Sui mercati sta crescendo l’attenzione per la prima mossa di inversione della politica monetaria restrittiva da parte delle due maggiori banche centrali del mondo, ovvero la Federal Reserve e la Banca centrale europea (BCE). A causa del diverso andamento economico tra le due sponde dell’Atlantico, gli investitori si chiedono infatti se sarà Francoforte a tagliare i tassi prima della Fed, con la risposta che non è affatto scontata, anche se la BCE sembra avere un margine di manovra maggiore per tagliare i tassi rispetto alle Banca centrale statunitense.
BCE vs Fed
L’anno scorso i mercati si aspettavano che le banche centrali avrebbero iniziato a tagliare i tassi contemporaneamente, ed è anche per questo che in Europa c’era tanta attenzione sulle decisioni della Fed. Ma l’economia americana si è rivelata decisamente più resiliente delle aspettative, quindi la Fed avrà un compito più difficile.
Non è però convinto Robert Holzmann, governatore della banca centrale austriaca, che venerdì ha detto che “in genere la Fed negli ultimi anni è sempre andata per prima di circa sei mesi, quindi suppongo, ceteris paribus, per come stanno le cose, che anche noi seguiremmo con un ritardo. Non vedo circostanze che ci portino a tagliare prima”. Ha invece posto un tema di indipendenza la preisdente della BCE Christine Lagarde, che sempre venerdì ha detto: “La BCE è indipendente e determinata a continuare a essere indipendente e dipendente dai dati nella valutazione che facciamo e nella politica di decisione che abbiamo approvato”.
Ancora troppo presto
Al di là di un confronto con quello che accade dall’altra parte dell’Oceano, i banchieri centrali dell’Eurozona continuano a segnare una certa cautela. Nella prima riunione dell’anno, il 25 gennaio scorso, il consiglio direttivo della BCE ha deciso di mantenere la propria posizione di politica monetaria e non ha dato alcun indizio su quando verranno effettuati i tagli dei tassi. Secondo quanto emerso giovedì dai verbali, c’era un “ampio consenso tra i membri sul fatto che fosse prematuro discutere i tagli dei tassi durante” la riunione, ma “il rischio di tagliare i tassi ufficiali troppo presto veniva ancora considerato superiore a quello di tagliarli troppo tardi”.
Ma da allora i dati sull’inflazione sono ulteriormente diminuiti, aumentando la pressione per tagliare i tassi. Nonostante questo, importanti voci del Consiglio direttivo della BCE hanno comunque cercato di placare le aspettative del mercato per un taglio dei tassi. “Anche se può essere molto allettante, è troppo presto per tagliare i tassi di interesse. Questo perché le prospettive dei prezzi non sono ancora abbastanza chiare”, ha detto Joachim Nagel, presidente della Bundesbank.
Ulteriori dati
Gli ultimi dati dicono che i salari sono cresciuti del 4,5% nel 4Q23, in flessione rispetto al 4,7% del 3Q23, ma un livello ancora non compatibile con l’obiettivo di inflazione del 2%. Anche per questo Lagarde ha detto che “i dati salariali del quarto trimestre sono ovviamente numeri incoraggianti”, ma “il Consiglio direttivo deve essere più fiducioso che il processo di disinflazione che stiamo osservando sarà sostenibile e ci porterà all’obiettivo di medio termine del 2%”.
Inoltre, ha detto che “sono molti i settori e i dipendenti interessati dalle trattative che si concluderanno nel corso del primo trimestre del 2024 e penso che questi numeri, soprattutto se continueranno ad essere incoraggianti, saranno importanti per noi da valutare in futuro per raggiungere la fiducia”. Sembra quindi improbabile che la BCE proceda con un taglio dei tassi prima di giugno.