Il Governo ha chiesto la fiducia sul testo della Manovra 2026, così le dichiarazioni di voto si basano sul testo licenziato in prima lettura dal Senato. Le opposizioni accusano il governo di aver impedito una vera discussione parlamentare e ricordano come Giorgia Meloni, nel 2019, quando si trovava all’opposizione, si lamentasse dei tempi ristretti dell’iter di bilancio.
Ormai però c’è poco da fare: la Manovra è alle battute finali. Tempi molto stretti che impediscono a oltre 700 emendamenti di essere discussi, tutti respinti. Restano quindi le misure già discusse e approvate, anche se in versione edulcorata in alcuni casi. Per esempio sugli affitti brevi, che dal 2026 mantengono la cedolare secca al 21% per il primo immobile e salgono al 26% per il secondo. C’è poi la questione del pacchetto previdenza, con lo stop agli strumenti per l’uscita anticipata e la conferma dell’adeguamento dei requisiti all’aumento dell’aspettativa di vita, dilazionato negli anni.
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I tempi della Manovra: prossimi passi
Manca ormai poco alla definizione della Manovra 2026. Nel tardo pomeriggio di lunedì 29 dicembre cominceranno le dichiarazioni di voto sulla fiducia posta dal governo. Poi la chiama, verso le 20:20.
È infatti prevista una seduta notturna che partirà dalle ore 22:00, mentre il voto finale è atteso per il giorno seguente, martedì 30 dicembre. A partire dalle 11:00, con diretta televisiva per le dichiarazioni di voto, e conclusione entro le 13:00.
Riassumendo, il calendario:
- 29 dicembre alle 18:40 dichiarazioni di voto sulla fiducia (appello nominale);
- 29 dicembre alle 20:20 la chiama;
- 29 dicembre alle 22:00 seduta notturna;
- 30 dicembre dalle 11:00 dichiarazioni di voto (rappresentante di ciascun gruppo);
- 30 dicembre alle 13:00 conclusione della procedura.
Cosa cambia per le famiglie
Dopo una discussione anche interna alla maggioranza, arrivano alcune norme mentre altre vengono escluse. Confermato, per esempio, il bonus mamme lavoratrici, per accedervi sarà necessario avere almeno due figli e un reddito Isee annuo non superiore a 40.000 euro. Inoltre, l’età del figlio più piccolo non potrà superare i 10 anni, ma se si hanno tre o più figli la soglia sale a 18 anni. In compenso il contributo aumenta e passa da 40 a 60 euro mensili.
Ci sono novità anche sui congedi parentali, che raddoppiano da cinque a dieci giorni per la malattia dei figli, e cambia il meccanismo di calcolo dell’Isee: aumenta il valore della prima casa da non considerare nel calcolo, dai 52.500 euro attuali a 91.500 euro, con una soglia che arriva fino a 120.000 euro per i nuclei familiari residenti nei capoluoghi.
Poi ancora 500 milioni per il rifinanziamento del fondo per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità, ovvero la carta Dedicata a te, e l’assegno di inclusione, che cancella la pausa di un mese prima di poter essere richiesto per un ulteriore anno.
Cosa cambia per le pensioni
L’altro grande capitolo è quello delle pensioni. Per esempio, viene cancellata Opzione donna, la misura che permetteva alle donne di andare in pensione prima.
Da gennaio non si potranno più sommare gli importi delle pensioni principali con la previdenza integrativa. Inoltre aumenta la platea delle imprese che dovranno conferire all’Inps il Tfr dei dipendenti nel caso decidano di non versarlo alla previdenza integrativa.
Restano intatte le regole sulle finestre e sul riscatto della laurea. Aumentano invece i requisiti per l’accesso alla pensione legati all’aspettativa di vita: i tre mesi verranno diluiti a partire dal 2027 fino al 2028. Nel 2026 si andrà quindi in pensione di vecchiaia con 67 anni di età, oppure in pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (oltre i tre mesi di finestra mobile). Dal 2027 i requisiti aumentano di un mese e dal 2028 di tre mesi.