Il settore immobiliare domestico chiude una settimana incerta, condizionato dal nulla di fatto della BCE sui tassi, peraltro largamente atteso. In vista della pausa estiva sono dunque mancati gli spunti per cavalcare un rialzo nel settore immobiliare, che risente anche di alcuni dati negativi sulle vendite di abitazioni.
La BCE si prende una meritata pausa
L’appuntamento più importante della settimana è stato quello con la Banca centrale europea che, come ampiamente atteso, ha lasciato invariato il costo del denaro, confermando tassi d’interesse al 2% per quanto riguarda i depositi, al 2,15% per le operazioni di rifinanziamento principali ed al 2,4% per le operazioni di rifinanziamento marginale.
La Presidente Christine Lagarde ha anche lasciato la porta aperta ad altri possibili tagli dei tassi in autunno e prima della fine dell’anno, confermando che l’incertezza è “eccezionalmente elevata”. Ma Lagarde ha anche precisato “siamo in una buona posizione, siamo ben posizionati per affrontare le acque turbolente e i rischi che si svilupperanno nel corso dei prossimi mesi. E mi riferisco in particolare, ma non solo, al rischio legato ai dazi. Ma si possono includere anche i rischi geopolitici, si può includere una vasta incertezza che potrebbe in parte dissiparsi grazie a qualsiasi certezza temporale che riceveremo sui dazi”.
I dati macro della settimana
Le domande di mutuo negli Stati Uniti hanno registrato un modesto recupero. Nella settimana al 23 luglio 2025, si registra un incremento dello 0,8%, dopo il forte calo del 10% della settimana precedente. L’indice relativo alle richieste di rifinanziamento è diminuito del 2,6%, mentre quello relativo alle nuove domande è salito del 3,4%. I tassi sui mutui trentennali sono saliti al 6,84% dal 6,82% precedente.
Le vendite di nuove abitazioni negli Stati Uniti sono cresciute a giugno dello 0,6% a 627 mila unità, deludendo le attese del mercato che contava su un livello di 649mila unità.
In Regno Unito, l’indice dei prezzi delle case elaborato da Tightmove, ha segnalato un rallentamento dei prezzi delle case, registrando un calo dell’1,2% su base mensile a luglio, dopo il -0,3% del mese precedente, che porta la differenza su base annua a +0,1% (da +0,8%).
E gli studi di settore
A seguito della decisione della BCE di mantenere inalterati i tassi di interesse, il TAN medio dei mutui a tasso variabile a 20 e 30 anni è destinato a rimanere stabile sui livelli attuali anche nelle prossime settimane. Secondo i dati dell’Osservatorio di MutuiOnline.it, a luglio il valore medio registrato si attesta al 2,63%, in linea con quello dello scorso mese e oltre un punto percentuale inferiore rispetto a gennaio 2025, quando era al 3,71%. Considerando un mutuo da 180.000 euro a 20 anni, c’è un risparmio sulla rata mensile pari a 98 euro e sull’intera durata del mutuo di oltre 23.500 euro. Per quanto riguarda i finanziamenti a tasso fisso, la forbice rispetto al variabile si è aperta ulteriormente, con il TAN medio che si attesta al 3,14%, in leggero rialzo rispetto al mese scorso quando era al 3,05% ma su un livello storicamente accettabile. Ciò si traduce in una rata mensile di 46 euro più alta rispetto a quella del tasso variabile, per una spesa totale di quasi 11.000 euro maggiore sulla durata del mutuo.
Stando ad una analisti dell’ufficio analisi e ricerche della FABI, il sindacato die bancari, con i tagli dei tassi decisi dalla BCE, i mutui sono tornati a crescere, con oltre 10 miliardi di euro di incremento negli ultimi 12 mesi, ma la trasmissione della politica monetaria dalle banche alle famiglie si è arrestata. Se da gennaio 2024 gli istituti di credito avevano addirittura anticipato la discesa del costo del denaro, da settembre dello stesso anno i tassi applicati sui nuovi mutui si sono stabilizzati ben al di sopra dei livelli del tasso di riferimento BCE, fermandosi tra il 3,6% e il 3,9% nonostante i tassi ufficiali siano scesi al 2%. Il differenziale tra tasso Bce e interessi bancari resta superiore a 1,5 punti percentuali, segno che qualcosa si è interrotto nella cinghia di trasmissione della politica monetaria.
L’andamento del settore in Borsa
Il settore immobiliare ha chiuso la settimana in ribasso in Italia e in UE. Un po’ meno in UE dove l’indice Stoxx 600 Real Estate ha registrato un decremento dello 0,7% su base settimanale.
Una performance peggiore è stata registrata dall’Italia, dove l’indice FTSE Italia All Share Real Estate lascia sul parterre l’1% su base settimanale, sottoperformando l’indice di mercato FTSE MIB che segna un progresso dell’1,2%.
Fra le società immobiliari quotate a Piazza Affari, la migliore performance è quella di Gabetti che avanza del 5% su base settimanale. Nel comparto fa bene anche Aedes (+1%), mentre Brioschi è la peggiore con una perdita di oltre il 2%. In rosso anche IGD (-1,6%) e Risanamento (-0,5%).