Il taglio arriverà ma è decisamente difficile che avvenga a giugno, come qualcuno ipotizzava. Più probabile settembre. I recenti dati sull’inflazione sono “deludenti”, serve maggior sicurezza sui progressi sull’inflazione “prima di tagliare i tassi d’interesse”. È quanto emerge dai verbali relativi all’incontro – terminato il 20 marzo – del Federal Open Market Committee (Fomc), l’organismo della Federal Reserve responsabile della politica monetaria degli Stati Uniti.
Fed, taglio più lontano
A marzo, il FOMC ha infatti deciso di lasciare i tassi d’interesse al 5,25%-5,50%, livello a cui sono stati portati nel luglio dello scorso anno. Quasi tutti all’interno della Fed ritengono, comunque, un taglio dei tassi appropriato quest’anno se l’economia evolve come previsto.
Inflazione delude
I funzionari della banca centrale americana hanno ribadito che i tassi dovranno restare alti, se i progressi sull’inflazione si fermeranno. Inflazione americana che a marzo è risultata più robusta delle attese per il terzo mese consecutivo. Con i futures sui tassi d’interesse a breve termine degli Stati Uniti che sono crollati dopo i dati, che hanno mostrato che l’indice dei prezzi al consumo (Cpi) “core” è aumentato dello 0,4% a marzo rispetto a febbraio ed è cresciuto del 3,8% rispetto a un anno prima.
Del resto, che Powell non abbia alcuna fretta di tagliare i tassi è ormai cosa nota. I dati sull’economia e sull’inflazione non hanno “materialmente cambiato” il quadro, è troppo presto per dire se i recenti dati sull’inflazione sono solo un balzo temporaneo o meno, ha detto il presidente della Fed durante il suo intervento alla Stanford University, ribadendo che la banca centrale americana decide la sua politica monetaria riunione per riunione.La Fed “ha tempo per decidere” su possibili tagli e vuole avere una maggiore fiducia sulla traiettoria al ribasso dell’inflazione prima di ridurre il costo del denaro – ha detto il banchiere – aggiungendo che data la forza dell’economia e i progressi finora compiuti sull’inflazione, “abbiamo tempo per lasciare che i dati economici in arrivo guidino le nostre decisioni”. Se l’economia evolve “come ci attendiamo, la maggior parte dei membri della Fed ritiene probabilmente appropriato un taglio dei tassi a un certo punto quest’anno”, ha detto Powell.
BCE agirà prima?
“Il fatto che la Bce tagli prima della Fed rientra assolutamente nel nostro “range di plausibilità”, scrive Gilles Moëc, AXA Group Chief Economist and Head of AXA IM Research. “Notiamo che il tasso di cambio dell’euro si è lievemente ammorbidito nonostante l’inversione delle aspettative del mercato sui differenziali dei tassi di policy (all’inizio di febbraio il consenso era ancora per un maggior numero di rialzi da parte della Fed rispetto alla Bce). Ciò dovrebbe incoraggiare la Bce a prendere le decisioni giuste per l’area euro, indipendentemente da ciò che farà la Fed”.