È stato pubblicato l’ultimo rapporto dell’Osservatorio statistico europeo e il quadro che ne emerge non è dei migliori.
Indice
Report Eurostat: i dati di un’economia fragile e in stallo
L’Europa è in stallo, non cresce e non decresce, ma è proprio nella stagnazione che si annida il rischio. Tra le righe del report infatti si legge di un’Europa fragile o, per usare le parole del report Eurostat, si trova in una situazione di equilibrio precario.
Alcuni settori, a onor del vero, mostrano importanti segnali di ripresa, ma altri continuano a lottare per non passare da lieve aumento (con lieve indicato da valori vicini allo zero) al negativo.
L’equilibrio raggiunto dall’economia europea è quindi uno stallo ed è sentito anche dai cittadini, che vedono “debole” l’attuale economia Ue di fronte alle sfide del futuro. Mentre la bassa inflazione e i dati sull’occupazione offrono un po’ di ottimismo, a smorzare l’entusiasmo ci pensano le singole situazioni dei Paesi membri che portano a una complessiva fragilità che difficilmente si può consolidare in una crescita sostenibile.
Crescono i servizi: produzione a guida Grecia
Uno dei punti più luminosi del rapporto è la crescita del settore dei servizi. Ad aprile 2024 la produzione nei servizi ha raggiunto un nuovo massimo storico, con un aumento mensile dell’+1,1% che ha più che compensato il calo dello –0,6% registrato a marzo.
Su base annua la crescita è stata quindi del +4,2%. Paesi come Grecia, Francia e Lettonia hanno guidato questa ripresa, con aumenti rispettivamente del 4,4%, 3,4% e 2,9%.
Produzione industriale: male anche il Nord
Al contrario, la produzione industriale continua a mostrare segni di debolezza. A maggio 2024, rispetto ad aprile 2024, la produzione industriale destagionalizzata è diminuita dello –0,6% nell’area dell’euro e dello –0,8% nell’UE, secondo le prime stime di Eurostat. Ad aprile 2024, la produzione industriale era rimasta invariata nell’area dell’euro ed era cresciuta dello +0,5% nell’UE.
Rispetto a maggio 2023, la produzione industriale è quindi diminuita del -2,9% nella zona euro e del –2,5% nell’UE. Nonostante alcuni Paesi come Irlanda, Lussemburgo ed Estonia abbiano registrato incrementi notevoli, le diminuzioni in Slovenia, Romania e Danimarca indicano una situazione difficile per il settore industriale europeo.
Commercio al dettaglio: l’esempio dello stallo
Il settore del commercio al dettaglio ha mantenuto invece una certa stabilità a maggio 2024, con un lieve aumento dello +0,1% rispetto al mese precedente.
Nonostante le fluttuazioni mensili, si è registrata una crescita annua dello +0,6%. Tra i paesi membri, la Danimarca ha guidato la crescita, seguita da Lituania e Lussemburgo.
Segnali positivi: calo inflazione e disoccupazione ai minimi
Il tasso di inflazione annuale dell’area dell’euro è stato del +2,5% a giugno 2024, in calo rispetto al +2,6% di maggio. Un anno prima, il tasso era del +5,5%. Mentre l’inflazione annuale dell’Unione europea è stata del –2,6% a giugno 2024, in calo rispetto al –2,7% di maggio. Un anno prima, il tasso era del 6,4%. I tassi annuali più bassi sono stati registrati in:
- Finlandia (0,5%)
- Italia (0,9%) stabile rispetto ai due mesi precedenti
- Lituania (1,0%)
Mentre i tassi più alti sono stati osservati in:
- Belgio (5,4%)
- Romania (5,3%)
- Spagna e Ungheria (entrambi 3,6%)
Rispetto a maggio 2024, l’inflazione annuale è diminuita in 17 Stati membri, è rimasta stabile in 1 ed è aumentata in 9.
A giugno 2024, il contributo più elevato al tasso di inflazione annuale dell’area dell’euro è derivato dai servizi (+1,84 punti percentuali), seguiti da prodotti alimentari, alcolici e tabacco (+0,48 punti percentuali), beni industriali non energetici (+0,17 punti percentuali) ed energia (+0,02 punti percentuali).
La diminuzione dell’inflazione è un segnale positivo per il potere d’acquisto dei consumatori (molti dei quali a rischio povertà assoluta) e potrebbe contribuire a sostenere la domanda interna.
Un altro aspetto positivo è il mantenimento di tassi di disoccupazione bassi. A maggio 2024 il tasso di disoccupazione nell’UE è rimasto stabile al 6,0%, invariato rispetto al mese e all’anno precedente. Non vengono meno le disparità tra gli Stati membri, con tassi molto bassi nella Repubblica Ceca e molto alti in Spagna e Grecia che configurano, ancora una volta, una situazione di stallo.
Il “sentimento economico” in Ue: la fotografia
Ne deriva un sentimento economico nell’UE sostanzialmente stabile a giugno 2024, con tale indicatore (Esi) che ha registrato una lieve diminuzione di 0,2 punti, attestandosi a 96,4.
Il valore, ancora al di sotto della media a lungo termine, riflette una fiducia limitata nell’economia, nonostante la stabilità nei settori dell’industria, dell’edilizia e tra i consumatori.
Altri dati dell’Osservatorio: aria più pulita e mortalità
Il report inserisce diversi altri valori numerici, tra cui il miglioramento della qualità dell’aria e la bassa mortalità. Nel dettaglio si legge che sul fronte ambientale, si segnala una diminuzione significativa delle concentrazioni di biossido di azoto (NO2) nelle capitali europee, con una riduzione media dell’11,5% a giugno 2024 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Infine, il tasso di mortalità in eccesso nell’UE è aumentato leggermente a maggio 2024, raggiungendo l’1,6% dopo essere stato negativo ad aprile.