Ora il traffico delle autostrade italiane produce energia

Il nuovo progetto di Autostrade per l'Italia prevede la creazione di energia elettrica dall'energia cinetica delle auto di passaggio ai caselli

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Tra cambiamento climatico, crisi geopolitiche e scarsità di approvvigionamenti, la priorità del mondo moderno è quella di trovare nuove fonti di energia, possibilmente pulita, rinnovabile e a basso costo. L’energia cinetica potrebbe essere una risposta alla crisi che stiamo vivendo oggi. Viene prodotta attraverso il movimento di un oggetto sfruttando generatori il cui funzionamento non si discosta troppo da quello di una comune dinamo installata nelle vecchie biciclette. Una start-up italiana, in collaborazione con Autostrade per l’Italia, ha già messo in campo un particolare dispositivo che permette di trasformare gli spostamenti delle auto in elettricità.

Energia cinetica dalle auto di passaggio: come funziona

Movyon, il centro ricerca e l’innovazione del gruppo Autostrade per l’Italia, sta rivoluzionando la mobilità sostenibile e moderna con il progetto Kinetic Energy Harvesting from Vehicles, noto anche con l’acronimo KEHV. La pionieristica iniziativa prevede l’utilizzo di una tecnologia in grado di convertire l’energia cinetica dei veicoli in energia elettrica, contribuendo così alla sostenibilità ambientale e all’efficienza energetica.

Il progetto KEHV è stato lanciato in Toscana, nell’area di servizio Arno Est sulla A1. I test iniziali sono stati promettenti e saranno seguiti da ulteriori sperimentazioni sulle piste di esazione, ai caselli. L’obiettivo di Autostrade per l’Italia è creare una piattaforma integrata con i sistemi di gestione e monitoraggio autostradale in grado di generare energia pulita sfruttando l’energia cinetica dei veicoli di passaggio.

Grazie a questo innovativo sistema, si prevede che un singolo modulo possa produrre fino a 30 Megawattora di energia all’anno, con un risparmio stimato di 11 tonnellate di CO2. Questa quantità di energia è paragonabile al consumo annuo di 10 famiglie e potrebbe coprire il fabbisogno energetico di alcune stazioni autostradali, come la Firenze Ovest, che consumano circa 60 MWh all’anno.

Come funziona l’impianto LYBRA a energia cinetica

Il cuore di questo sistema rivoluzionario è l’impianto LYBRA, sviluppato dalla startup umbra 20energy. È composto da pannelli piatti rivestiti di gomma e posizionati a filo con la strada, che rallentano i veicoli in modo impercettibile, migliorando la sicurezza stradale e risparmiando l’usura dei freni. Il meccanismo è simile a quello che avviene con le auto ibride, con l’energia sprigionata dal sistema di frenata che ne alimenta la batteria.

Quando un veicolo passa sopra a un modulo LYBRA, il movimento meccanico viene convertito in energia elettrica da un generatore compatto. L’elettricità può essere utilizzata per alimentare l’illuminazione, la segnaletica stradale, i punti di ricarica per veicoli elettrici nelle aree di servizio e, nel tempo, intere stazioni di servizio.

L’innovativa tecnologia promette di ridurre significativamente le emissioni di CO2 nelle mediane più trafficate. Ad esempio nelle barriere autostradali di Milano Nord e Milano Sud, dove mediamente passano in un solo giorno migliaia di veicoli pesanti e leggeri. Si stima che degli impianti LYBRA installati lì potrebbero produrre oltre 200 MWh all’anno per ciascuna stazione di pedaggio, riducendo le emissioni di ben 70 tonnellate di CO2 all’anno.

Il progetto è parte integrante del programma Mercury Smart Sustainable Mobility di Autostrade per l’Italia, che mira a garantire infrastrutture più sicure e a contribuire alla rivoluzione in corso in termini di decarbonizzazione, digitalizzazione e nuovi servizi di trasporto. Attraverso l’uso di soluzioni innovative come KEHV, Autostrade per l’Italia mira a massimizzare l’autoconsumo di energia elettrica da fonti rinnovabili, riducendo la propria impronta di carbonio e aumentando la resilienza energetica della rete autostradale della Penisola.