Settimana positiva per i mercati azionari globali, con gli investitori che sono stati confortati dalla pubblicazione di alcuni dati macroeconomici (i rendimenti dei titoli di Stato hanno preso fiato sia in Europa che negli Stati Uniti con le valutazioni di banche centrali più accomodanti rispetto a venerdì scorso) e dalle solide trimestrali dei colosso bancari statunitensi (con il rally dei mercati a fine 2024 che ha fatto volare le commissioni di investment banking).
Le politiche di Trump
L’attenzione degli investitori è ora puntata sugli sviluppi della politica statunitense. Lunedì il presidente eletto Donald Trump si insedia alla Casa Bianca e si è in attesa di conoscere i suoi piani in materia di tagli alle tasse, dazi, regolamenti e immigrazione durante il suo discorso di insediamento.
“La prossima settimana è una settimana di vacanza negli Stati Uniti, ma non ci aspettiamo che sia una settimana tranquilla – ha detto Mark Dowding, Fixed Income CIO di RBC BlueBay – Nei prossimi giorni ci sarà molto rumore da Washington e sarà interessante vedere l’impatto sui mercati, sia nazionali sia esteri”. Le Borse statunitensi saranno chiuse lunedì 20 gennaio, a causa del Martin Luther King Jr. Day.
Lo scenario economico per i prossimi trimestri sarà condizionato dalla messa a terra del programma della nuova amministrazione, mentre i Treasury sul breve periodo potrebbero mostrare ancora valutazioni volatili. Quanto al dollaro, gli investitori danno per scontato il progressivo disallineamento tra le politiche monetarie di Fed e BCE, con le attese che indicano un inevitabile calo dei tassi in Europa, al fine di non aggravare ulteriormente il rallentamento economico in atto, rispetto a una maggior cautela dell’istituto americano.
I segnali di BCE e Fed
Negli scorsi giorni sono arrivati importanti segnali dalle due maggiori banche centrali del pianeta. Dai verbali della riunione della Banca centrale europea (BCE) dell’11-12 dicembre 2024 è emerso che i membri sono “sempre più fiduciosi che l’inflazione sarebbe tornata all’obiettivo nella prima metà del 2025, prima di quanto previsto nelle proiezioni precedenti”. Allo stesso tempo, nelle discussioni sull’andamento dell’economia, è emerso che il rischio dominante è “legato all’aumento della frammentazione e al protezionismo commerciale, in particolare negli Stati Uniti” con il nuovo presidente Donald Trump.
Dal Beige Book della Fed preparato per il FOMC del 28-29 gennaio è emerso invece che l’attività economica è cresciuta leggermente nella maggior parte dei Distretti nei mesi di novembre e dicembre, con segnali misti tra i settori. I rischi inflazionistici legati ai dazi continuano a rappresentare una preoccupazione per molte imprese.
La seduta odierna in Europa
Nello scenario borsistico europeo, oggi in luce Francoforte, con un ampio progresso dell’1,20%, andamento positivo per Londra, che avanza di un discreto +1,35%, e ben comprata Parigi, che segna un forte rialzo dello 0,98%.
Giornata di guadagni per la Borsa di Milano, con il FTSE MIB, che mostra una plusvalenza dell’1,25%, consolidando la serie di quattro rialzi consecutivi, avviata martedì scorso; sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share guadagna l’1,26% rispetto alla seduta precedente, chiudendo a 38.467 punti. Effervescente il FTSE Italia Mid Cap (+1,53%); sulla stessa linea, in rialzo il FTSE Italia Star (+0,73%).
A Piazza Affari risulta che il controvalore degli scambi nell’ultima è stato pari a 3,52 miliardi di euro, con un incremento di ben 538,4 milioni di euro, pari al 18,07% rispetto ai precedenti 2,98 miliardi; mentre i volumi scambiati sono passati da 0,57 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,58 miliardi di azioni del 17/01/2025.
In cima alla classifica dei titoli più importanti di Milano, troviamo Iveco (+5,72%), Buzzi (+4,32%), Azimut (+2,95%) e Stellantis (+2,80%). Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Amplifon, che ha chiuso a -1,54%. Discesa modesta per Saipem, che cede un piccolo -0,58%.