Euro 7 in arrivo, ma le auto sono care e non possiamo permettercele

L’ingresso di Euro 7 slitta, ma tra listini raddoppiati e potere d’acquisto in calo gli italiani frenano e le vendite calano

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

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Uno spettro si aggira per l’Europa: l’Euro 7. Sarebbe dovuto entrare in vigore da luglio 2025, ma le tempistiche sono state ridefinite e sarà attivo dal prossimo anno. Intanto molti Paesi già lo temono, in particolare l’Italia. Sarà per naturale propensione ad avere paura dei fantasmi o perché, come dimostrano i dati, in Italia non ci si può più permettere un’auto nuova?

I problemi sono diversi. Il primo, più difficile da risolvere, è l’aumento del costo di un’auto: nell’ultimo decennio il prezzo di listino è raddoppiato e questo frena gli acquisti. Allo stesso tempo il potere d’acquisto degli italiani è crollato e l’unico modo per acquistare un’auto è attendere bonus fiscali, come gli incentivi pubblici del 3 giugno 2024 o indebitarsi per svariati anni.

In arrivo nuovi limiti ai motori con l’Euro 7

Ancora per un anno siamo riusciti a scampare all’Euro 7, ma presto (o tardi) arriverà il nuovo pacchetto di normative che regolano i motori più efficienti. Secondo le nuove tempistiche comunicate, il pacchetto sarà attivo a partire dal 29 novembre 2026.

Da quella data, quindi, i nuovi modelli di auto e furgoni dovranno avere il livello di omologazione Euro 7 per poter essere commercializzati. Per i modelli già in vendita, invece, il termine è prorogato al 29 novembre 2027.

Ma cosa cambia nel concreto? I limiti sulle emissioni rimangono invariati rispetto all’Euro 6, perché il nuovo pacchetto si concentra su freni, microplastiche generate dagli pneumatici e altro. Per questo saranno coinvolte anche le auto elettriche e le loro emissioni indirette.

L’Euro 7 minaccia i portafogli italiani?

Non è soltanto la normativa Euro 7 a minacciare i portafogli degli italiani, ma le nuove regole aumentano il prezzo di listino delle auto più recenti. L’aumento di prezzo è tristemente coerente con quanto avvenuto negli ultimi dieci anni: il costo è raddoppiato.

In un recente studio di Aniasa emerge un aumento dell’utilizzo dell’auto privata per le attività quotidiane, mentre resta stabile il trasporto pubblico. Un’auto privata che, nella maggior parte dei casi, è un’auto vecchia. Infatti, nel 2024, il 62% degli italiani non ha neanche pensato di comprare un’auto nuova. Troppe normative nazionali ed europee, troppi aumenti di prezzo e calo del potere d’acquisto.

Settore auto in crisi: calano le vendite

Il risultato è un settore in crisi e stagnante, che non riesce a vendere auto (–17,44% a giugno 2025 rispetto a giugno 2024, dopo il picco di vendite grazie agli incentivi fino a 13.750 euro esauriti in un giorno) se non attraverso aiuti e rateizzazioni. Anche l’auto, come molti altri beni, sta diventando una proprietà in prestito, non una “reale”. Allo stesso tempo, una scelta necessaria per chi ha bisogno di spostarsi e non può vivere da pendolare sui mezzi pubblici: oltre 170.000 privati hanno scelto di rinunciare all’auto e preferiscono il noleggio.

Sempre secondo lo studio citato, quasi 2 italiani su 3 hanno annullato o posticipato l’acquisto di un’auto in attesa di un calo dei prezzi o per problemi di reddito. E lo spettro dell’Euro 7 è sempre più vicino.