“Esattamente due anni fa, la frenesia per l’intelligenza artificiale ha preso piede sui mercati azionari globali, imprimendo nuovo impulso al settore tecnologico e alimentando l’entusiasmo del mercato per quelle aziende statunitensi denominate ‘magnifici sette'”. È quanto emerge dall’analisi di Kevin Thozet, membro del comitato investimenti di Carmignac.
I tre fattori che hanno spinto l’IA sui mercati
Una triade di fattori ha guidato questo clamore da parte degli investitori. In primo luogo, la domanda di una formidabile potenza di calcolo. In secondo luogo, solo una manciata di aziende è in grado di fornire questa potenza di calcolo. Infine, queste aziende fanno molto affidamento su una scheda grafica GPU prodotta esclusivamente da Nvidia. Questa situazione eccezionale ha determinato una revisione al rialzo del 300% delle prospettive di crescita di Nvidia (curva nera nel grafico), con una previsione di fatturato dell’azienda destinato a raddoppiare nell’arco di due anni e a triplicare in cinque anni.
Nuove possibilità di investimento
Le prospettive per le aziende del settore meno direttamente coinvolte nella fornitura della componentistica per questa nuova corsa all’oro (potenza di calcolo) sono in fase di stallo. L’emergere di nuovi attori potrebbe ora sconvolgere lo status quo. DeepSeek e Mistral AI hanno ricevuto una notevole attenzione da parte dei media per via dei loro costi molto ridotti, ma anche altri nomi meno noti, come Qwen 2.5 della società cinese Alibaba e della società canadese Cohere, potrebbero guadagnare rilevanza. Si potrebbero aprire possibilità di investimento in questi nuovi operatori, ma anche per gli attori storici il cambiamento rappresenta una buona notizia.
Maggiore incremento di produttività legata all’IA
La riduzione dei costi di sviluppo di nuovi modelli di intelligenza artificiale si traduce in un aumento dei tassi di adozione in prospettiva futura, e quindi in un maggiore incremento di produttività legata all’IA. Dato che solo il 25%-35% delle aziende utilizza l’intelligenza artificiale, vi è effettivamente un notevole margine di miglioramento in caso di calo dei prezzi. Questa eventuale estensione dell’intelligenza artificiale a un’utenza più ampia, d’altro canto, garantisce la solidità della domanda di potenza di calcolo a vantaggio di molti attori, sia consolidati che nuovi.
È possibile che l’IA diventi come una commodity?
“Vale la pena porsi questa domanda, dal momento che questo cambiamento avrebbe senza dubbio un impatto significativo sulle valutazioni relative dei produttori di intelligenza artificiale rapportati agli utenti e ai fornitori di applicazioni di IA. Allo stesso tempo, il “momento Deepseek”, che ha mostrato la possibilità di un’intelligenza artificiale più economica e meno energivora, – conclude Thozet – potrebbe aver cambiato la percezione di egemonia statunitense dell’IA a fronte di assenza di concorrenza straniera, e contribuito a rendere il settore tecnologico cinese nuovamente attraente per gli investirori. Gli sviluppi nell’ambito dell’intelligenza artificiale e la percezione che si ha di questi ultimi hanno effetti potenzialmente di vasta portata sulla redditività futura dei nostri investimenti. Cerchiamo di essere intelligenti!”