Crolla l’inflazione nel 2024, a dicembre rimane all’1,3% contro il 5,7% del 2023

I dati di dicembre 2024 confermano che lo scorso anno l'inflazione è tornata sotto controllo rispetto ai picchi del 2023

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 7 Gennaio 2025 13:06

L’inflazione a dicembre 2024 è rimasta stabile rispetto a novembre, confermando che lo scorso anno i prezzi al consumo hanno subito un aumento dell’1,3%. Il dato è in netto calo rispetto a quello del 2023, quando l’inflazione si era attestata al 5,7%. Ha contribuito soprattutto il calo dei prezzi dell’energia e dei beni durevoli, oltre al rallentamento degli aumenti di alimenti e servizi.

La crescita dei prezzi in Italia non sembra più essere un problema. Non soltanto infatti l’inflazione generale è sotto la media europea, ma quella di fondo, che traccia soltanto i beni il cui prezzo non varia molto nel breve periodo, si è attestata sul 2%, cifra ritenuta ideale per un’economia in salute.

L’inflazione a dicembre e in tutto il 2024

Secondo le rilevazioni Istat, a dicembre in Italia l’inflazione si è attestata attorno all’1,3% annuo, con un aumento dei prezzi dello 0,1% su novembre. Una sostanziale stabilità che conferma che dalla fine del 2023 il problema dell’aumento dei prezzi è sostanzialmente rientrato. Non solo, ma la nuova inflazione, che dura da più di un anno, sembra essersi stabilizzata su valori più sani rispetto a quelli precedenti alla pandemia e alla guerra in Ucraina.

Nel 2019 infatti l’aumento dei prezzi era sceso ben al di sotto del 2% ritenuto dagli economisti indice di un sano mercato interno. Negli ultimi mesi dell’anno, prima che cominciassero i lockdown, erano emersi anche fenomeni di deflazione, quindi di calo dei prezzi, ritenuti un segnale molto negativo per l’economia. Ora però l’inflazione, in particolare quella di fondo che non tiene conto di beni suscettibili a cambiamenti di prezzo improvvisi o stagionali come cibo e prodotti energetici, è stabile da mesi attorno al 2%.

Un netto cambiamento di passo rispetto al 2023, anno che si era concluso con un’inflazione del 5,7%. Si trattava soprattutto dell’effetto dell’aumento del costo del gas, dovuto all’invasione russa dell’Ucraina e alle conseguenze geopolitiche che la guerra aveva avuto in tutta Europa. Preoccupazioni simili sono tornate a emergere proprio all’inizio del 2025, con l’interruzione del passaggio di gas da uno degli ultimi gasdotti che portava metano dalla Russia in Europa Orientale.

Quali prezzi aumentano di più

Anche se l’inflazione cala, non tutti gli ambiti dell’economia hanno seguito la stessa tendenza nel 2024. I dati Istat di dicembre rivelano infatti che molti servizi hanno vissuto un netto aumento dei prezzi. L’esempio principale è quello del turismo, che include sia i servizi ricettivi (hotel, case vacanza e bed and breakfast), e quelli di ristorazione (bar, ristoranti e altri locali). L’afflusso di turisti dall’estero, dove gli stipendi sono spesso molto più alti che in Italia, ha causato un aumento dei prezzi del 2,9%, il più alto in assoluto.

La classifica completa degli aumenti recita:

  1. Servizi ricettivi e di ristorazione: +2,9%
  2. Istruzione: +2,9%
  3. Altri beni e servizi: +2,8%
  4. Bevande alcoliche e tabacchi: +2,5%
  5. Prodotti alimentari e bevande analcoliche: +2,2%
  6. Servizi sanitari e spese per la salute: +1,3%
  7. Ricreazione, spettacoli, cultura: +0,9%
  8. Abbigliamento e calzature: +0,7%
  9. Trasporti: +0,5%
  10. Mobili, articoli e servizi per la casa: +0,2%

Ci sono anche due eccezioni, vale a dire due ambiti in cui i prezzi invece di aumentare sono calati. Il primo è quello della casa, che include anche acqua, elettricità e combustibili, sostanzialmente stabile a -0,1%. Crolla invece il settore delle comunicazioni, che si conferma uno dei più competitivi in Italia: -5,4%.