Chi sono i fuffaguru, come capire se si sta seguendo un truffatore del marketing

Chi sono gli influencer della finanza che generano schemi piramidali illegali

Foto di Luca Incoronato

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Il termine fuffaguru è ormai molto in voga sul web. Si tratta di una particolare declinazione della figura dell’influencer, laddove costui millanti esperienze e capacità nel mondo della finanza. I loro profili social ruotano intorno a pochi elementi: lusso sfrenato, guadagni facili promessi e corsi venduti.

Come riconoscere un fuffaguru

Chi decide di investire, dovrebbe farlo attraverso canali riconosciuti e garantiti. Si consiglia sempre di farsi affiancare da esperti comprovati, al fine di non porre in pericolo il proprio capitale. Ciò può avvenire anche online, sfruttando alcune delle migliori app sul mercato.

Il grande problema è che in Italia in molti, soprattutto giovani, investono sulla base di mode e tendenze dettate dai social. Questi sono i nuovi mezzi d’informazione dilaganti. Ci si può trovare così nella rete di uno dei tanti fuffaguru ormai celebri.

Li si vede su jet privati e a bordo di auto di lusso. Li si osserva dinanzi ai loro computer millantare operazioni d’investimento vincenti, con guadagni impressionanti in pochi minuti. Tutto frutto della loro presunta esperienza, millantata anche da chi ha un’età decisamente giovane. Il tutto corredato da viaggi a Dubai, con appartamento in affitto e proposti come di proprietà. Una vacanza che viene venduta al pubblico come uno stile di vita standard, che è possibile ottenere grazie a dei corsi ottenibili a caro prezzo.

A poco servono gli avvertimenti online di veri esperti, dal momento che vengono percepiti dai giovanissimi come boomer fuori dal mondo social e incapaci di comprendere i nuovi lavori e i nuovi metodi di guadagno in gran diffusione.

Come riconoscere un fuffaguru? Deve avere almeno due degli elementi indicati. Se poi si cimenta in un podcast autocelebrativo, che non è altro che una folle “adv” della propria truffa, è facile capire che è meglio stare alla larga.

Antitrust contro i fuffaguru

Un tempo si sognava di diventare calciatori, rischiando tutto per raggiungere la ridottissima sfera della serie A, con guadagni milionari. Oggi si parla di streamer alla stessa maniera. Si sogna di sfondare e ottenere grandi incassi grazie al web, senza rinchiudersi in un ufficio e magari vivendo delle proprie passioni. La percentuale di chi ci riesce, però, è bassissima e il mercato è decisamente volatile.

Continuano a diffondersi però le mode di guadagno alternativo. Una di queste è quella che esalta gli investimenti. Questi, se ben studiati e guidati, possono garantire entrate considerevoli, a fronte di un ricco capitale. Al tempo stesso possono offrire una percentuale di interesse apprezzabile sul lungo periodo, tale da rappresentare un ottimo investimento per il futuro (remoto).

Si ha però la sensazione che sempre più giovanissimi mirino a entrate passive a questo modo, ignorando il fatto d’essere loro a stipendiare questi influencer dei mercati fasulli. Il sistema d’allarme è evidenziato dalla decisione dell’Antitrust di avviare un’indagine su sei soggetti.

La notizia risale a luglio 2024 e ruota intorno ad alcuni fuffaguru che promettono guadagni facili e certi. Si mira a comprendere, tramite approfondite indagini, se abbiano attuato pratiche commerciali scorrette. I nomi coinvolti sono:

  • Big Luca (Luca De Stefani);
  • Luca Marani;
  • Alessandro Berton;
  • Hamza Mourai;
  • Michele Leka;
  • Davide Caiazzo.

Per la prima volta viene aperta un’istruttoria legata a soggetti di questo genere. È chiaro come il fenomeno sia ormai esploso e allarmante. È tempo di agire perché ciò che si genera non è altro che un tipo differente di sistema di marketing piramidale.

Ecco gli step della loro attività. Segnalarli può aiutare a riconoscerli:

  • sui profili social si rimanda a un sito che invita a lasciare i propri dati;
  • si garantisce d’essere ricontattati e l’accesso a contenuti gratuiti;
  • nei video pubblicitari si utilizzano termini generici, senza scendere mai nel dettaglio delle azioni concrete;
  • la vaghezza dei contenuti è al centro della strategia;
  • richiesta di una somma di denaro per poter accedere al presunto sistema;
  • il sistema corrisponde a uno schema piramidale, sulla base del reclutamento di altre persone per poter guadagnare.