E’ atteso per oggi pomeriggio l’incontro fra il governo, Tim e Vivendi per discutere de Golden Power. I rappresentanti della compagnia telefonica e del suo principale azioniste con una quota del 23,75% saranno ricevuti presso il Comitato Golden Power, l’organismo che indaga e decide sulle transazioni che riguardano società di rilievo strategico, per un supplemento d’indagine a seguito della cessione di Netco, l’unità in cui è confluita la rete in fibra, a KKR per una cifra di 18,8 miliardi, che potrebbe arrivare sino a 22 miliardi.
Il piano prevede anche l’ingresso del governo nel capitale di Netco cn una quota del 20% ed un esborso di 2,2 miliardi, mentre F2i ha reperito 1 miliardo per rilevare un altro 30% della newco.
L’incontro di oggi
Il Governo, in realtà, ha già dato il via libera all’operazione di cessione della rete, ma quel che rileva in questo momento è verificare l’esistenza delle prescrizioni previste dalla normativa del Golden Power in capo all’azienda ed al suo azionista e capire come si muoverà il socio francese in vista dell’assemblea del 23 aprile prossimo, che dovrà approvare l’operazione.
D’altronde, Vivendi non ha mai fatto mistero di essere contraria alla scissione della rete, che non è stata approvata ex ante dall’assemblea, e potrebbe disertare anche l’incontro di oggi, mentre per TIM sarà sicuramente presente l’Ad Pietro Labriola, regista dell’operazione.
Le liste per il CdA
Per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione di TIM, all’ordine del giorno della prossima assemblea, sono state presentate ben 4 liste: la lista espressione dell’attuale Board, quella dei soci di minoranza e, a sorpresa, due liste presentate dai fondi presenti nel capitale.
Vivendi, al momento non sostiene alcuna lista per il Board, da cui diversi mesi fa ha ritirato i suoi quattro membri, in contrasto con la decisione di attuare lo scorporo della rete senza consultare gli azionisti. E quindi, al momento, ha presentato una lista solo per il consiglio sindacale.
La lista espressione dell’attuale Board, auspica un CdA ridotto a nove membri, tenendo conto del perimento di business che risulterà dall’esecuzione del Piano di Delayering e della prassi di società similari, ma prevede fino a 15 candidati (numero corrispondente all’attuale dimensione del Board). La lista è composta da sei donne e nove uomini: Alberta Figari, indicata quale Presidente al posto di Salvatore Rossi, Pietro Labriola confermato Amministratore Delegato, Giovanni Gorno Tempini, Paola Camagni, Federico Ferro Luzzi, Domitilla Benigni, Jeffrey Hedberg, Paola Tagliavini, Maurizio Carli, Romina Guglielmetti, Leone Pattofatto, Antonella Lillo, Andrea Mascetti, Enrico Pazzali e Luca Rossi.
La lista Asati, rappresentativa dei piccoli azionisti per una percentuale pari allo 0,53% del capitale sociale di TIM, comprende otto candidati: Franco Lombardi, Alberto Brandolese, Maurizio Matteo Decina, Marco Mancini, Augusto Antonellini, Mario Saluzzi, Franco Parlanti, Carlo Maria Braghero. La lista di propone di “assicurare una presenza significativa nel CdA da parte dei piccoli azionisti” e si pone “in linea” con il nuovo Piano aziendale che prevede la dismissione degli asset di rete e di Spaprkle, ritenute “cruciali” per la riduzione del debito.
Le due liste dei fondi
Il fondo Merlyn, che nei mesi scorsi si era posto nettamente in contrasto con il CdA attuale di TIM e con la vendita della rete, candida Umberto Paolucci, ex presidente Microsoft e oggi imprenditore, quale presidente di TIM, e Stefano Siragusa, aperto sostenitore del Piano B che prevede la cessione della divisione consumer e del Brasile, quale Amministratore delegato al posto di Labriola. La lista del fondo si completa con i nomi di Ersilia Vaudo, Nicolo Ragnini, Ida Panetta, Ottavia Orlandoni, Boris Nemsic, Robert Hackl, Paul Doany e Barbara Oldani.
E’ giunta a sorpresa invece la lista del fondo Bluebell di Giuseppe Bivona, che ha depositato una sua lista di candidati per il CdA di TIM guidata da Paola Giannotti de Ponti, che fu consigliera di TIM nel 2018 quando l’Ad era Luigi Gubitosi. Il Fondo, che punta a definirsi quale lista di maggioranza ha 6 candidati.