Torna a calare lo spread. Dopo una giornata di incertezza che aveva portato il differenziale tra Btp e Bund tedeschi oltre i 66 punti, un calo dei rendimenti dei titoli di Stato italiani ha ristabilito la traiettoria che da mesi caratterizza il dato più osservato dai mercati per valutare la stabilità dei conti pubblici italiani.
Lo spread ha raggiunto in apertura i 65,760 punto base, scendendo poi nel corso della mattinata fino a toccare quota 65,120. Con la Manovra ormai chiusa e pronta all’approvazione, con la richiesta di porre la questione di fiducia in Senato, i mercati hanno reagito alla certezza che il rapporto tra deficit e Pil scenderà al 3% già dal prossimo anno.
Lo spread cala a 65 punti
Il differenziale tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi è tornato a calare. Nella giornata di ieri i mercati avevano intravisto una leggera instabilità che aveva riportato il dato oltre i 66 punti, dopo che sul finire della scorsa settimana era sceso fino a raggiungere i 64.
Il calo è stato determinato da una riduzione dei rendimenti dei titoli di Stato italiani, che sono passati dal 3,58% di ieri 22 dicembre al 3,52%. Una riduzione di oltre il 2,5%, che non è però stata l’unico elemento a contribuire al calo dello spread. I titoli di Stato tedeschi infatti hanno visto il loro rendimento aumentare di un centesimo di punto, riducendo ulteriormente il differenziale.
I Btp benchmark a 10 anni hanno ormai ampiamente superato come sicurezza gli Oat, i loro equivalenti francesi. L’instabilità politica di Parigi ha portato lo spread dei titoli di Stato transalpini con i Bund oltre i 70 punti base.
Perché i rendimenti sono calati in apertura
Potrebbe essere stata proprio l’instabilità politica a contribuire al picco improvviso dello spread tra Btp e Bund della giornata di ieri. Il Governo italiano infatti, sul finire della scorsa settimana, sembrava aver raggiunto un accordo sulla Manovra, ma ieri sono emersi dei problemi dell’ultimo minuto.
Tensioni che si sono manifestate soprattutto all’interno della Lega, con il ministro dell’Economia Giorgetti, in quota al Carroccio, sotto accusa dai suoi stessi compagni di patito. La situazione però è stata rapidamente risolta e la legge di bilancio è ormai avviata all’approvazione nella sua forma definitiva.
Gli investimenti nei titoli di Stato italiani
Continua quindi la traiettoria di miglioramento dello spread e, di conseguenza, della reputazione del debito pubblcio italiano sui mercati internazionali. Il 2025 è stato un anno particolarmente positivo sotto questo fronte, con due giudizi positivi da parte di due diverse agenzie di rating, che hanno migliorato la loro valutazione sulla sostenibilità economica del debito italiano.
I tassi di interesse sono al contempo rimasti alti, con la Bce che ha mantenuto il costo del denaro stabile per quattro volte consecutive. Per gli investitori nel debito italiano questo significa rendimenti comunque alti, superiori di molto ai livelli pre pandemia, ma un rischio associato all’investimento che continua a calare insieme allo spread.