La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha difeso pubblicamente la bozza della Manovra 2025 presentata dal suo governo dagli attacchi rivolti dai sindacati. Proprio nella giornata odierna, 11 novembre 2024, i rappresentati dei lavoratori sono stati accolti dalla Premier a Palazzo Chigi, con la Presidente che ha ritenuto inopportuno lo sciopero generale contro la Legge di Bilancio convocato dai sindacati il 29 novembre 2024.
Di contro, i segretari i Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, al termine del vertice con il governo, hanno confermato la mobilitazione già annunciata.
Meloni rivendica le scelte sulla Manovra
Così la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a seguito dell’incontro con le rappresentanze dei lavoratori in videocollegamento con il comizio di chiusura della campagna elettorale del suo partito in Umbria: “Ho colto l’occasione per chiedere a quei sindacati che hanno convocato uno sciopero generale contro la Manovra del governo, e in particolare a quelli che invocano la rivolta sociale contro il governo, con toni che non hanno precedenti nella storia sindacale, come mai abbiano indetto lo sciopero generale oggi, ma non lo abbiano fatto quando il tasso di disoccupazione era doppio di quello di oggi, quando il tasso di occupazione era di sei punti più basso di quello di oggi”.
La Premier è passata dunque all’attacco dei sindacati, accusandoli di avere un comportamento di parte, più politico che di reale sostegno ai lavoratori. “Come mai – ha detto Meloni – non è stato indetto lo sciopero quando i governi di sinistra invece di chiedere alle banche un contributo per aiutare a pagare i provvedimenti a favore dei lavoratori come abbiamo fatto noi, usavano invece i soldi dei cittadini e dei lavoratori per salvare le banche. Non ho avuto risposta”.
Le risorse per la Manovra saranno sufficienti
L’accusa di Giorgia Meloni ai sindacati trova forma, nella sua visione, attraverso i dati macroeconomici che “raccontano un’Italia solida che affronta le difficoltà meglio di altre nazioni europee”.
“Da quando ci siamo insediati – ha detto la Premier – lo spread è sceso di cento punti, nel 2023 la borsa italiana è stata la migliore d’Europa. Per la prima volta siamo diventati la quarta nazione esportatrice al mondo scavalcando prima la Corea del Sud e poi il Giappone. Abbiamo l’inflazione più bassa tra le economie del G7 e tra le più basse d’Europa e l’ultima volta che abbiamo emesso dei titoli di Stato sul mercato a fronte di 13 miliardi di euro disponibili sono arrivate richieste per oltre 200 miliardi di euro”.
“Per evidenti ragioni non tirerò fuori una calcolatrice – ha detto ironicamente Meloni – Non serve per dimostrare come nella storia d’Italia nessun Governo abbia mai messo sulla sanità tante risorse come questo Governo”. E ancora: “Nel 2025 sul fondo sanitario ci saranno 136,5 miliardi di euro ed è la cifra più alta di sempre. È una cifra di 10,5 miliardi più alta di quando ci siamo insediati. Significa anche un aumento significativo in spesa pro capite”.
“È Una cosa che semplicemente nessuno aveva mai avuto il coraggio di fare in passato”, ha concluso Giorgia Meloni.
I sindacati confermano lo sciopero
Le parole della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni non intaccano le convinzioni delle forze sindacali, con i segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri che hanno confermato lo sciopero generale del 29 novembre.
“Se il governo decide di cambiare le scelte e ci convoca domani, noi non ci sottraiamo mai al confronto – ha detto Bombardieri a seguito dell’incontro a Chigi -. Ma oggi si sono specchiate due visioni diverse della manovra e, pur con qualche disponibilità, non mi pare ci sia la possibilità di cambiare le scelte che riguardano, non la filosofia, ma i salari, le pensioni, cose molto pratiche, molto terrene”.