L’indice dei consumi delle famiglie in Europa premia il Lussemburgo, Italia nella media

Lussemburgo al top per quanto riguarda i consumi, mentre il fanalino di coda è l'Albania. L'Italia si trova sull'esatto punto di equilibrio

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 6 Gennaio 2025 16:30

Sul fronte del consumo individuale effettivo pro capite l’Italia si pone esattamente sulla linea della media europea. Fatta 100 la media, il Bel Paese è equidistante dal picco rappresentato dal Lussemburgo, che riporta un punteggio pari a 136, e dal fondo rappresentato dall’Albania (41 punti), Paese da tempo candidato a entrare nell’Ue.

Il consumo individuale effettivo pro capite, Aic, è uno degli indicatori chiave del benessere materiale delle famiglie. Le sue oscillazioni svelano le variazioni nel tenore di vita in Europa.

Prendendo in esame i due estremi con riferimento ai dati dell’anno 2023, ciò significa che i cittadini del Lussemburgo hanno un Aic di 36 punti superiore alla media, mentre gli albanesi affrontano un Aic inferiore di 59 punti alla media.

Cos’è l’Aic e a cosa si riferisce

L’Eurostat definisce l’Aic quel valore che comprende “tutti i beni e i servizi utilizzati dalle famiglie, indipendentemente dal fatto che siano stati acquistati e pagati direttamente dalle famiglie, dal governo o da organizzazioni no profit”. Questa spesa può essere effettuata dal singolo cittadino o in ambito familiare e riguarda una generalità di beni e servizi, come abbigliamento, cibo, affitto, acquisto casa, bollette dell’energia, trasporti, automobili, attività ricreative, eccetera.

Nel Vecchio Continente, sono nove i Paesi dell’Ue con un Aic pro capite superiore alla media (ma sono dodici se si prendono in considerazione anche quelli extra Ue):

  • Lussemburgo – 136%;
  • Norvegia (extra Ue) – 124% ;
  • Germania, Paesi Bassi e Islanda (extra Ue) – 119%;
  • Svizzera (extra Ue) – 116;
  • Austria – 114%;
  • Belgio – 113%;
  • Danimarca – 108%;
  • Francia e Svezia – 106%;
  • Finlandia – 105%.

Come si nota, tutti e tre i Paesi dell’Efta (Norvegia, Islanda e Svizzera) hanno riportato un indice di benessere materiale superiore alla media europea. La Norvegia ha superato la media del 24%, l’Islanda del 19% e la Svizzera del 16%.

La situazione italiana

Oltre all’Italia, anche Cipro si posiziona su quella quota 100 che rappresenta l’esatta media europea.

È evidente che sul punteggio italiano pesano le ben note disparità territoriali, con il Nord che letteralmente vola sotto il profilo economico, e il Sud e le Isole che da sempre inseguono, pur con crescenti oasi felici.

Nella classifica europea, la Spagna, Paese gemello dell’Italia sotto molti profili, si posiziona a quota 91 ad appena un passo da Malta (90) e a tre passi dalla Lituania (88).

I Paesi candidati

Questa la situazione nei Paesi candidati a diventare membri dell’Unione europea:

  • Turchia – 84%;
  • Montenegro – 64%;
  • Serbia – 55%;
  • Macedonia del Nord – 49%;
  • Bosnia ed Erzegovina – 42%;
  • Albania – 41%.

Variazioni

Prendendo in considerazione l’andamento degli ultimi cinque anni, l’Aic pro capite rispetto alla media dell’Ue è rimasto relativamente stabile nella maggioranza dei Paesi, ma con alcune variazioni significative.

Fra i Paesi membri dell’Europa unita a 27, il calo più drastico si è visto in Danimarca, dove l’Aic è sceso dal 120% del 2020 al 108% del 2023. Seguono la Repubblica Ceca (da 90% a 81%), la Finlandia (da 111% a 105%), la Germania (da 124% a 119%) e la Francia (da 110% al 106%). I maggiori aumenti, nello stesso arco temporale, si sono registrati in Irlanda (dall’87% al 99%), in Bulgaria (dal 62% al 70%) e in Spagna (dall’83% al 91%).

I Paesi candidati Ue hanno registrato un aumento, il più significativo dei quali si è visto in Turchia, che è passata dal 64% all’84%.