Spread in calo a 68 punti: fiducia in Italia, ma Btp meno convenienti

Lo spread Btp-Bund scende sotto i 70 punti base: segnale di fiducia nei mercati, ma la situazione riduce l’attrattiva per i risparmiatori

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

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Lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi ha aperto la settimana in calo, attestandosi a 68 punti base, rispetto ai 68,9 registrati venerdì scorso. Il rendimento del Btp decennale resta stabile al 3,58%, mentre quello del titolo tedesco cresce leggermente fino al 2,9%. Un movimento apparentemente minimo, ma che conferma la tendenza degli ultimi mesi: la progressiva riduzione del divario tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi.

Questo dato, se letto con attenzione, racconta molto più di una semplice oscillazione numerica. Parla di fiducia, di percezione del rischio e di convenienza, tanto per gli investitori quanto per lo Stato italiano.

Il ritorno alla normalità dei mercati

Negli ultimi due anni i titoli di Stato europei hanno vissuto una fase di forte volatilità, dovuta a diversi fattori:

  • l’inflazione elevata, che ha eroso il potere d’acquisto e spinto i tassi al rialzo;
  • le politiche monetarie restrittive adottate dalla Banca Centrale Europea;
  • l’incertezza sui mercati, alimentata da crescita debole e tensioni geopolitiche.

L’Italia, tradizionalmente considerata uno dei Paesi più sensibili alle tensioni sui tassi, aveva visto lo spread risalire oltre i 130 punti nei momenti più difficili. Ora, con un differenziale stabilmente sotto i 70, il quadro è mutato radicalmente.

Il dato suggerisce che gli investitori percepiscono il debito italiano come meno rischioso. È un segnale di fiducia che si alimenta sia della stabilità istituzionale sia dei risultati della politica fiscale, che negli ultimi mesi ha mostrato una gestione più prudente del debito.

La convenienza per chi compra e per chi emette

Il calo dello spread, tuttavia, ha effetti contrapposti per le due principali controparti del mercato: investitori e Tesoro.

Per i risparmiatori, la riduzione del differenziale si traduce in rendimenti più contenuti. Chi acquista oggi Btp trova condizioni meno vantaggiose rispetto a chi li acquistava un anno fa, quando i tassi superavano il 4%. Strumenti come i Btp Valore o i Btp Italia, molto popolari tra i piccoli risparmiatori, potrebbero quindi perdere parte del loro appeal. Questo perchè offrono cedole via via più basse a fronte di un rischio che, pur ridotto, resta comunque presente.

Per lo Stato, invece, il calo dei rendimenti è un’ottima notizia. Ogni punto in meno significa miliardi risparmiati in interessi sul debito pubblico, che oggi costa oltre 100 miliardi di euro l’anno. Secondo le ultime stime, mantenere lo spread su livelli intorno ai 65 punti fino al 2026 potrebbe generare risparmi cumulati tra i 15 e i 17 miliardi. Una boccata d’ossigeno per i conti pubblici e un margine di manovra più ampio per politiche di sostegno a crescita e occupazione.

Un equilibrio fragile

Nonostante l’ottimismo, il quadro resta delicato. Il miglioramento dei dati italiani va letto anche alla luce delle difficoltà tedesche, legate a diversi fattori:

  • crescita economica debole, che rallenta la ripresa post-pandemica;
  • vincoli di bilancio sempre più stringenti per il governo federale;
  • crisi energetica ancora irrisolta, con effetti su competitività e produzione industriale.

Tutto questo ha portato i rendimenti dei Bund verso l’alto, comprimendo così lo spread. In questo senso, il calo del differenziale riflette sia una maggiore fiducia nell’Italia sia una temporanea perdita di solidità della Germania.

La vera sfida arriverà nei prossimi mesi, quando la Bce ridurrà progressivamente gli acquisti di titoli di Stato e il mercato dovrà testare la solidità della domanda senza il paracadute delle politiche di sostegno. Se l’Italia riuscirà a mantenere il differenziale sotto i 70 punti anche in quel contesto, potrà davvero rivendicare un cambio di passo strutturale nella percezione del proprio debito.

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