Migliorano le condizioni del credito a livello globale, anche nei mercati emergenti, caratterizzati da un numero maggiore di emittenti di grado speculativo, anche se i rischi potenziali restano elevati ed i costi di finanziamento così onerosi da rendere proibitivo l’accesso ai mercati internazionali del credito. E’ quanto emerge da un report di S&P sugli emittenti di grado speculativo dei Paesi Emergenti, come l’Argentina, il Brasile, il Cile, l’Ungheria e così via.
Cala il numero di emittenti “spazzatura”
Il report di S&P indica che il numero di emittenti con rating “CCC+” o inferiore è sceso a 16 a dicembre 2023, da 17 di settembre 2023 a seguito dell’upgrade della conglomerata energetica sudafricana Eskom. I crediti a rischio costituiscono ora l’11% del panorama speculative-grade nei mercati emergenti.
Il debito aggregato degli emittenti con rating ‘CCC+’ o inferiore è sceso quindi a 7,4 miliardi di dollari nel quarto trimestre del 2023, rispetto ai 12 miliardi di dollari del terzo trimestre.
Gli emittenti con la situazione peggiore
Gli emittenti con al situazione peggiore si trovano in Argentina, il Paese che ha la più alta concentrazione di debito, con 6,3 miliardi di dollari e nove emittenti con outlook negativo.
Facendo una ripartizione per settore di attività, invece, il settore del petrolio e del gas è in testa alla classifica dei crediti rischiosi, con le compagnie petrolifere argentine YPF e Compania General de Combustibles che mostrano un debito aggregato di 3,2 miliardi di dollari.
Cala il tasso di default ma i rischi restano elevati
Nel quarto trimestre del 2023, il tasso di default nei mercati emergenti è stato inferiore a quello degli Stati Uniti e dell’Europa ed è addirittura diminuito. Un risultato legato al miglioramento delle condizioni economiche man mano che le pressioni inflazionistiche si allentano e le condizioni di finanziamento migliorano.
La maggiore chiarezza sulla direzione dei tassi di interesse e le prospettive di tagli nel corso del 2024 hanno fatto crescere la propensione al rischio degli investitori nei mercati emergenti. Tuttavia, il rischio di ribasso rimane marcato dal momento che l’88% degli emittenti con rating “CCC+” ha un outlook negativo o in CreditWatch negativo (la percentuale era del 76% nel terzo trimestre).
Emissioni speculative in aumento
Le emissioni di tipo speculativo sono aumentate nel quarto trimestre del 2023, per effetto delle aspettative di un possibile taglio dei tassi da parte della Fed, ma hanno perso slancio a confronto con l’inizio del 2023. L’ultima emissione di una società valutata “CCC+” o inferiore risale comunque a novembre 2021. Anche se l’indice dei crediti a rischio, che riflette i rendimenti alla scadenza dei crediti rischiosi, ha raggiunto un livello proibitivo del 20% a gennaio 2024, S&P nota che i rendimenti delle obbligazioni emesse dal 67% delle società incluse nell’indice sono diminuiti negli ultimi due mesi.
“Le condizioni di finanziamento sono leggermente migliorate grazie al recente sentiment positivo del mercato nei confronti della Fed”. ha affermato Luca Rossi, analista del credito di S&P Global Ratings, “Tuttavia, i costi di finanziamento rimangono elevati, limitano l’accesso degli emittenti speculative-grade ai mercati esteri e rendono le opzioni di rifinanziamento in media tre volte più costose rispetto ai tassi cedolari al momento delle emissioni iniziali”.