Flat tax magnete per i grandi patrimoni

È il Corriere della Sera a fare il punto sul fenomeno. Alla base di questo boom c’è la flat tax italiana, che consente a chi trasferisce la propria residenza fiscale di pagare una cifra fissa sui redditi prodotti all’estero. Da pochi mesi la soglia è passata da 100.000 a 200.000 euro all’anno. Per chi dispone di redditi milionari, ciò si traduce in un risparmio fiscale di milioni rispetto ad altri Paesi europei. Inoltre, acquistando un immobile in Italia, la durata del beneficio si estende da 5 a 10 anni, rendendo l’investimento immobiliare ancora più allettante.

Il mercato immobiliare di lusso

A Milano la migrazione fiscale spinge il mercato immobiliare di fascia alta. Il quotidiano elenca alcuni esempi:

  • 10 milioni di euro per una casa in zona Sant’Ambrogio, acquistata da una coppia inglese;
  • 15 milioni per un attico in zona Brera, venduto a un imprenditore spagnolo;
  • 7,5 milioni per due piani nella torre Solaria, comprati da un facoltoso argentino.

Anche gli affitti di lusso sono presi d’assalto: contratti annuali che superano i 140.000 euro sono sempre più frequenti per residenze esclusive, come dimostra il recente accordo di un imprenditore svizzero per un alloggio in viale Majno.

Chi ci guadagna

Secondo il Private Wealth Migration Report 2024 della società di consulenza britannica Henley & Partners, l’Italia è al sesto posto nel mondo e al primo in Europa per nuovi milionari che hanno trasferito la residenza fiscale. Solo nel 2023, 2.200 super-ricchi si sono trasferiti, di cui la maggior parte a Milano.

Questa la classifica annuale pubblicata da Henley & Partners in merito ai principali Paesi che sperimentano l’immigrazione di contribuenti milionari:

  1. Emirati Arabi Uniti – 6.700 persone;
  2. Usa – 3.800;
  3. Singapore – 3.500;
  4. Canada – 3.200;
  5. Australia – 2.500;
  6. Italia – 2.200;
  7. Svizzera – 1.500;
  8. Grecia – 1.200.

Questo massiccio afflusso di capitali ha effetti economici significativi, alimentando un indotto di spesa notevole, con benefici per il settore immobiliare e per i servizi collegati, come quelli offerti da notai, fiscalisti e grandi agenzie immobiliari.

Il rovescio della medaglia

Tuttavia, l’arrivo di una classe di residenti ad altissimo reddito sta innescando un principio di metamorfosi sociale. In una città relativamente piccola come Milano, la concentrazione di ricchezze spinge verso l’alto i prezzi immobiliari e, di riflesso, anche gli affitti. Gli stipendi medi, però, non seguono lo stesso ritmo, minacciando l’insorgere di profonde disuguaglianze fra le classi sociali. La sfida per gli amministratori sarà quella di trovare il punto d’equilibrio tra attrattività internazionale e sostenibilità sociale.