La Manovra del governo di Giorgia Meloni non è stata esente da critiche, tutt’altro. Basti pensare allo spinoso tema del servizio sanitario che, in relazione alle condizioni previste per alcuni cittadini extracomunitari, fa a dir poco discutere.
Servizio sanitario a pagamento
La Legge di Bilancio del governo di Giorgia Meloni prevede una misura straordinaria relativa al sistema sanitario. Alcuni cittadini extracomunitari, con residenza in Italia, potranno continuare a usufruire dei benefici della copertura sanitaria a patto di versare un “contributo”. È prevista una quota da ben 2mila euro annui. A spiegarlo nel dettaglio è stato il ministro dell’Economia Giorgetti, le cui parole hanno rapidamente sollevato un polverone.
Perché parliamo di alcuni cittadini extracomunitari? Perché il riferimento va ai “residenti stranieri, cittadini di Paesi non aderenti all’unione europea”. Anche loro potranno iscriversi regolarmente negli elenchi degli aventi diritto al servizio sanitario nazionale, a patto però di “versare un contributo di 2mila euro annui”.
Un adeguamento al rialzo, in maniera netta, rivolto alle categorie che decidono volontariamente di iscriversi nelle liste degli assistiti. È importante sottolineare questo aspetto, perché tale “tassa” non riguarda coloro che sono iscritti obbligatoriamente al servizio sanitario nazionale, ovvero: soggetti che soggiornano in Italia con regolare attività lavorativa subordinata o autonoma, minori stranieri non accompagnati e coloro che aspettano il permesso di soggiorno. È invece previsto un costo ridotto per “gli stranieri titolari di un permesso di soggiorno per motivi di studio o per quelli collocati alla pari”.
Chi dovrà pagare
L’aumento del contributo previsto dalla nuova Legge di Bilancio, va ad aggiornare una normativa del 1998. Il riferimento va agli stranieri che soggiornano in Italia regolarmente, per un periodo di tempo superiore a tre mesi. Nel loro caso non c’è obbligo di iscrizione ma sono tenuti ad assicurarsi contro malattie, infortuni e non solo, via privata o attraverso iscrizione volontaria al servizio sanitario nazionale.
Nel primo caso si fa ovviamente riferimento al mercato attuale, con le sue offerte e normative. Nel secondo, invece, è ora ben chiara la tariffazione annuale, pari a ben 2mila euro. Nell’elenco dei soggetti considerati ci sono anche:
- personale religioso;
- personale diplomatico;
- personale consolare delle Rappresentanze estere;
- dipendenti stranieri di organizzazioni internazionali;
- stranieri che prendono parte a programmi di volontariato;
- genitori ultra 65enni giunti in Italia per ricongiungimento familiare.
Come detto, per i residenti stranieri in Italia con permesso di soggiorno per motivi di studio, è previsto uno sconto. Questo rappresenta però comunque un enorme aumento rispetto alle precedenti imposizioni. Il contributo per il sistema sanitario nazionale passa infatti dagli attuali 149 euro a ben 700 euro, con un aumento effettivo del 470%. Per i cittadini alla pari, invece, il contributo passa da 219 a 1200 euro, con un aumento del 547%.
Prosegue, dunque, la “caccia alla liquidità” da parte dell’esecutivo al governo, aspramente criticato dalle opposizioni in merito a una nota generica del Mef, giunta nel pomeriggio, che sembrava spiegare come la misura riguardasse tutti i cittadini extracomunitari. Ecco la nota dell’ordine dei medici pubblicata in merito: “L’articolo 32 della Costituzione tutela gli individui, oltre che la collettività. E sottolinea che le cure debbono essere gratuite per i poveri. Se gli stranieri extracomunitari sono nullatenenti devono essere assistiti gratuitamente: non si parla di cittadini ma di individui. E a mio parere, quindi, il diritto alla salute deve essere garantito comunque a chi non può pagare”.