Banca Centrale Svizzera gioca d’anticipo e taglia i tassi d’interesse

Il tasso di riferimento è stato ridotto di 25 punti base portando il livello dei tassi all'1,5% e sorprendendo gran parte degli analisti

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Redazione

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Pubblicato: 22 Marzo 2024 10:27

La Banca Nazionale Svizzera ha anticipato il trend di allentamento della politica monetaria delle banche centrali e, con l’obiettivo principale di frenare la corsa del franco svizzero (CHF) rispetto al biglietto verde, ha anticipato un taglio dei tassi d’interesse di 25 punti base. Una mossa che ha favorito un immediato deprezzamento della valuta locale con effetti positivi sull’economia elvetica.

La decisione

Il comitato di politica monetaria della Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha deciso di tagliare il tasso d’interesse di riferimento di 25 punti base, portandolo all’1,5% dall’1,75% precedente. La modifica entra in vigore dal 22 marzo 2024.

I beni “a vista” detenuti dalle banche presso la BNS saranno remunerati fino a un determinato limite al tasso guida della Banca Nazionale Svizzera, quelli eccedenti tale limite a un tasso di interesse pari all’1%.

La Banca nazionale ha ribadito anche la sua disponibilità ad agire all’occorrenza sul mercato dei cambi per fermare l’apprezzamento della valuta locale attraverso operazioni dirette.

La vittoria sull’inflazione

“L’allentamento della politica monetaria – sottolinea lo statement – è stato possibile grazie all’efficacia della lotta all’inflazione durante gli ultimi due anni e mezzo”. Dall’inizio dell’anno l’inflazione è diminuita ulteriormente attestandosi in febbraio all’1,2%, ben al di sotto del target del 2%. Il calo è riconducibile al minor rincaro dei beni, mentre la spinta maggiore ai prezzi proviene attualmente dai servizi interni.

La previsione di inflazione si attesta lungo l’intero orizzonte previsivo nell’area di stabilità dei prezzi. Nella media annua essa si colloca all’1,4% per il 2024, all’1,2% per il 2025 e all’1,1% per il 2026. La previsione si basa sull’assunto che il tasso guida BNS rimanga pari all’1,5% lungo l’intero orizzonte previsivo.

“Con la sua decisione la Banca nazionale tiene conto della be dell’apprezzamento del franco in termini reali avvenuto nell’ultimo anno”, spiega lo statement, assicurando che la Banca Nazionale “continuerà ad osservare attentamente l’evoluzione dell’inflazione e, se necessario, adeguerà nuovamente la politica monetaria per far sì che il rincaro si mantenga a medio termine nell’area di stabilità dei prezzi”.

Perché tagliare i tassi

“L’abbassamento del tasso di interesse favorisce anche l’andamento dell’economia“, spiega la banca centrale, segnalando che l’economia mondiale è cresciuta a un ritmo moderato nel quarto trimestre 2023 e che nei prossimi trimestri la crescita economica globale rimarrà presumibilmente moderata.

“Questo scenario per l’economia mondiale è tuttora soggetto a rischi significativi” sottolinea la BNS, segnalando che anche in Svizzera “la crescita del PIL rimarrà presumibilmente contenuta” e vi sono rischi al ribasso. “Ad avere un effetto frenante sono la debole domanda estera e l’apprezzamento reale del franco intervenuto nell’ultimo anno”.

Effetto sorpresa?

Se la decisione della Banca Nazionale Svizzera ha sorpreso molti osservatori, qualcuno alla vigilia della riunione incominciava già a intuire che la BNS sarebbe potuta intervenire anticipatamente.

Accogliamo con favore la notizia del taglio dei tassi e riteniamo prudente che la BNS abbia riconosciuto che i progressi compiuti nel riportare l’inflazione verso l’obiettivo lasciano spazio a un allentamento della politica monetaria per sostenere la crescita. Riteniamo che un orientamento verso una politica leggermente più accomodante sia tanto più importante nel contesto degli ultimi 10-15 anni di lotta contro la deflazione vera e propria, che aveva intrappolato la banca in un regime di tassi negativi”, affermano gli esperti di State Street, indicando che “il taglio dei tassi non solo ridurrà direttamente i costi di finanziamento locali, ma incoraggerà anche una graduale discesa del CHF, che sosterrà ulteriormente la crescita”.

Per NS Partners “bisognerà invece capire se la mossa a sorpresa della BNS potrebbe indurre delle azioni simili da parte di Fed e BCE“. “A nostro avviso, questo non dovrebbe avvenire – afferma Giacomo Calef, country head di NS Partners – in quanto le azioni delle diverse banche centrali fanno riferimento ai contesti macroeconomici dei propri Paesi di riferimento”.