Immobiliare: settimana negativa in Borsa con sentiment intaccato da indagini

Riflettori su quello che è successo durante l'ultima settimana nel comparto immobiliare, partendo dalle aziende quotate a Piazza Affari e dai dati di settore

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Redazione

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Quella che si è appena conclusa è stata una settimana debole per il settore immobiliare in Borsa, con il sentiment del comparto in Italia che è stato penalizzato anche dalle inchieste della Procura di Milano su presunti reati nell’urbanistica della città che più ha trainato lo sviluppo immobiliare italiano in questi anni. Le inchieste riguardano presunti abusi commessi negli ultimi anni da persone che lavorano nell’amministrazione di Milano, costruttori e progettisti, per autorizzare e accelerare la costruzione di nuovi palazzi. Si sono concentrate in particolare su progetti di costruzione di palazzi di grandi dimensioni, trattati formalmente come ristrutturazioni di edifici molto più piccoli o costruiti all’interno di cortili.

 

L’andamento del settore in Borsa

Il settore immobiliare ha vissuto una settimana poco mossa a livello europeo, con l’indice Stoxx 600 Real Estate che è salito dello 0,3%, sovra-performando leggermente l’andamento dello Stoxx Europe 600 (+0,1%).

Una performance peggiore è stata messa a segno dall’Italia, dove l’indice FTSE Italia All Share Real Estate ha mostrato un andamento in calo dell’1% su base settimanale, peggio di quello dell’indice FTSE MIB (-0,5%).

 

I titoli immobiliari quotati a Milano

Fra le società immobiliari quotate a Piazza Affari, si è registrata una settimana positiva per Aedes (+2,5%). Poco mossa IGD. Negative Risanamento (-7,5%), Gabetti (-4,1%), Abitare In (-3,6%), Brioschi (-1,7%) e Next Re (-1,2%).

Tra gli annunci societari, Aedes ha approvato l’aggiornamento del Piano Industriale 2024-2028, con il management che ha individuato potenziali target di investimento e per questo prevede di reperire risorse economico-finanziarie, sia a debito che tramite equity.

 

I dati macroeconomici

Sul fronte macroeconomico, l’Istat ha comunicato che a maggio 2025 la produzione nelle costruzioni è diminuita dell’1,4% rispetto ad aprile. Torna quindi a diminuire su base congiunturale, mentre resta positivo il bilancio degli ultimi tre mesi rispetto ai tre mesi precedenti (+1,5%). Nel confronto tendenziale, al netto degli effetti di calendario, nel mese di maggio si registra una crescita (+3,9%), seppure in rallentamento.

 

Gli studi di settore

In settimana sono arrivati dati interessanti da un report del gruppo Gabetti sugli investimenti immobiliari corporate. Nel primo semestre 2025 si sono registrati in Italia 5,1 miliardi di euro di investimenti corporate, un volume in aumento del 44% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (poco meno di 3,5 miliardi di euro), grazie alle ottime performance registrate dalle più consolidate asset class. Si conferma quindi il trend di ripresa rilevato dal secondo semestre del 2024, che lascia presagire una seconda parte del 2025 positiva. Le migliori performance sono state registrate dai settori hospitality e retail. Il settore dell’hospitality registra oltre 1,2 miliardi di euro investiti, con una crescita del 63% rispetto allo stesso periodo del 2024, la migliore performance degli ultimi 6 anni, sostenuta da closing di deal di medio-grandi dimensioni in città come Milano, Roma e Venezia, oltre a località turistiche sempre più ambite e nel mirino degli investitori, come l’isola di Capri e le sponde del Lago di Como. Nella prima parte del 2025, si evidenzia il trend positivo e di ripresa del settore retail, con volumi investiti che sfiorano gli 1,2 miliardi di euro, + 144% rispetto all’H1 2024. A contribuire a tale risultato, l’acquisizione di un portafoglio nel comparto luxury outlet che incide per circa un terzo del totale transato, per un controvalore di 350 milioni di euro.

Un report dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa ha invece fatto notare che i primi tre mesi del 2025 descrivono uno scenario in chiaroscuro per gli immobili d’impresa. Sono stati gli immobili ad uso commerciale ad aver mostrato l’aumento più sostenuto con +8,1%: in questo momento di incertezza generale il negozio è visto come un buon investimento e sono tanti coloro che acquistano con due finalità diverse, ovvero già a reddito con rendimenti annui lordi almeno del 9-10% annuo lordo oppure, come spesso avviene nelle grandi città, con la possibilità di fare il cambio d’uso in residenziale. Soffrono gli uffici i cui scambi sono diminuiti del 5,9 %. Un lieve calo a livello nazionale, ma nelle dieci grandi città si segnala una contrazione del 16,6%. Roma e Milano hanno registrato una diminuzione importante, rispettivamente -40,2% e -34,0% ma venivano anche da un trimestre precedente particolarmente vivace. Abbastanza stabili i capannoni produttivi. Non ci sono state importanti variazioni, le aziende che hanno una solidità patrimoniale provano a comprare il capannone di cui c’è poca offerta e spesso è anche vetusta.