Che cosa sono i minibond e perché sono utili alle PMI

I minibond sono uno strumento finanziario a medio e lungo termine utilizzato dalle PMI non quotate in borsa per ottenere fondi da investire per la crescita

Foto di Luca Incoronato

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Pubblicato: 29 Settembre 2019 12:39Aggiornato: 31 Maggio 2024 02:05

I minibond sono una fonte di finanziamento alternativa pensata appositamente per le piccole e medie imprese che sono alla ricerca di soldi da investire per acquistare impianti produttivi o beni immobili. Lo strumento va a sostituire i prestiti bancari, diventati sempre più un miraggio per le piccole aziende che non riescono a rispettare le garanzie richieste dagli istituti di credito. Per questo motivo molte PMI sono sempre più alla ricerca di strumenti alternativi: tra equity crowdfunding e social lending, il minibond è sicuramente uno dei più affidabili e semplici da utilizzare. Sia per le aziende che li emettono sia per i privati che li sottoscrivono.

Per le PMI non quotate in borsa è molto più semplice emettere le obbligazioni grazie alla semplificazione legislativa entrata in vigore con il Decreto Sviluppo del 2012. Successivamente i minibond hanno subito un’ulteriore semplificazione con il Piano Destinazione Italia e il Decreto Competitività del 2014.

Che cosa sono i minibond

I minibond sono delle obbligazioni o dei titoli a debito che possono essere emessi dalle piccole e medie imprese non quotate in borsa. I minibond hanno una durata medio-lunga non inferiore ai 36 mesi. Lo strumento è stato pensato per le piccole e medie imprese che hanno bisogni di fondi, ma non vogliono chiedere un prestito alle banche. L’emissione dei minibond deve essere finalizzata a investimenti per la crescita dell’azienda e non per mancanza di liquidità.

Chi può emettere i minibond

I minibond possono essere emessi solamente da aziende sane e che rispettano alcuni parametri. Il fatturato deve essere superiore ai due milioni di euro e i dipendenti più di 10 (sono quindi escluse le micro imprese). Inoltre, l’impresa deve essere in salute e avere un preciso processo di crescita.

Per emettere un minibond l’impresa non deve obbligatoriamente chiedere aiuto a una banca, ma può affidarsi anche a dei consulenti specializzati (advisor, arranger e società di rating). Il ruolo delle società di rating è molto importante soprattutto nel caso in cui si vuole abbassare l’interesse della cedolare periodica del minibond. Ottenere una valutazione elevata dalla società di rating vuol dire che l’azienda è sana e gli investitori possono sottoscrivere le obbligazioni con tranquillità.

Chi può sottoscrivere i minibond

La sottoscrizione dei minibond è riservata agli investitori istituzionali o a soggetti qualificati. I privati cittadini non possono decidere di investire autonomamente i loro risparmi sulle obbligazioni di una piccola e media impresa, ma devono farsi coadiuvare da una banca o da un intermediario finanziario specializzato e iscritto nell’apposito elenco.

A cosa servono i monibond

Sono svariati i motivi per poter utilizzare i minibond, a partire dalla garanzia della liquidità nel breve periodo, finanziando il capitale circolante. Possono inoltre sostenere dei piani di sviluppo industriali o, in alternativa, dei programmi di itnernazionalizzazione di medio o lungo periodo. Altro vantaggio è dato dall’effettuare il rifinanziamento dei debiti in scadenza, per non parlare poi della diversificazione delle fonti di raccolta di capitale. Ciò al fine di frazionare il rischio, riducendo la dipendenza da quello che è il classico canale bancario. Le PMI sono avvantaggiare da quella che è una forma efficace di autofinanziamento. Al tempo stesso godono della stabilità del prestito e dell’assenza di segnalazioni nella Centrale rischi.