“La Germania ha bisogno di un governo stabile e orientato alle riforme per rispondere all’impatto dei potenziali cambiamenti politici del Presidente neoeletto Donald Trump, che si ripercuoteranno sulle politiche commerciali, fiscali e di difesa del Paese”. È quanto sostiene l’ultima research di Scope Ratings, l’agenzia di rating europea, che ritiene “probabile” che alcune delle implicazioni sfavorevoli di una seconda presidenza Trump si manifesteranno all’inizio del suo mandato, a gennaio 2025. Per questa ragione, l’incapacità del governo tedesco di rispondere rapidamente ad alcune delle misure in arrivo, potrebbe accentuare le persistenti vulnerabilità strutturali del Paese che hanno rallentato la crescita negli ultimi due anni.
Crescita della Germania a rischio
“Vediamo significativi rischi al ribasso per la crescita del PIL tedesco, che secondo le proiezioni è già debole. Stimiamo che la produzione economica ristagni a -0,1% quest’anno e che continui a ristagnare l’anno prossimo, con una crescita del PIL di circa 0,1%, in calo rispetto alla nostra precedente previsione di circa 0,9% per il 2025″, hanno evidenziato Eiko Sievert e Elena Klare, della divisione Sovereign and Public Sector di Scope Ratings, nel loro rapporto.
L’impatto di Trump sull’economia tedesca
“Le ripercussioni di una presidenza Trump sono di ampio respiro: l’aumento del protezionismo globale e il rischio crescente di una guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina metteranno alla prova la resistenza delle catene di approvvigionamento tedesche nei prossimi anni – hanno messo in evidenza i due analisti –. Nel 2023 quasi il 10% delle esportazioni tedesche è stato destinato agli Stati Uniti, la quota più alta degli ultimi 20 anni. Allo stesso tempo, la quota di esportazioni verso la Cina è scesa da un massimo storico dell’8% nel 2020 al 6% nel 2023″.
Il fronte fiscale
La fragilità del governo Scholz sul fronte fiscale si è già rivelata con l’uscita di scena del Ministro dlele finanze. Ma Scope Ratings ritiene che “la spesa aggiuntiva per la difesa sarà difficile da gestire nonostante il margine di manovra fiscale della Germania, con disavanzi fiscali previsti in media all’1,2% del PIL nei prossimi anni e un rapporto debito/PIL che dovrebbe scendere sotto il 60% entro il 2029″. Secondo Sievert e Klare, la necessità di maggiori investimenti pubblici, per la difesa ma anche per la transizione verde, potrebbe portare a ulteriori dibattiti sulle riforme del freno all’indebitamento, sul potenziale utilizzo di fondi extra-bilancio o sullo spostamento di almeno una parte della spesa a livello europeo. La crescente frammentazione parlamentare potrebbe favorire l’avanzata dei partiti di estrema destra ed estrema sinistra. Una situazione che non aiuterebbe la Germania ad affrontare le criticità della sua politica fiscale: “se questi partiti dovessero ottenere risultati migliori del previsto e ottenere una maggioranza di blocco per le modifiche costituzionali superiore al 33%, ciò potrebbe complicare ulteriormente le discussioni sulla modifica del freno all’indebitamento”.