Ogni previsione che riguardi azioni e investimenti, come è evidente, va presa cum grano salis. Tuttavia l’andamento del mercato azionario nel 2025 potrebbe risentire del peso di alcune tendenze che non vanno sottovalutate.
Guerre, tensioni geopolitiche, intelligenza artificiale, debito pubblico crescente, andamento del dollaro e una serie di altri fattori potrebbero certamente influire sui mercati.
La tendenza generale, secondo gli analisti, è quella di una nuova spinta alla crescita dell’economia globale che seguirà il solco già tracciato nel 2024.
Il mercato immobiliare
Se il costo del denaro in Europa dovesse seguire il trend del 2024, con la Bce che da giugno a dicembre ha tagliato i tassi quattro volte, i mutui e i prestiti diventerebbero più accessibili. Questo, da una parte, abbatterebbe le rate dei mutui e in particolare di quelli a tasso variabile già stipulati.
Dall’altra parte, però, si assisterebbe a una nuova corsa al mattone che si risolverebbe nella salita dei prezzi degli immobili e degli affitti. Il mercato, dunque, sperimenterebbe due tendenze contrapposte: mutui più vantaggiosi per case più costose. Chi intende investire nel mattone è avvisato.
Tecnologia
Il gestore patrimoniale AJ Bell prevede un balzo dei mercati azionari, soprattutto nel campo della tecnologia. Dall’invenzione della ruota, ogni previsione nel settore tecnologico è sempre stata un azzardo. Si ricordi, a proposito, quando nel 1977 Ken Olson, della Digital Equipment Corporation, dichiarava che “non c’è motivo per cui ogni individuo debba avere un computer nella propria casa”. O quando nel 1946 Darryl Zanuck (20th Century Fox) dichiarava che “la televisione non durerà, le persone si stancheranno di stare davanti a una scatola di compensato ogni sera”.
La ragionevole certezza è che le Big Tech, e in particolare, quelle che operano nel campo dell’intelligenza artificiale, aumenteranno i loro fatturati. Il nodo della questione, lasciato agli investitori, è capire quali saranno a dominare il mercato e quali verranno inghiottite dalla spietata concorrenza.
Tassi più bassi, d’altra parte, facilitano l’accesso al credito per le aziende che si sentono così stimolate a investire.
Bitcoin
Chris Crawford (Crawford Fund Management), sostiene che nel corso del 2025 “i consulenti finanziari e le istituzioni integreranno il Bitcoin nei loro portafogli”. Il rally dei Bitcoin, dunque, non è affatto terminato secondo le previsioni.
Il debito pubblico
Tutte le principali economie si trascinano da anni un immenso debito pubblico. Debito che potrebbe spingere i governi a cercare modi di aumentare le entrate (si legga “tasse”) o tagliare le spese (si legga “spending review”). L’economia che più di ogni altra influenza le altre è oggi quella americana: “Il pacchetto politico del presidente eletto Trump potrebbe addirittura accelerare la crescita del debito pubblico, che ha già raggiunto un livello record di 36 miliardi di dollari (34,3 miliardi di euro)”, ha dichiarato Russ Mould (AJ Bell). Attualmente la spesa annua per gli interessi sul debito degli Stati Uniti supera il miliardo di dollari, una somma superiore al bilancio della Difesa.
I dazi
Gli analisti prevedono la crescita economica degli Stati Uniti, mentre la politica protezionista annunciata dal presidente eletto Donald Trump potrebbe azzoppare Cina e Ue. I dazi potrebbero inoltre alimentare l’inflazione negli Stati Uniti, portando a un intervento della Fed. Meno spese per l’import statunitense porterebbero a una diminuzione della circolazione del dollaro, che è la valuta utilizzata negli scambi mondiali. Ciò, evidenzia Mould, potrebbe portare al “prosciugamento della liquidità globale, con conseguenze potenzialmente deleterie”. Si pensi inoltre che molti fra i Paesi emergenti contraggono debiti in dollari.
Corsa alle armi
Sia Trump negli Usa che Ursula von der Leyen nell’Europa unita spingono per la corsa agli armamenti. Questo, si prevede, farà schizzare le quotazioni delle aziende della filiera della Difesa.