Nel terzo trimestre dell’anno l’attenzione sarà principalmente rivolta all’evolversi delle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e il resto del mondo. Gli investitori saranno focalizzati nel tentativo di valutare il reale impatto delle tariffe annunciate, gli eventuali accordi commerciali tra i paesi coinvolti e il conseguente impatto macroeconomico sulla crescita e sulle bilance commerciali delle diverse economie.
Settore azionario italiano, III trimestre sotto la lente
In particolare, si cercherà di capire se le tariffe già annunciate verranno effettivamente applicate, oppure se si adotterà una strategia volta a generare tensione sui mercati e tra i governi, per poi approdare a una soluzione negoziata e condivisa, in grado di soddisfare entrambe le parti. Lo sottolinea Massimo Trabattoni, head of Italian Equity di Kairos Partners SGR nell’ analisi sul III trimestre 2025 sul settore azionario italiano,
In questo contesto, sarà cruciale monitorare la reporting season del terzo trimestre 2025, che fornirà i primi dati concreti sull’impatto delle politiche commerciali statunitensi sull’andamento delle aziende italiane e, in particolare, sui settori maggiormente esposti alla domanda del consumatore americano. Sarà inoltre un primo banco di prova per confrontare le aspettative delle imprese con le stime degli analisti e degli investitori. I risultati trimestrali offriranno indicazioni chiave su come le imprese stanno assorbendo le conseguenze delle misure commerciali e su come intendano affrontare i possibili sviluppi della guerra commerciale, influenzando il sentiment e le prospettive di mercato.
Focus sul settore lusso
Un esempio significativo in questo contesto – spiega l’esperto – è rappresentato dal settore del lusso. Al suo interno, il consumatore americano — per quanto generalmente benestante e relativamente immune alle dinamiche del ciclo economico — tende a incrementare la propria propensione alla spesa durante fasi rialziste del mercato azionario e a rallentarla (pur senza azzerarla) nei momenti di maggiore volatilità o correzione. Di conseguenza, un’eventuale escalation della trade war, con relativo aumento della volatilità di borsa, potrebbe generare un freno alla domanda proveniente dal mercato statunitense.
Come già accade da diversi trimestri, anche nel prossimo periodo il settore bancario resterà sotto i riflettori della comunità finanziaria, in particolare per le numerose operazioni di M&A in corso.
I prossimi mesi dovrebbero segnare la conclusione di molte di queste trattative, contribuendo a ridisegnare il panorama del settore bancario nazionale. Lo scenario atteso è quello di una progressiva concentrazione del settore, che potrebbe vedere ridursi la frammentazione attuale caratterizzata da numerosi player locali, a favore di pochi grandi operatori nazionali, in linea con quanto già avviene in altri paesi europei.
Volatilità, M&A bancario e small cap
Va inoltre segnalato che, nel corso dell’ultimo trimestre, si è osservato un movimento di riposizionamento sul mercato delle small e, soprattutto, delle mid cap italiane. Questo fenomeno è stato in gran parte determinato da una situazione di sottopeso generalizzato nei portafogli degli investitori istituzionali verso questa asset class. In quanto osservatori attenti di questa nicchia di mercato, stiamo monitorando con interesse questi primi segnali di rinnovata attenzione, che riteniamo attribuibili anche al forte sconto valutativo raggiunto dalle PMI, in Italia come all’estero, rispetto ai titoli a maggiore capitalizzazione.
Tuttavia, per assistere a una ripartenza sostenibile del comparto, “sarà necessaria una maggiore visibilità sul fronte macroeconomico, una tenuta più robusta del ciclo economico e un ulteriore calo dei tassi d’interesse, al fine di sostenere le imprese anche attraverso un minor costo dell’indebitamento”.