Giorgetti rivede il Pil 2024 in Italia, colpa della correzione al ribasso della crescita

Il ministro dell’Economia Giorgetti ha affermato che sia difficile, con le nuove correzioni al ribasso Istat sulla crescita 2024, che il Pil reale possa raggiungere il +1%: per la Manovra 2025 ci saranno comunque le dovute risorse. 

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Pubblicato: 8 Ottobre 2024 20:15

Sono parole dure, ma chiare, quelle pronunciate dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, nel corso dell’audizione alle Commissioni bilancio di Camera e Senato riunite per discutere sul Piano strutturale di bilancio. Il titolare del dicastero di via Venti settembre ha ammesso che la revisione Istat sulla crescita italiana entro la fine del 2024 renda più difficile portare il Pil nazionale al +1%. A incidere sui dubbi del ministro è anche il clima di incertezza dato dai diversi scenari di guerra nel mondo.

Difficile portare il Pil 2024 al +1%

“La recente revisione delle stime trimestrali annuali da parte dell’Istat – ha detto il ministro Giancarlo Giorgetti – pur elevando di molto il livello del Pil sia in termini nominali che reali, hanno comportato una correzione meccanica al ribasso della crescita acquisita per il 2024 che rende più difficile il conseguimento di una variazione annuale del Pil reale dell’1% per l’anno in corso”.

Lo stesso ministro dell’Economia ha comunque sottolineato che “i nuovi dati trimestrali pur avendo un probabile impatto sulla lettura finale del 2024, non suscitano preoccupazioni per gli anni seguenti”. Il loro effetto negativo, dunque, non dovrebbe perdurare a lungo in presenza delle attuali condizioni.

L’incertezza data dalla guerra

Nelle parole del ministro Giorgetti c’è anche la preoccupazione data dai conflitti bellici incandescenti che si stanno verificando non troppo lontano dall’Italia e dalla sua economia.

“La presentazione di questo nuovo documento (Piano strutturale di bilancio, ndr) avviene in un momento caratterizzato da tendenze contrastanti: se da un lato l’andamento delle variabili economiche appare complessivamente in linea con le attese, dall’altro l’allargamento dei conflitti in atto, in particolare nel Medio Oriente sta aumentano ulteriormente l’incertezza che caratterizza lo scenario economico globale”.

L’importanza della stabilità per non lasciare indietro nessuno

Alla preoccupazione, tuttavia, il titolare del dicastero dell’Economia e delle Finanze ha aggiunto la consapevolezza che il Psb sia “un documento allo stesso tempo ambizioso ma realistico“. “La stabilità della finanza pubblica è un elemento di grande rilevanza – ha aggiunto – il piano delinea un quadro di finanza pubblica che porta a una stabile riduzione dello stock del debito pubblico e dei relativi oneri, che è una necessità ineludibile”.

“In linea con l’ambizione e il realismo – ha proseguito il ministro – un’altra caratteristica di fondo del Piano è la prudenza con cui sono state formulate le previsioni relative alla crescita. Pur in un quadro improntato al miglioramento della sostenibilità della finanza pubblica, il Piano non lascia indietro nessuno. La definizione di interventi selettivi e prudenti consentirà di assicurare il rafforzamento delle politiche per la famiglia, promuovendo adeguatamente la natalità e la genitorialità, la sostenibilità delle spese per le prestazioni sociali e la qualità delle prestazioni offerte dal servizio sanitario nazionale”.

La Manovra 2025, con il taglio del cuneo e i 3 scaglioni Irpef

Nella parte conclusiva del suo discorso, il ministro Giancarlo Giorgetti ha parlato della Manovra 2025, assicurando che il governo italiano sarà in grado di reperire le risorse necessarie a tutti gli interventi ritenuti necessari. “Tra questi – ha detto il ministro – rientrano le misure per rendere strutturali gli effetti del taglio del cuneo e l’accorpamento delle aliquote Irpef su tre scaglioni. Nonché interventi per favorire la natalità e un sostegno alle famiglie numerose”.

“La Manovra – ha concluso – stanzierà anche le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici per il 2025-27 e incrementerà i fondi per la sanità pubblica”. Quanto alle risorse necessarie, queste arriveranno “dagli spazi in deficit e da coperture specifiche”.