Unicredit ha depositato nei tempi congrui la sua offerta per Bpm alla Consob, l’organo di controllo della Borsa in Italia. Si tratta sempre di una Ops, che quindi propone azioni della banca milanese in cambio di quelle della società da acquisire.
Questa prima mossa burocratica avvierà anche un’altra serie di procedure. Tra queste le autorizzazioni della Banca centrale europea, della Banca d’Italia e di Ivass, l’istituto di vigilanza sulle assicurazioni. Ma soprattutto prevederà anche la comunicazione al governo per dare a Palazzo Chigi la possibilità di utilizzare il golden power.
Unicredit presenta l’offerta per Bpm
Nella serata di venerdì 13 dicembre Unicredit ha consegnato a Consob il prospetto della seconda offerta per l’acquisizione di Banco Bpm. La proposta è stata ritoccata al rialzo rispetto alla prima, come da richiesta del consiglio di amministrazione della banca, che l’aveva ritenuta non congrua per i suoi azionisti.
“L’offerente riconoscerà 0,175 azioni ordinarie di Unicredit di nuova emissione, prive del valore nominale, aventi godimento regolare e le stesse caratteristiche delle azioni ordinarie di Unicredit, già in circolazione alla data di emissione, che saranno quotate su Euronext Milan, sul mercato ufficiale della Borsa di Francoforte, gestito da Deutsche Boerse, nonché sulla Borsa di Varsavia, per ogni azione Bpm portata in adesione all’offerta” si legge nei documenti.
Si rimane quindi nell’ambito delle offerte pubbliche di scambio (Ops), operazioni in cui una società offre, invece di denaro, proprie azioni in cambio di quelle di un’altra azienda, per acquisirla: “Riteniamo che la nostra offerta agli azionisti di Bpm sia congrua, in quanto portante un premio pari a circa il 15-20% rispetto al prezzo dell’azione Bpm prima che fosse influenzato positivamente dall’offerta in corso su Anima e da ulteriori speculazioni riguardo a possibili operazioni di M&A” ha dichiarato l’amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel.
Lo spettro del golden power
Insieme all’offerta presentata alla Consob, Unicredit dovrà anche aspettare altre tre autorizzazioni. Le prime due sono quelle delle banche centrali, la Bce e Banca d’Italia, la terza è a Ivass, dato che l’acquisizione conosce anche la quota di Anima, che è una società assicurativa. La comunicazione che fa più paura è però l’ultima, quella da fare a Palazzo Chigi.
Il Governo infatti deve esprimere il suo parere sull’utilizzo del cosiddetto golden power, la legge che dà all’esecutivo il potere di bloccare un’acquisizione finanziaria di un asset che viene ritenuto strategico per il Paese.
Diversi politici, soprattutto in area Lega, hanno minacciato l’utilizzo di questa norma, perché l’acquisizione di Bpm da parte di Unicredit vanificherebbe gli sforzi dello Stato di vendere proprio a Bpm le quote rimaste dal salvataggio di Monte dei Paschi di Siena. Non è però chiaro se il governo possa utilizzare il golden power in questa situazione. La legge è pensata per proteggere asset strategici nazionali da acquisizioni straniere, e Unicredit è una banca italiana, anche se con interessi all’estero. Se l’esecutivo decidesse di bloccare l’operazione, non è scontato che un ricorso possa ribaltare la mossa di Palazzo Chigi.