Bitcoin sale oltre i 72mila dollari infiammato dal “Trump trade”. I rischi per l’Italia

Se gli Usa puntano a diventare la patria delle cripto, in Italia l'aumento dell'aliquota sulle cripto-attività rischia di innescare una fuga di capitali

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Redazione

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Pubblicato: 30 Ottobre 2024 13:06

Per la prima volta da aprile, Bitcoin sale oltre i 72mila dollari (72.408), con un aumento del 4%. Il cripto-asset – secondo quanto riporta Bloomberg – è spinto dalle speculazioni sulle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Sono in rialzo anche altri cripto-asset, con Ethereum che guadagna il 5% e Binance l’1,5%.

Trump Trade infiamma il bitcoin

L‘impennata del Bitcoin è in gran parte attribuita al cosiddetto “Trump trade”, una tendenza del mercato finanziario che riflette lo scenario in cui il candidato repubblicano Donald Trump vincerà le elezioni presidenziali statunitensi il prossimo 5 novembre. A partire dalla scorsa estate, quando Trump, ospite d’onore alla Bitcoin conference 2024 di Nashville si è impegnato a rendere gli Stati Uniti “la capitale crittografica del pianeta” e a posizionare il Bitcoin come superpotenza globale, il candidato repubblicano ha continuato a dimostrarsi particolarmente favorevole alle criptovalute.
Tra i segnali inviati da Trump al mercato anche la promessa, se verrà rieletto, di licenziare il presidente della Securities and Exchange Commission (Sec) Gary Gensler, sostituendolo con “un presidente che costruirà il futuro, invece di bloccarlo”.

“Gli investitori in Bitcoin – rileva Euronews – hanno accumulato asset legati al Bitcoin, speculando sul fatto che le normative statunitensi sulle criptovalute saranno più favorevoli sotto l’amministrazione Trump rispetto a quelle di Kamala Harris. I recenti sondaggi indicano che la gara tra i due candidati è estremamente combattuta, ma i mercati delle scommesse si sono spostati a favore di una vittoria di Trump, influenzando l’andamento dei mercati finanziari verso gli asset che potrebbero beneficiare dei cambiamenti politici proposti”.

Italia verso aumento aliquota sulle cripto-attività

Se gli Usa puntano a diventare la patria delle cripto, l’Italia frena sui Bitcoin. La manovra firmata Meloni prevede, infatti, a partire da gennaio 2025 un innalzamento dal 26% al 42% della tassazione delle plusvalenze e dei proventi derivanti dalle operazioni in Bitcoin e altre cripto-attività con una soglia di esenzione di 2mila euro. Un aumento che, secondo le stime, porterà un maggior gettito di 16,7 milioni rispetto ai 27 milioni di euro attuali.

Rischi per l’economia digitale italiana

L‘aumento aliquota sulle cripto-attività rischia di creare uno squilibrio fiscale nei confronti degli altri asset finanziari scoraggiando gli investitori e gli imprenditori e favorendo la delocalizzazione delle attività.
“Un rischio – spiega Gianluigi Guida, CEO di Binance – che si traduce in una potenziale fuga di cervelli e di capitali, con talenti e aziende che cercherebbero contesti più favorevoli, compromettendo così la competitività dell’Italia nell’economia digitale globale. Inoltre, gli effetti di questa politica potrebbero ripercuotersi anche sulle aziende che operano nel settore delle cripto-attività. Una domanda ridotta per i prodotti e i servizi legati ai cripto-asset potrebbe infatti diminuire i ricavi e le imposte generate dai redditi d’impresa. Se le aziende del settore dovessero percepire l’ambiente normativo come eccessivamente oneroso, potrebbero, infatti, valutare la possibilità di trasferire le loro attività altrove, riducendo così la creazione di posti di lavoro e, di conseguenza, l’indotto economico e sociale in Italia”.