Meloni interviene a La Ripartenza di Porro, tra investimenti, magistrati e “zuppa” politica

Meloni interviene a sorpresa, difende il governo tra inchieste e mercati, cita il Financial Times e rivendica stabilità e investimenti esteri

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 30 Gennaio 2025 19:50

L’attenzione politica degli ultimi giorni è stata catturata da un colpo di scena durante l’ottava edizione di “La Ripartenza, liberi di pensare”, l’evento organizzato da Nicola Porro. In piena bufera giudiziaria legata al caso Almasri, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha scelto di intervenire con un collegamento a sorpresa, sfruttando l’occasione per difendere la strategia dell’esecutivo sulla sicurezza e, soprattutto, per rilanciare il suo racconto economico. Con toni decisi e una serie di battute strategiche, ha cercato di smontare le critiche e accreditarsi come garante di una politica che, secondo lei, sta riportando investimenti e stabilità nel Paese.

Investimenti e attrattività del Paese

Giorgia Meloni ha messo subito sul tavolo i numeri per rafforzare la narrativa di un’Italia che torna a essere un polo d’attrazione per i capitali. “Qualche giorno fa un fondo di investimento norvegese, il più grande al mondo per asset, ha comprato oltre 8 miliardi di euro di titoli di Stato italiani” ha dichiarato, legando questo segnale alla “credibilità che cerco faticosamente di costruire”.

L’esempio, a suo dire, dimostra la rinnovata fiducia nei conti pubblici e la solidità dell’economia italiana. Ma la premier non si è fermata qui. Ha rivendicato l’interesse internazionale per il futuro dell’Ilva, con gruppi industriali di India, Azerbaijan e Canada pronti a contendersi lo storico polo siderurgico tarantino.

E sul dossier Ita Airways, ha messo in evidenza la partnership con Lufthansa, descrivendola come la chiave di volta per il rilancio della compagnia aerea tricolore (Lufthansa ha semplicemente comprato Ita). Insomma, una carrellata di dati per rafforzare l’immagine di un Paese che, secondo la presidente, sta tornando sulla mappa dei grandi investitori.

Crescita dell’export e record agricolo

Meloni ha esibito i dati sull’export come trofei, evidenziando una performance che, a suo dire, certifica la vitalità dell’economia italiana. “L’export dell’Italia verso i Paesi extra Ue raggiunge nel 2024 un valore record per gli ultimi dieci anni: 305 miliardi di euro“, ha dichiarato, presentando il dato come una dimostrazione tangibile della capacità del sistema produttivo di reggere la competizione globale.

Ma il pezzo forte è arrivato con l’agricoltura: “Il comparto agricolo fa segnare il primato storico, nel 2024 siamo la nazione tra i 27 paesi dell’Ue con il più alto valore aggiunto agricolo”. Un settore, quello agroalimentare, che secondo la premier non solo tiene, ma si impone come modello in Europa. Tuttavia, al di là delle cifre sbandierate, resta il nodo della sostenibilità di questa crescita in un contesto in cui il commercio internazionale rallenta e le tensioni geopolitiche complicano le catene di approvvigionamento.

Stabilità finanziaria e impatto sui mercati

La premier ha portato in primo piano la questione della stabilità economica, mettendo l’accento sulla riduzione dello spread: “È sceso di oltre la metà da quando ci siamo insediati e non è un fatto filosofico. Significa miliardi risparmiati sugli interessi da pagare sui titoli di Stato che tornano ai cittadini per essere spesi in altro”.

Il ruolo della politica economica

Secondo Meloni, la stabilità economica sarebbe il biglietto da visita che ha riportato l’Italia tra i protagonisti della scena internazionale. “Dal ghiaccio dei fiordi fino alla sabbia del deserto, il mondo è tornato a guardare con interesse all’Italia”, ha affermato romanticamente, agganciando il concetto alla politica economica del governo.

Ha rivendicato il successo delle missioni all’estero, tra cui l’accordo da 10 miliardi di euro con l’Arabia Saudita, definendolo un risultato strategico che “permette di aprire porte per le nostre imprese, significa posti di lavoro, significa possibili investimenti”. Ma se il governo scommette su relazioni economiche rafforzate, resta da capire quanto questi accordi si trasformeranno in benefici concreti per il tessuto produttivo italiano, in un contesto in cui la competizione internazionale non concede margini di errore.

Il commento sul caso Almasri

Nicola Porro, fedele al suo stile incalzante, non si è fatto sfuggire l’occasione di toccare il tema più scottante del momento: l’indagine che ha coinvolto la premier e alcuni ministri del suo esecutivo. Con tono ironico, ha messo sul tavolo la questione dell’“atto dovuto, atto non dovuto”, alludendo alle polemiche sulle decisioni della Procura.

Meloni non si è tirata indietro e ha trasformato la domanda in un assist per rafforzare la propria posizione. Dopo aver scherzato sulla possibilità che Porro venisse “radiato dall’Ordine dei Giornalisti” se non avesse fatto quella domanda, ha preso la palla al balzo e ha ribaltato la questione: non un problema personale, ma un danno all’Italia. Il vero rischio, ha sostenuto, è che simili iniziative giudiziarie – l’indagine per peculato – abbiano ripercussioni sugli investimenti e sulla percezione di stabilità del Paese.

La sua citazione del Financial Times, che ha dato ampio spazio alla notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati, ha aggiunto peso all’argomentazione: “Ora secondo voi lo stesso fondo di investimento norvegese che ha appena comprato 8 miliardi di euro di titoli di Stato italiani, dopo aver letto questa notizia, è più portato a comprarne 9 oppure 7 o magari zero?”. Un attacco diretto a quella parte della magistratura che, a suo dire, ostacolerebbe la crescita economica con interventi che creano incertezza.

Dietro il botta e risposta con Porro, emerge una strategia ben precisa: trasformare un’indagine giudiziaria in un capitolo del più ampio confronto tra politica e magistratura, portando il discorso dal piano nazionale a quello economico-finanziario. La premier ha così cercato di trasformare una potenziale debolezza in una prova di forza, rivendicando stabilità e affidabilità davanti agli investitori.

Le sfide della governance economica

La premier ha chiuso il suo intervento con una riflessione che ha mescolato politica e showmanship, lanciando un affondo contro alcune dinamiche giudiziarie: “Non è normale che alcuni magistrati politicizzati cerchino di colpire chi non è schierato con loro”, ha dichiarato, trasformando una questione istituzionale in un tema di consenso.

Poi ha voluto rassicurare il pubblico, adottando il registro del leader combattente: “Finché ci siete voi, ci sarò anche io”. L’atmosfera si è alleggerita con una battuta che ha fatto sorridere la platea: “Io un giorno sogno di fare una zuppa di Meloni o che ne so, la macedonia con Meloni”.

Nicola Porro ha raccolto il guanto con prontezza: “Facciamolo insieme un giorno”. “Io ci sto”, ha risposto lei. Ma tra battute e siparietti, il punto resta: il governo, secondo Meloni, sta rimescolando gli ingredienti dell’economia italiana per rimetterla in ebollizione. Quanto il piatto finale sarà davvero gustoso, però, lo diranno i numeri e i mercati.