Italia promossa dall’Ue, niente infrazione per deficit: la Manovra si può fare

La Commissione Ue ha promosso l'Italia certificando che la procedura di infrazione per deficit eccessivo è stata sospesa: manca ancora una valutazione per uscirne completamente

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

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La Commissione europea ha sospeso la procedura di infrazione per deficit eccessivo dell’Italia a seguito dell’analisi del Documento programmatico di bilancio, che contiene i dati su cui si basa la Manovra. L’Ue ha quindi certificato il rientro del nostro Paese all’interno dei parametri di spesa, ma non ha ancora del tutto rimosso il percorso di riduzione delle uscite imposto dall’anno scorso.

La procedura non è infatti stata annullata, ma soltanto sospesa in attesa di una nuova analisi. Quando saranno elaborati i dati ufficiali, probabilmente all’inizio della primavera del 2026, la Commissione europea analizzerà nuovamente la posizione italiana per valutare se la riduzione del rapporto deficit/Pil sia stata effettivamente strutturale.

L’Ue sospende la procedura per deficit eccessivo all’Italia

Con la conferma dei numeri presentati dal Governo nel Documento programmatico di bilancio, l’Ue promuove, almeno per ora, la situazione dei conti pubblici italiani. Il nostro Paese era entrato nella procedura di infrazione per deficit eccessivo lo scorso anno, dopo che i parametri europei erano stati prima sospesi per via della pandemia e poi ripensati.

I calcoli del Governo sono quindi esatti. Il rapporto deficit/Pil dell’Italia rientrerà nel 3% già quest’anno, in anticipo rispetto alle previsioni. Come anticipato, però, la procedura è soltanto sospesa, non del tutto rimossa. Questo perché i dati del Documento programmatico di finanza pubblica sono soltanto delle previsioni, anche se molto precise, e dovranno essere confermate da dati reali.

Nella primavera del 2026, quando saranno disponibili i dati consuntivi sul deficit del 2025, la Commissione europea porterà a termine una seconda analisi che dovrà certificare se effettivamente il deficit sia sceso in maniera strutturale sotto la soglia considerata sostenibile dall’Ue.

I numeri che hanno promosso la Manovra

Il rapporto deficit/Pil è la principale misura della spesa pubblica in un anno, ma non è l’unica. L’Ue ha infatti analizzato anche la cosiddetta spesa netta, cioè la spesa pubblica dalla quale si rimuovono alcuni parametri considerati non rilevanti per capire il comportamento fiscale di un governo, come:

  • la spesa per gli interessi sul debito;
  • la spesa per i sussidi di disoccupazione ciclici;
  • le voci finanziate interamente dall’Ue.

Anche in questo parametro l’Italia si è dimostrata più virtuosa del previsto. Nel 2025 la spesa netta sarà dell’1,2%, di poco sotto il tetto indicato dal Consiglio europeo dell’1,3%. Nel 2026 è previsto un aumento di questa voce, fino all’1,5%, ma anche i limiti aumenteranno, portandosi a 1,6%. Positivi anche i dati in termini cumulativi. Dal 2023 al 2026 la spesa netta italiana crescerà dello 0,5% su un massimo consentito dello 0,9%.

Come sono messi gli altri Paesi europei

La Commissione europea ha valutato anche le performance di altri Paesi europei, per quanto riguarda la loro situazione debitoria. Sono stati promossi come l’Italia anche Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo e Slovacchia. Sono invece considerati a rischio i bilanci di:

  • Croazia;
  • Lituania;
  • Slovenia.

Tutti gli altri Paesi interessati da procedure di infrazione per deficit eccessivo hanno ottenuto lo stesso trattamento dell’Italia e quindi hanno visto i provvedimenti sospesi. Si tratta di Austria, Belgio, Francia, Ungheria, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia.