Borse, Milano la migliore in Europa nel 2023

L'Osservatorio sul mercato dei capitali di Equita sintetizza l'andamento dei mercati azionari ed obbligazionari con un focus sulla finanza sostenibile

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Redazione

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A livello globale, il 2023 è stato caratterizzato dal susseguirsi di una serie di eventi che hanno contribuito ad aumentare la volatilità sui mercati finanziari, dalla crisi del settore bancario statunitense al rally dei titoli tech legati all’intelligenza artificiale, dalle aspettative di tassi di interesse “higher for longer” al miglioramento delle attese degli investitori dovuto a un atteggiamento più accomodante della FED.

Nonostante ciò, gli indici azionari hanno performato positivamente e l’Italia ha registrato la miglior performance tra le piazze europee (+28%) grazie al contributo delle banche, seguita da Spagna (+23%), Germania (20%) e Francia (17%). È quanto emerge dall’ottava edizione dell’Osservatorio sui Mercati dei Capitali, lo studio realizzato dal team di Investment Banking di Equita nell’ambito della partnership con l’Università Bocconi volta a promuovere il mercato dei capitali.

L’Osservatorio ha analizzato, come ogni anno, i trend dei mercati azionari e obbligazionari, ponendo particolare attenzione al mondo della finanza sostenibile e alle dinamiche che hanno coinvolto gli investitori e gli intermediari finanziari che operano sui mercati.

Le società di minori dimensioni, le mid-small caps in generale – italiane incluse – hanno sottoperformato il mercato sia in termini di ritorni che in termini di liquidità. La valorizzazione delle mid-small caps quotate sul segmento STAR, per esempio, ha visto il price-to-earnings ratio a un anno (P/E 1Y Forward) attestarsi a circa 14x, ben al di sotto della media degli ultimi 10 anni (17x). E anche la liquidità di queste società si è ridotta al di sotto della media degli ultimi 10 anni.

Italia penultima in Ue per emissioni azionarie

Sul fronte delle emissioni azionarie sul mercato domestico, nel corso del 2023 queste si sono attestate a €6,4 miliardi con 26 operazioni. L’Italia si è dunque posizionata al penultimo posto, dietro a paesi come la Francia, la Germania e la Svizzera. Con riferimento alle IPO, i dati complessivi sono risultati marginali per tutte le principali borse europee, frutto dell’elevato livello di incertezza e delle performance non particolarmente positive delle nuove matricole.

Euronext Milan

Nell’ambito IPO, nonostante le nuove ammissioni si siano attestate a livelli più bassi degli ultimi anni, Borsa Italiana si è comunque distinta con 10 quotazioni, al pari di quanto registrato nel Regno Unito. Più in dettaglio, nel 2023 le emissioni azionarie su Euronext Milan sono risultate pari a €6,3 miliardi, in aumento rispetto a quanto registrato nel 2022 (€5,7 miliardi, +10%). Anche il numero di operazioni è risultato in crescita, da 13 nel 2022 a 21 nel 2023 (+62%). Importante è stato il ruolo dei convertibili (€2,5 miliardi), dei collocamenti accelerati (€1,7 miliardi) e delle quotazioni (€1,2 miliardi), mentre gli aumenti di capitale hanno avuto un ruolo marginale (€0,6 miliardi).

Il mercato delle PMI

Su Euronext Growth Milan, invece, le emissioni sono risultate in calo rispetto all’anno precedente (€222 milioni nel 2023 vs €967 milioni nel 2022) nonostante il marginale aumento del numero di operazioni (38 nel 2023 a 34 nel 2022), a dimostrazione della mancanza di operazioni “sizeable”.

Debito corporate

Per quanto riguarda il debito europeo e limitatamente al mondo corporate, nel 2023 il primato per volumi di emissioni è detenuto dalla Germania, seguita dal Regno Unito e dalla Francia. L’Italia si posiziona come quarto paese con 54 operazioni e €31 miliardi raccolti, circa un terzo dei valori registrati dalla Germania, con un trend comunque in miglioramento rispetto al 2022. Per quanto riguarda l’Italia, infatti, nel corso del 2023 si è visto – nonostante il rialzo dei tassi di interesse – un’incoraggiante crescita nelle emissioni, con ritmi sostenuti ed una partecipazione più importante degli investitori retail.

Emissioni investment grade

Le emissioni investment grade hanno rappresentato il 70% del totale delle emissioni sul mercato italiano raccogliendo circa €22 miliardi (+9% rispetto all’anno precedente). Il segmento high yield è passato da €3 miliardi – dato peggiore dal 2008 – a €8,7 miliardi (+186% rispetto all’anno precedente). Le emissioni not rated, invece, hanno raccolto €0,8 miliardi (+53% rispetto all’anno precedente).

In frenata il segmento minibond

Nel segmento dei minibond, invece, nel corso del 2023 sono state completate solo 4 emissioni (8 nel 2022 e 22 nel 2021) con €33 milioni raccolti (€52 milioni nel 2022 e €151 milioni nel 2021). Ad eccezione del biennio 2018-2019, il trend su questi strumenti conferma un continuo calo: nel 2014 le emissioni vedevano più di €500 milioni raccolti (con più di 40 operazioni). Tale dinamica è dovuta al lancio dei basket bond che hanno creato un mercato alternativo a quello delle singole emissioni, contribuendo a creare un meccanismo per cui si realizzano economie di scala tra gli emittenti – che condividono i costi di emissione – offrendo al contempo opportunità di diversificazione del rischio agli investitori.

Boom di emissioni ESG

Infine, sul tema delle emissioni di debito sostenibili l’Italia ha continuato a ricoprire un ruolo importante anche nel 2023: i volumi totali di emissioni legate al mondo ESG nel periodo 2014-2023, che siano corporate o di istituzioni finanziarie, hanno superato i €110 miliardi, risultato degno di nota. Nel solo 2023 le emissioni ESG sono state 37 (36 nel 2022), per un totale di €24,1 miliardi raccolti (€23,5 miliardi nel 2022).